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marx xxi

Accordo Italia-Cina: un'occasione storica per la difesa degli interessi del nostro popolo

di Mauro Gemma

Con la firma dell'accordo con la Cina in merito al progetto sulla Via della Seta, l'Italia per la prima volta nella storia del dopoguerra avrebbe la possibilità di affermare in modo sostanzioso la propria autonomia dalle scelte imposte dall'imperialismo statunitense ed europeo. Sarebbe il primo paese del G7 a farlo e la sovranità del nostro popolo ne uscirebbe rafforzata, con l'adesione a un programma che avrebbe immense ricadute economiche e occupazionali benefiche, senza che la Cina, come ha affermato lo stesso Conte, ci chieda alcuna forma di sudditanza politico-militare.

Occorre anche aver presente che il progetto di accordo fu avviato dal governo Gentiloni e che se ne parlò nel corso di una visita del Presidente della Repubblica a Pechino. C'è da augurarsi che il PD non se ne sia dimenticato in corso d'opera e che da domani non lo si veda schierato in appoggio alle recriminazioni statunitensi e UE.

Non è un caso che contro la firma, in occasione della visita di Xi Jinping sia stata avviata una forsennata campagna mediatica, ispirata dall'esterno, per fermare il progetto.

Ci troviamo di fronte a una gigantesca operazione propagandistica al servizio degli interessi imperialisti – che certamente si intensificherà di qui all'arrivo del presidente cinese – che dovrebbe seriamente preoccupare tutti i comunisti, i sinceri antimperialisti, gli amanti della pace e la vera sinistra che ha a cuore l'indipendenza e la sovranità del nostro paese.

Occorre ricordare, a chi avesse smarrito la memoria, che un'iniziativa simile a questo accordo non si era registrata neppure quando ad appoggiare governi erano i parlamentari dei partiti comunisti italiani. Anzi, nel 1999 non ci fu alcuna opposizione da parte di chi, comunista, allora stava al governo, contro la criminale aggressione imperialista a partecipazione italiana che portò alla distruzione della Jugoslavia. E, ai tempi del secondo governo Prodi, non ci fu alcuna opposizione comunista al rinnovo della spedizione militare in Afghanistan (e chi manifestò ritrosia a votare, venne espulso o minacciato di espulsione).

Ora più che mai, la possibilità dell'orgogliosa affermazione della nostra indipendenza dai ricatti imperialisti dovrebbe incoraggiare tutte le forze di sinistra che si dicono esterne e “a sinistra” del PD a sostenere con decisione chi, all'interno di questo governo, si batte perché gli impegni presi da Italia e Cina e ribaditi dal Presidente del Consiglio abbiano attuazione.

E invece. Provate a scorrere le pagine dei siti della cosiddetta "sinistra radicale" (PRC, demA, Potere al popolo, PC, per non parlare dei gruppi trotskisti, con la sola eccezione del PCI). Sulla questione Italia-Cina non viene spesa una sola parola, neanche a strapparla con le tenaglie. Si preferisce chiudere gli occhi e pubblicare post a sostegno di qualche nuova "primavera araba" (in attesa che si tramuti nell'ennesima delusione) e alle gesta delle cosiddette "forze democratiche siriane", vale a dire le truppe di complemento della famigerata coalizione NATO (che aveva allevato tutti i più spregevoli integralismi e fanatismi islamici), in attesa di essere indirizzate contro il legittimo governo siriano. E per le quali si sono recentemente organizzate anche manifestazioni nazionali (al contrario di quanto succede con il Venezuela bolivariano).

Non c'è forse qualcosa che non funziona?

