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lantidiplomatico

Da sovranista a nazista il passo è Breivik?

di Pierluigi Fagan

"Ma quale sovranismo: cominciamo a chiamarlo nazismo". Titolo shock per l’Espresso che passa all’equiparazione tra sovranista e suprematista stante questo secondo nell’alveo dell’area culturale nazista. Quindi, per via delle regole del sillogismo, il sovranista diventa nazista. Accipicchia! Ma chi è il sovranista?

L’unica definizione sensata è sempre quella storico-genetica, lì dove il termine sovranità venne coniato in termini di pensiero politico. Giungiamo così a Jean Bodin, tra il Principe di Machiavelli e il Leviatano di Hobbes, il più grande filosofo politico occidentale dei primi passi della modernità. Il Bodin fu autore dei monumentali Le six livres della République 1576 dove République sta per Stato nel linguaggio politico teorico del tempo. Sovranità è una cosa, governo un altra dice il Bodin per la prima volta, analizzando poi le varie forme di governo classiche (dell'Uno, dei Pochi, dei Molti da Aristotele, Politica, IV sec. a.C.). Lui preferiva la monarchia, ma il discorso vale anche per la democrazia come ribadì il Rousseau.

Ai tempi, lo Stato si era appena formato e la sua infanzia era osteggiata in fasce dalla moltitudine dei poteri territoriali feudali aristocratici non meno che clericali che vedevano di cattivo occhio il venirsi a creare di un potere centrale sovra-ordinante. Così oggi, cinquecento anni dopo, i tanti poteri economici, finanziari, sovranazionali e geopolitici vorrebbero far volentieri il funerale allo Stato. Che diceva il nostro Bodin sulla sovranità, ai tempi?

“Come la nave non è più che legno senza forma di imbarcazione, quando la chiglia, che sostiene i fianchi, la prua, la poppa ed il ponte sono spariti, così la Repubblica senza potere sovrano che ne unisca tutte le membra, e le parti, e tutti i nuclei famigliari ed i collegi in un sol corpo, non è più Repubblica”

Specificava poi che il "potere sovrano" era quello di fare leggi su tutto e per tutti, le uniche leggi a cui un popolo doveva legittimamente sottostare, leggi che il “sovrano” doveva poter fare senza consenso di superiore altrimenti sarebbe stato suddito e non sovrano.

Siamo all’abc, come si vede.

Ma per l’Espresso tali elementarità sono superflue. Come insegnava il buon Goebbels, pubblicitario di chiara ed indiscussa fama, basta ripetere e ripetere ed ancora ripetere anche la cosa più assurda e diventerà vera (divenuto poi credo pubblicitario di Procter&Gamble in tempi più recenti. P&G sarebbero i detersivi, quelli di "lava più bianco", i più grandi investitori in pubblicità degli anni '60).

Così il vero passo -breivik- dall’informazione alla propaganda in stile goebbelsiano, lo fa l’Espresso che, per suprema ironia dei tempi, fa pur sempre parte di un gruppo editoriale che s’intitola “Repubblica”. Bodin trasecolerebbe …

[Mi riferisco solo la titolo dell'Espresso perché non ho accesso all'articolo:http://espresso.repubblica.it/…/dietro-il-sovranismo-la-ban…]


