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Il ritorno di Renzi

di Miguel Martinez

Il professore di Storia del Pensiero Politico Danilo Breschi presenta un’ipotesi sul prossimo futuro politico in Italia, che trovo piuttosto interessante.

Non cita fonti, ma ho la netta sensazione che si tratti di qualcosa di più di una “ipotesi fantapolitica”, viste le conoscenze che Breschi ha.

A me interessa, non tanto per l’ipotesi in sé, ma per quanto ci insegna sulla politica italiana in generale.

Se non altro ci ricorda che in Italia, le vere élites, quelle che da sempre decidono cosa deve succedere, sanno giocare tutte le carte, creare tutte le alleanze, prescindendo dalle commedie ideologiche di contorno.

* * * *

Danilo Breschi, Alla ricerca del Centro perduto

Ipotesi fantapolitica.

La espongo tra il serio e il faceto, provando a leggere tra le pieghe del momento attuale.

Siamo solo al primo tempo di un’operazione pensata come articolata in tre fasi.

Prima fase: governo giallo-rosso, ottima soluzione per prendere tempo e preparare sotto copertura amica la seconda fase. Chi ha bisogno di tempo e copertura amica?

Matteo Renzi, il quale non è l’unico attore protagonista dell’operazione. Chi sarebbero i compagni di viaggio? Proviamo ad azzardare. Anzitutto, Carlo Calenda, che dunque sarebbe solo uno pseudo-antirenziano con funzioni da apripista. Poi viene la grancassa mediatica che crea l’evento, prepara la nascita della start-up.

Dietro di essa potrebbe celarsi un soggetto che sia quanto meno proprietario di uno dei più importanti quotidiani italiani e magari anche di un’emittente televisiva che da anni si occupa quasi solo di politica, oltre a possedere una miriade di pubblicazioni annesse e connesse. Il battage pubblicitario verterà sulla imprenscindibile necessità di una grande formazione di centro, moderata, europeista, antisovranista ed antipopulista.

A supporto di un tale orizzonte programmatico potrebbe aderire anche una porzione del partito Fininvest, nonché giungere una benedizione da Oltretevere. Confindustria non potrà che esserne soddisfatta. A questo punto è completata anche la seconda fase.

Infiocchettato il pacchetto, deve essere consegnato al corpo elettorale. Indi per cui scatta la terza fase: termina l’utilità del governo-copertura. Si stacca la spina. I renziani, ovvero la maggioranza parlamentare PD, toglie la fiducia ai gialli-rossi e si indicono nuove elezioni.

Obiettivo? Se non un movimento tipo “En Marche!”, quantomeno un partito che sia ago della bilancia nella formazione del governo della prossima legislatura.

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