Comments

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Paolo Selmi
Wednesday, 20 March 2019 21:43
Un anno fa circa pubblicavo questa puntata di un quaderno di appunti dove passavo in rassegna alcune dinamiche poco studiate dell'attuale modo capitalistico di produzione globale. Si intitolava: "Turbocapitalismo e ciclo produttivo... di rifiuti"
https://www.sinistrainrete.info/teoria/12764-paolo-selmi-appunti-per-un-rinnovato-assalto-al-cielo-iii.html

Un libro che avevo recuperato dagli scarti della biblioteca del mio paese, "Questo nostro pianeta" di Laura Conti, mi aveva portato a questa sua citazione, e considerazione

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"Alle anime candide che si accontentano di un “riformismo” più o meno graduale, di una “testimonianza” più o meno profetica o minoritaria, di un se-dicente “socialismo” magari attraverso le cosiddette “nuove via della Seta”, dedico queste parole non di un fanatico bolscevico col coltello fra i denti, ma di una compagna milanese vissuta nel secolo scorso, Laura Conti, intelligenza lucidissima quanto inascoltata che nel lontano 1983 scriveva:

'Caro Filosofo, caro Architetto, cari compagni e amici che rappresentate la cultura di sinistra, che dirigete le battaglie politiche della sinistra, che a livello di lotte politiche e sociali vi battete per dare a tutti gli uomini uguali probabilità di sopravvivere anche attraverso la propria discendenza, siamo ormai in molti a temere che quello che divideremo in parti uguali non solo fra noi, ma fra tutti i viventi, sarà in realtà la probabilità di non sopravvivere'.

Ecco perché, in questo mondo sempre più inquinato, sempre più di plastica, ripensare alla forma merce, non è opera peregrina di nostalgici “passatisti”. Anzi, il percorso di analisi e riflessione fatto finora ci è stato utile come cartina di tornasole per porre in evidenza alcune contraddizioni e questioni irrisolte. Irrisolte dal capitalismo occidentale, irrisolte dal capitalismo “con caratteristiche cinesi”, perché entrambi funzionanti e funzionali alla stessa medesima logica di accumulazione capitalistica e sfruttamento di una classe operaia sempre più sottoproletarizzata e di un pianeta sempre più ridotto a pattumiera."
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Lo sto leggendo poco alla volta, questo libro di Laura Conti. Era una grande, perché poneva queste questioni negli anni Ottanta, e quarant'anni fa eravamo conciati assai meglio di adesso, forse ci saremmo potuti anche salvare dal disastro ecologico che ormai ci attende. Di una cosa sono certo: mentre il mondo affonderà nel pattume e nella miseria crescenti, ci sarà sempre qualcuno pronto a guardare negli occhi mia figlia e tutti i bambini di oggi che allora gli chiederanno conto, e a sostenere a spada tratta, anche allora, che era stata "un'occasione storica per la difesa degli interessi del nostro popolo".

E tutto questo, peraltro, per puro atto di fede, senza neanche vederli, i "compagni"... neppure quando sono "vicini vicini". Quando vengono a Milano, e ci restano per settimane, come l'intero stato maggiore del partito di Xi'an nelle ultime due settimane, qualcuno li ha visti forse a vedere come lavorano i loro connazionali nelle confezioni dove altri loro connazionali li mettono sotto torchio giorno e notte? No... Li abbiamo visti però ad Asso Moda (https://www.fondazioneitaliacina.it/it/la-fondazione/area-news/fondazione/2019/03/656/ , oppure https://www.mffashion.com/news/livestage/a-xi-an-un-nuovo-polo-per-la-moda-italiana-201903181808326859) per riempire quei 18 km quadrati di distretto della moda che stanno creando nella ormai megalopoli di Xi'an anche di moda italiana, a uso e consumo delle loro mogli e di quelle della rampante borghesia cinese. Perché l'Italia tira... nella moda.

Quello che questi "compagni" ignorano è che anche l'alta moda, oggi, è in gran parte subappaltata alle confezioni cinesi di Prato, Napoli e dintorni. O alle confezioni tunisine. E, altrettanto in gran parte, chi lavora nell'alta moda, in un "atelier", dopo anni è ancora pagato come stagista anche se sta lì sette giorni su sette a vendere ad arabi, russi e cinesi pieni di soldi. La moda "italiana"... un'altra "occasione storica per la difesa degli interessi del nostro popolo". "Non c'è diritto di parola senza inchiesta (没有调查,就没有发言权)", diceva qualcuno. In questo, forse, non aveva tutti i torti.