*post Facebook del 05/04/2019

Comments

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ernesto rossi
Thursday, 11 April 2019 01:16
Pur essendo un naturale e non un credente, alle volte viene da esclamare "Quando Cristo è grande"! Infatti mentre mi accingevo a risponderti, mi è cascato in testa dalla libreria un vecchissimo quaderno di appunti, memoria di giovanili avventure.... Quindi ti ricopio quelli eppoi vediamo... Diritti Personali (inviolabilità della persona, inviollabilità dl domicilio, sicurezza contro gli arresti e condanne arbitrarie, segreto epistolare, ecc.). Diritti Politici (libertà di parola, di stampa, di religione, di associazione, di riunione, ecc.). I Diritti politici anno senso in quanto coronano ed assicurano i Diritti Personali. Dove i Diritti personali non sono gelosamente garantiti e dalla coscienza morale dei cittadini e dalla legge e dal costume, non solo contro le preotenze private, ma anche contro gli abusi delle Autorità pubbliche e dalla polizia sono ridotti ad una burletta. Viceversa una società sarebbe sempre una società civile, anche senza diritti politici, o con quei diritti goduti solamente da una oligarchia, purchè i diritti personali fossero garantiti a tutti i cittadini (come nell'Inghilterra del secolo XVIII). - ° -
Con Machiavelli insiste l'intreccio protomoderno tra momento politico e momento giuridico della "sovranità". - ° -
A differenza di Horkheimer, Burkenau non ritiene Machiavelli essere "il primo filosofo della storia dei tempi moderni", la sua "grandezza" sta piuttosto nell'aver assunto e autonomamente elaborato al livello della teoria politica, quello stesso nesso tra assolutismo e antropologia pessimistica, che nel pensiero della Riforma serviva a fondare la dottrina del del potere dell'autorità per investitura divina. - ° -
Mentre solo con Jean Bodin "l'Assolutismo" diviene in senso stretto oggetto del Diritto Pubblico. - ° -
Machiavelli è colui che ha aperto la strada. - ° -
Jean Bodin rappresentante del partito dei politiques capiva la falsa concretezza della concezione storica dell'una e dell'altra parte. - ° -
se si faeva paladino della monarchia assoluta, cioè della identificazione del popolo con il monarca, era perchè riteneva che il monarca dovesse porsi al di sopra delle religioni che si combattevano l'una contro l'altra; alleandosi con il terzo Stato. - ° -
Questa "identificazione" esigente l'assoluta sottomissione del Popolo al Principe, conteneva due elementi razionali :"la trasferibilità della fedeltà (si distingue l'ufficio dal suo Titolare) e la razionalizzazione del rapporto tra Cittadino e Stato. - ° -
Malgrado questa formulazione giridica razionalizzata, della Summa Legibusque Soluta Potestas, con Bodin non si perviene ancora alla "fondazione intramondana" della Sovranità.
Che si avrà in forma compiuta con Hobbes. - ° -
Si potrebbe aggiungere che Bodin è sostanzialmente incapace di fare astrazione dalla congiutura storico politica determinata ed è dunque costretto ad assumere la Sovranità stessa come un mero stato di fatto empirico. - ° -
Una maggiore consapevolezza della portata metodico sistematica del tema dellaSovranità è presente invece in Althusius. - ° -
Il quale non è considerabile come il "teorico di una democrazia astratta, ma piuttosto un energico rappresentante dell'Assolutismo". - ° -
Mentre Bodin giustifica e razionalizza giuridicamente la posizione legittimista intorno al potere sovrano, Althusius "non difende un potere sovrano legittimo, bensì uno rivoluzionario che può trovare la sua legittimazione solo nell'insediamento da parte del Popolo". - ° -
La novità del modello di politica althussiano risiede nella correlazione non meramente giusnaturalistica ma metodico razionalista che in esso si viene ad instaurare tra le due nozioni di "Sovranità" e di "Popolo". - ° -
La portata potenzialmente dirompente dell'innovazione è tuttavia stemperata dal permanere di una sorta di struttura duale dovuta al tentativo di conciliare - in equilibrio tuttavia precario - le opposte esigenze della Sovranità e dei Diritti dell'Uomo. - ° -
Ideologo del "cesarismo democratico" degli Orange, Althusius a differenza del contraltare di Grozio (a torto considerato il fondatore della moderna Dottrina dello Stato) spiana la strada alla "Dottrina Sociologica" dello Stato di Hobbes. - ° -
A causa dell'unico residuo del suo sitema, la sacralità dei contratti, che deriva dalla fondazione calvinista del suo punto di vista.
In Robespierre e in Garibaldi, Lenin molto più attento alla realtà effettuale dell'aristocratico Marx; apprezza il Capo Rivoluzionario. - ° -
Nel fallimento della "Seconda Internazionale" (Ginevra 1915), contrappone i grandi rappresentanti della Borghesia, Robespierre e Garibaldi, ad altri borghesi ma nefasti :"Millerand e Salandra". - ° -
E commenta:"Non si può essere marxisti senza nutrire il più profondo rispetto per i rivoluzionari borghesi, che avevano in tutto il mondo, il diritto storico di parlare a nome della Patria borghese, la quale elevò alla vita civile, attraverso la lotta contro il feudalesimo decine di milioni di uomini delle nuove nazioni.
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