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bastaconeurocrisi

La politica “che non sa dare risposte”

di Giorgio Cattaneo

Mi fanno sorridere le affermazioni che si leggono / sentono tutti i giorni, in merito ai successi di Mario Draghi. I quali successi sarebbero l’indicazione che “la politica non sa dare risposte, ci è voluto un non politico per ottenere dei risultati”.

Sui risultati in effetti sarebbe lecito smorzare un po’ gli entusiasmi (come, bisogna riconoscere, Draghi stesso non manca di fare).

Il PIL nel 2021 è rimbalzato, ma ha recuperato solo in parte il calo del 2020. E il rimbalzo l’hanno fatto due cose: le riaperture e la liquidità immessa nel sistema economico con i vari DL ristori, sostegni ecc. Inclusa la molto significativa, anche se parziale, applicazione della Moneta Fiscale attuata con il Bonus 110.

Tutte cose che, è corretto ammettere, aveva avviato e in larga misura attuato il governo Conte 2.

Lasciamo poi perdere il PNRR e il Recovery Fund. Non solo perché anche quelli sono stati varati durante il governo precedente, ma anche e soprattutto perché da lì sono arrivati pochissimi spiccioli – sostanzialmente a debito e fortemente vincolati e condizionati – che, è lecito sospettare, all’economia italiana faranno più male che bene. E che comunque non hanno avuto impatto sui risultati 2021.

Mi astengo dal giudicare i risultati del contrasto al Covid. Limitandomi a constatare che il problema non è risolto, nonostante le restrizioni (la cui efficacia è perlomeno discutibile).

Di meglio rispetto a Conte, di sicuro, Draghi ha l’immagine promossa dai media paludati. Questo però non significa che Draghi sia meglio o peggio di Conte. Significa che è apprezzato dall’establishment, perché è uno di loro.

Il che mi conduce a una semplice constatazione. Anche volendo ammettere (e, come visto, ancora la prova provata non c’è) che Draghi, da non politico, sia in grado di ottenere risultati che i politici non conseguono, la ragione è (sarebbe) che Draghi ha spazi d’azione che ai politici non vengono concessi.

Io mi auguro, ad esempio, che Draghi (se resterà al governo ancora per tutto il 2022) possa ottenere la revisione del Patto di Stabilità e delle regole di funzionamento dell’Eurozona che sono (e lo dice lui per primo) assolutamente indispensabili. Ma vi ricordate gli psicodrammi mediatici, l’Italia messa alla berlina come irresponsabile sfasciacarrozze, i populisti brutti e cattivi additati come pericoli per la stabilità finanziaria europea se non mondiale, quando si discuteva se il deficit pubblico potesse arrivare all’1,8%, al 2,4%, al 2,04% ?

Draghi è “uno di loro” (loro essendo l'establishment, non i populisti...) quindi ha spazi di azione e forse (forse) può ottenere dei risultati.

I politici, abbiano o non abbiano buone idee, semplicemente non hanno leve di azione, perché sono ingabbiati dagli infernali euromeccanismi e vincolati in tutte le direzioni dalle élites.

Si può discutere se la politica italiana sappia o non sappia “dare risposte”. Ma il punto non è quello. Il punto è che va al governo con poteri molto più di forma che si sostanza.

Non è così da oggi, è sempre più così da quando esiste l’euro e in particolare da dieci anni in qua, da quando la crisi dei debiti sovrani ha portato alla rimozione di Berlusconi.

Intendiamoci, meglio lo scaltro Draghi che il catastrofico Monti. Però se abbiamo Draghi, e se molti (me compreso) trovano che il meglio, o il meno peggio, sia che continui a condurre le danze, il motivo non è che non esiste (in teoria) un direttore d’orchestra alternativo. È che il direttore alternativo si troverebbe senza bacchetta, senza spartito e senza orchestra.

Ve la dico ancora più chiaramente: il punto non è se la politica sappia o no dare risposte. Il punto è che la politica, gradualmente ma in maniera sempre più spinta, in particolare da dieci anni a questa parte, è stata espropriata del suo ruolo.

A qualcuno farà piacere. A me no. Non perché provi sconfinata ammirazione nei confronti di un particolare politico, ma perché vedo cos’era l’Italia 30, 20, 10 anni fa, e vedo cos’è oggi.

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