Print Friendly, PDF & Email

sollevazione2

L'asino liberale cade due volte sullo stesso posto

di Piemme

Sul CORRIERE DELLA SERA del 17 settembre la testa d’uovo Ernesto Galli Della Loggia ha scritto un editoriale che resterà alla storia come una delle più strampalate chicche.

Il titolo è assertivo: La linea di separazione tra civiltà e barbarie. La “civiltà”, ça va sans dire, sarebbe rappresentata dall’Occidente. Ma chi sarebbero i barbari? Sentiamo:

«I barbari odierni si chiamano Putin, Lukaschenko, Erdogan, Xi Jinping, Assad , Khamenei, Kim Jong-un, Al-Sisi. Governano Stati quasi sempre grandi e potenti, e i loro tratti principali sono il cinismo e la spregiudicatezza con cui si muovono sulla scena internazionale all’unico scopo di allargare il proprio potere o di conservarlo a qualsiasi prezzo. All’interno dei propri Paesi arrestano, deportano, torturano, fanno sparire nel nulla, e non ci pensano un istante ad eliminare chiunque si opponga ai loro voleri. Tutti i mezzi sono buoni: dal campo di concentramento, ai gas asfissianti, ai centri di “rieducazione”».

Preso dalla foga, nel dettagliare i tratti peculiari dei regimi dei “barbari” alle porte, il nostro non s’avvede che fa una fotografia perfetta del nostro Occidente euro-americano “esportatore di democrazia” a suon di bombe. Sentiamo:

«Infine, se torna utile per estendere la propria influenza fuori dai confini, c’è sempre la tecnologia e il denaro. E così si manipolano i sondaggi e la comunicazione elettorale con l’hackeraggio, si pagano a peso d’oro i politici stranieri, si compra il loro voto, il loro tradimento degli interessi nazionali, li si trasforma in marionette guidate dall’estero».

E’ quanto meno singolare che il nostro grillo parlante liberale, dopo averci ammorbato per molti anni con capziosi e sofisticati ragionamenti di filosofia politica, si riveli un radicale manicheo, di quelli, per capirci, che immaginano il mondo e la storia umana come campo di battaglia tra il bene e il male. Gratta gratta la superficie e scopri che il liberale, che fa della “tolleranza” la sua cifra identitaria, ha in verità un cuore dogmatico per di più di tipo religioso. Infati il nostro ad un certo punto dichiara apertamente che occorre tracciare una “reale linea divisoria tra bene e male”.

La cosa in verità non deve stupire. In tutti i momenti topici della storia europea, quando il sistema politico liberale rischiava di crollare davanti all’avanza dei movimenti rivoluzionari, lorosignori liberali si sono messi i loro “nobili” valori sotto i piedi e non hanno esitato a fare strame dei loro orpelli “democratici” per dar man forte ad ogni forma di reazionarismo e totalitarismo.

Della Loggia dice che l’Occidente deve sbarazzarsi di quello che chiama “agnosticismo relativista”, che deve tornare ai suoi “valori fondanti”, alle sue “dimensioni fondamentali”. E quali sarebbero questi valori e dimensioni? Sentiamo:

«…. per dire solo le prime che vengono alla mente, la fede religiosa fondata sul lascito giudaico-cristiano, l’istituto della famiglia, un sistema d’istruzione orientata all’umanesimo nutrito dalla tradizione classica».

Ci sarebbe molto da discutere su cosa si debba intendere per “umanesimo nutrito dalla tradizione classica”. Ci limitiamo a ricordare al nostro che umanesimo e tradizione classica si sono fatti avanti dopo una lunga lotta contro il fardello del conformismo passatista feudal-cattolico, vorremmo rammentargli, siccome sostiene che va raccolta l’eredità dell’Illuminismo, che la modernità è sorta, nel bene e nel male, proprio sulle ceneri di quello che chiama “giudeo-cristianesimo”.

Ma non sta qui il punto dolens. Della Loggia quando deve descrivere la cifra identitaria dell’Occidente non cita i cosiddetti diritti civili e di libertà, diritti fondamentali quali il diritto al giusto processo, la libertà di parola, la libertà di stampa, l’habeas corpus, la libertà religiosa e di associazione. Nient’affatto. Tira fuori invece “la fede religiosa fondata sul lascito giudaico-cristiano e l’istituto della famiglia”. In poche parole proprio i cosiddetti “valori non negoziabili” tanto cari a certa destra conservatrice cattolica ed evangelico-protestante-trumpiana. Dio e famiglia quindi, Patria asclusa che siamo europeisti.

La qual cosa è già un presagio di dova sta andando certo liberalismo all’amatriciana.

Ma l’asino liberale casca due volte sullo stesso posto. Che forse Putin e Lukaschenko, Erdogan o Khamenei, Assad o al-Sisi, sono degli atei libertini che perorano la distruzione della famiglia e combattono contro la religione? Ben al contrario i loro regimi vanno orgogliosi di essere paladini delle tradizioni sociali e religiose.

Difficile a questo punto che l’asino possa rialzarsi.

Comments

Search Reset
0
marku
Sunday, 04 October 2020 17:06
cosa c'è di peggio di un liberale

un liberale che diventa vecchio

stessa sorte di scalfari
si diventa vecchi e astrusi

il senso di morte
risveglia rigurgiti religiosi
che dovendo riparare ad anni
di dogmatismo liberal/liberista
dove l'unica religione
è il progresso illimitato del capitalismo

taccia glia altri
di agnosticismo relativista

i valori assoluti
assumono la concretezza
autarchica
della religione e della famiglia

l'occidentalocentrismo da
perno mondiale di crescita
diviene intergalattico

lo sbandamento
da fine della storia
imperialocentrica
della stella polare
starsandstripes
è un incubo
che genera i suoi mostri
quindi chiunque esista
al di furi del nucleo
da erdogan
a Kim Jŏng-ŭn
sono i nuovi gremlins

si può invecchiare lucidamente
o invecchiare lucidando le solite scarpe
anche se queste non sono più
ne comode
nè alla moda

esso ha preso questa strada
Like Like Reply | Reply with quote | Quote

Add comment

Submit