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sinistra

Brevi note afghane: la fine dell'egemonismo USA

di Luigi Ambrosi

Se Saigon nel 1975 rappresentò la più grave sconfitta dell'imperialismo USA dal dopoguerra, Kabul 2021 rappresenta la più grave sconfitta non solo degli USA ma dell'intera Nato e dell'intera alleanza imperialista occidentale, quella che pomposamente e artificiosamente si definiva "la comunità internazionale". Finisce la Governance assoluta degli USA/Nato sul mondo.

La così facile avanzata e presa del potere da parte della resistenza afghana non è pensabile al di fuori di un preventivo accordo sia delle diverse fazioni afghane, incluse quelle governative, sia di importanti soggetti esterni, Cina, Russia e Pakistan; accordo probabilmente subìto dal Governo USA. Gli altri soggetti della Nato hanno dovuto accettare la ritirata o il riposizionamento USA, India inclusa...

Evidentemente la mediazione sostenuta da Cina, Russia e Pakistan ha trovato il consenso di tutte le forze afghane: solo cosi si spiega la rapida conquista del nord afghano, (dove non è presente l'etnia pashtun, base etnica dei talebani) e la mancanza di reazione delle forze governative, sicuramente rassicurate in precedenza dall'ipotesi di accordo. I Talebani sono stati accontentati da una conquista non sanguinosa del potere e dalle dimissioni del presidente in carica, Ghani.

Cina e Russia ottengono l'allontanamento dal centro dell'Asia delle forze USA/Nato, che lì erano state posizionate come spina nel fianco dei loro confini e perchè chi controlla il centro dell'Asia controlla l' Eurasia, e chi controlla l'Eurasia controlla il Mondo (nota dottrina politico-militare dell'imperialismo inglese del 1800 )

Cina e Russia ottengono una umiliante sconfitta dell'unilateralismo USA/NATO, dopo trentanni di egemonismo guerrafondaio.

La Nuova Via della Seta si può arricchire di un nuovo ed importante partecipante, l'Afghanistan: il progetto di integrazione economica dell'Asia Centrale potrà solo avanzare con vantaggi reciproci per tutti; in questo senso il Pakistan, già in avanzata fase di integrazione nella Via della Seta, deve aver avuto un ruolo determinante nella mediazione con le forze Talebane.

La nuova governance afghana potrà contare finalmente dopo decenni di un periodo di pace e di investimenti stranieri (soprattutto cinesi) in infrastrutture e industria mineraria.

Se è vera l'ipotesi di un accordo tra tutte queste forze interne ed esterne, la nuova governance sarà molto più morbida e diplomatica di quanto la stampa occidentale vuol far intendere (i guerrafondai della NATO non dovrebbero fare la fine delle forze inglesi nell''800, sterminate e decapitate): c'è fretta da parte di tutti gli attori di ricostruire il nuovo Afghanistan

Le forze USA/Nato ora dovranno ripiegare in difensiva e dovranno rendere conto al mondo ed alle proprie popolazioni di vent'anni di guerra, di morti e distruzioni, di denaro pubblico sprecato e regalato alle lobby dell'industria militare. L'Italia ha speso 9 miliardi e avuto 53 morti.

L' Afghanistan è il 2° atto della ritirata degli Usa dallo scenario internazionale, e segue il 1° atto, la rinuncia ad impedire la realizzazione del North Stream 2 in Europa, cioè l'integrazione dell'Europa Occidentale alle forniture energetiche con la Russia (ed il conseguente abbandono dell'alleato Ucraina).

Il 3° atto dovrebbe avvenire in Irak ad Ottobre, con il ritiro definitivo e totale delle forze USA, e successivamente in Siria.

Un atto successivo dovrebbe riguardare la Libia, con elezioni presidenziali a dicembre(?) ed il ritorno al potere dei Gheddafi.

E' interessante notare che quanto voleva fare Trump (e che proprio l'alleanza neocons-democratici gli ha impedito di fare), cioè un parziale ritiro delle forze USA dallo scenario internazionale (Afghanistan, Siria e Irak), e migliori rapporti con la Russia, viene ora realizzato da un Presidente Democratico.

Proprio Biden appena eletto la prima cosa che disse fu "Rassicuro i nostri alleati (NATO), gli USA sono tornati": ora deve gestire lui la ritirata, che però altri analisti chiamano riposizionamento in quanto presumono che gli USA spostano le forze intorno al loro attuale nemico principale, la Cina. Costernati gli alleati europei, che, come dice la Merkel, motivano questa ritirata per la debolezza interna degli USA. I popoli del mondo non possono che esserne felici.

Comments

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Alessandro
Friday, 20 August 2021 12:00
Ottimo articolo. Tutti oggi sono in apprensione per quello che accadrà in Afghanistan e di una possibile recrudescenza terroristica internazionale, io invece penso alle conseguenze che avrà l'imperialismo ferito a stelle e strisce, molto più pericoloso.
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Alessandro
Friday, 20 August 2021 11:59
Ottimo articolo. Tutti oggi sono in apprensione per quello che accadrà in Afghanistan e di una possibile recrudescenza terroristica internazionale, io invece penso alle conseguenze che avrà l'imperialismo ferito a stelle e strisce, molto più pericoloso.
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