Print Friendly, PDF & Email

vocidallestero

Lo studio americano "cambia la guerra contro il Covid" 

E suggerisce che i green pass europei sono inutili...

di Natasha Donn

Il quotidiano online Portugal Resident riporta i commenti di studiosi e ricercatori sull'impatto del nuovo studio americano sulla carca virale e trasmissibilità del virus da parte delle persone vaccinate. Con sfumature diverse, tutti ritengono che lo studio logicamente dovrebbe portare a un ripensamento sui certificati digitali adottati in diversi paesi europei, tra cui il nostro, che discriminano (e in Italia in maniera pesantissima) tra vaccinati e non vaccinati senza una reale base scientifica

Un nuovo studio proveniente dallo Stato americano del Massachusetts ha cambiato la guerra contro il Covid-19, dimostrando che la carica virale di una persona vaccinata che finisce per contrarre il virus è "identica" a quella di una persona non vaccinata.

L'immunologo portoghese Manuel Santos Rosa ammette che questo ha "cambiato molte cose" - non ultima la "strategia" secondo cui i certificati digitali sono una valida arma per combattere la Covid.

"Il certificato di vaccinazione dovrebbe essere uno strumento che ci dice che, in questo momento, vi è la quasi certezza che tale persona non sia infetta e non possa trasmettere il virus", dice al quotidiano portoghese Diário de Notícias.

Questa nuova informazione dimostra che quello che sembra essere un certificato di garanzia che non ci sono rischi, in realtà non lo è.

“Quello che prova il certificato è che la persona vaccinata è protetta e che, probabilmente, non svilupperà malattie gravi. Ma quando si tratta del concetto di trasmissione, credo che le strategie per combattere le infezioni necessitino di un ripensamento.

In questo momento, un test negativo ci dice molto di più del semplice certificato sullo stato di una persona che sta per fare un viaggio, che si trova in un ristorante, a uno spettacolo o a un evento in famiglia”.

Un test negativo «ci dice che la persona non è infetta». Un certificato digitale Covid che riporta la prova della vaccinazione con doppia dose, no.

Secondo il pensiero di Manuel Santos Rosa, questo nuovo studio (clicca qui) è “molto importante e dovrebbe essere preso in considerazione”.

Se lo sarà o meno è una "domanda da un milione di dollari", poiché molto in questa pandemia sembra essere stato piegato a interessi politici.

Negli Stati Uniti, la prima conseguenza di questo studio è stata che le autorità sanitarie hanno ribaltato la loro precedente decisione che consentiva alle persone di non indossare mascherine in ambienti pubblici. Come spiega Diário de Notícias, la mascherina è tornata ad essere “obbligatoria”.

Questo non significa in alcun modo che i vaccini non siano importanti.

Come spiega Manuel Santos Rosa, i vaccini sono “molto importanti, ma prima (dello studio) pensavamo che la carica virale di una persona vaccinata fosse ridotta, che non permettesse la trasmissione. Ora, a giudicare dai dati, non è affatto così...

Miguel Guimarães del General Medical Council (Ordem dos Médicos) è convinto che le mascherine debbano rimanere, indipendentemente dal fatto che le persone siano completamente vaccinate o meno.

Per quanto riguarda lo studio, Guimarães ha affermato che i risultati “mettono sul tavolo" due domande: l'importanza dei certificati digitali Covid e l'importanza di una terza vaccinazione di richiamo (che alcuni paesi stanno già somministrando alle loro popolazioni).

"Queste informazioni ci hanno offerto una nuova sfida che avrà delle conseguenze nella strategia da seguire per controllare la pandemia", ha detto a Diário de Notícias.

Guimarães è meno critico nei confronti dei certificati digitali Covid di Manuel Santos Rosa, e afferma: “Le persone devono capire che il certificato di vaccinazione ci dà alcune garanzie sul fatto che la persona sia più protetta contro la malattia grave. Ma non sostituisce l'uso della mascherina. Questa è la misura che tutela di più”.

Tuttavia, la sua conclusione è stata che ha "molti dubbi sul fatto che i certificati digitali Covid continueranno a essere richiesti", poiché un test di laboratorio "è più importante".

Uno degli aspetti più rilevanti di questa notizia è che nessuno sta mettendo in discussione lo studio. Nessuno scienziato si è fatto avanti per dire che è sbagliato o che giunge a risultati esagerati.

Lo studio si basa su vari casi di Covid-19 in persone completamente vaccinate, in uno Stato con tassi di vaccinazione stellari. I casi erano dovuti a un grande focolaio del mese scorso nella località turistica di Cape Cod. Sono state contagiate più di 900 persone, tre quarti delle quali completamente vaccinate con due dosi.

Diário de Notícias riporta: "questo è stato il motivo che ha condotto gli scienziati a voler scoprire come mai questo focolaio si è verificato in un paese dello Stato con il più alto tasso di vaccinazione e con la maggior parte delle persone infette già vaccinate con due dosi".

Le conclusioni sembrano non lasciare dubbi: l'epidemia è stata associata ai festeggiamenti a Princetown, dove si sono svolti degli eventi con molte persone in spazi chiusi e all’aperto, nei bar, ristoranti, alloggi in affitto e altre abitazioni.

I ricercatori "hanno trovato all'incirca lo stesso livello di virus nelle persone che erano state vaccinate e nelle altre" (non vaccinate).

Di più”, aggiunge il giornale: “Tra coloro a cui erano state somministrate due dosi di vaccino, circa l'80% ha avvertito sintomi, come tosse, mal di testa, febbre, mal di gola e dolori muscolari”.

Il Washington Post ha seguito gli eventi e afferma che uno dei motivi principali sembra essere la trasmissibilità associata alla variante Delta.

Diário de Notícias riporta la conclusione del Washington Post: "la guerra al Covid è cambiata e ora c'è una crescente preoccupazione per la possibilità che le persone vaccinate possano essere una fonte di infezioni generalizzata".

In realtà questa non è una novità: lo specialista in vaccini biotecnologici Geert Vanden Bossche ha continuato per mesi a lanciare questo allarme. Ma i media mainstream sono talmente concentrati soltanto sui canali ufficiali, che i suoi avvertimenti sono stati ignorati (nella migliore delle ipotesi), se non derisi.

La carriera del dottor Bossche lo ha visto collaborare con diverse società di vaccini (GSK Biologicals, Novartis Vaccines, Solvay Biologicals) ricoprendo vari ruoli nel campo della ricerca e sviluppo di vaccini, comprese le ultime tecnologie innovative. Ha lavorato anche per il team Global Health Discovery della Bill & Melinda Gates Foundation a Seattle (USA) come Senior Program Officer prima di assumere un incarico presso la Global Alliance for Vaccines and Immunization (GAVI) a Ginevra come Senior Ebola Program Manager. Al GAVI ha monitorato le ricerche per un vaccino contro l'Ebola. Ha anche rappresentato GAVI nei forum con altri partner, tra cui l'Organizzazione mondiale della sanità, per esaminare i progressi nella lotta contro l'Ebola e progettare dei piani in preparazione ad una pandemia globale.

In altre parole, i suoi avvertimenti sulle vaccinazioni di massa in caso di pandemia non avevano alcuna probabilità di essere delle tesi deliranti (clicca qui, per le traduzioni di Vocidallestero vedi qui e qui ).

Add comment

Submit