Un caro saluto
Paolo Selmi
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Franco
Wednesday, 20 March 2019 13:53
Lo so', mi aspettavo questa osservazione. E' in linea con tutto un modo di vedere il "Marxismo" in maniera ossificata e statica. Non in divenire al passo della realta' e della storia vera. Ma sono un nessuno, ne tantomeno sono un giudice. Volendo la letteratura e' sterminata. Ribadisco solo che mi auguro che ci siano tante persone di buonsenso che capiscano che una societa' mondiale che produca beni, e non solo , in forma di merce, per il profitto, sotto qualunque copertura politica ed ideologica , porta e portera' all'estinzione umana. Perche' gli effetti di tutto questo sono e saranno, guerre, inquinamento, fame e malattie. Non sono osservazioni "geniali". Sono questioni gia' tutte sotto i nostri occhi. Ma paradossalmente si vedono solo con la mente e forse con il cuore. Buona fortuna a tutti.
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Mario Galati
Wednesday, 20 March 2019 08:52
In ogni caso, per parlare di religione e di metafisica sarebbe più corretto evocare il reazionario Heidegger, non Marx.
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Franco
Tuesday, 19 March 2019 16:55
Fonte: Primocanale .it Genova : il Sindaco Bucci " se l'UE ponesse dei veti per la Via della Seta a Genova sarebbe inaccettabile, anche noi abbiamo diritto alla nostra parte di business". Piu' chiaro di cosi' si muore. O no !?. Saluti.
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Franco
Tuesday, 19 March 2019 15:01
Mi vergogno di nominare solo il nome di Marx. Ma quando vedo che, proprio in suo nome, c'e' gente che non capisce che saranno tutti gli abitanti della terra ad essere affamati, allora mi sento in diritto-dovere di dire la mia. Seppure nella totale impotenza nella quale viviamo. Io vedo il Nichilismo del "feticcio della merce". Dovunque e in qualunque forma venga prodotta. Neanche Marx avrebbe il diritto di impedirmi di pensarlo. E credo che non lo farebbe. "Altri invece lo hanno fatto". E non lo faranno piu'.
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Mario Galati
Tuesday, 19 March 2019 11:44
C'è ancora gente in giro che vorrebbe vedere i cinesi affamati e sotto il tallone coloniale occidentale. E il bello è questa gente si richiama nientemeno a Marx.
Ma quei tempi sono finiti. La torta mondiale non sarà più monopolio occidentale.
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Franco
Monday, 18 March 2019 21:31
Tutto questo bel programma si legge ormai nelle interviste dei piu' "avveduti e scaltri" Capitalisti Monopolistici, Oligopolistici , Turbo Finanziari, o che dir si voglia, nostrani e non solo. Fanno propria la massima di Deng Xiaoping. "Non importa se un gatto e' bianco o nero, finche' cattura i topi". Eterogenesi dei fini o Perversione degli scopi. E poi si crede di criticare l'imperialismo statunitense ?, il mercantilismo tedesco?, e quant'altro ?. A favore del popolo ?. E in nome di Marx ?. Questo che viene proposto come lo chiamate ?. Io lo chiamo trionfo totale e assoluto della mercificazione del mondo. Con sicura DISTRUZIONE AMBIENTALE e UMANA totale. "Voi" lo chiamate sviluppo economico. Friedrich von Hayek "mascherato" da Karl Marx. Povere le nostre figlie, poveri i nostri figli. Poveri quelli che sono morti sacrificandosi ingenuamente per un mondo migliore. Degno di essere vissuto. Tutti coloro che non vogliono vedere la danza macabra del "feticcio della merce" leggano Marx come critico della "forma merce e del valore". Prima che sia troppo tardi per tutti.
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