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theunconditional

Questo paese è una città in fiamme

di Marco Palladino

Siamo andati oltre la nausea. Oltre ogni immondizia immaginabile. Questa politica e queste istituzioni, offenderebbero una discarica. Gente che fa solenni promesse, poi smentite senza vergogna. Come succede ormai da tempo, vincono gli usurpatori e gli occupanti stranieri. Grazie a dei veri e propri maggiordomi, che non sanno neanche offrire uno spettacolo accettabile.

Il timone è saldamente in mano ai “mercati” che dal giorno del Britannia, ci tengono in scacco. Questo all’apice. Nei piani sottostanti, quelli dei luogotenenti, una guerra tra bande da fare invidia alla Chicago del 1929.

Come dimostra la vicenda Belloni, responsabile dei servizi, lanciata vincente ieri sera e impallinata immediatamente in primis da Renzi. Illuminante lo scontro acceso tra quest’ultimo e il re della maratone televisive, che ha sfiorato l’offesa personale. Una mattanza che ha operato persino all’interno delle singole formazioni politiche: Conte contro Di Maio, Salvini contro Giorgetti. Per il bene dell’Italia, statene certi.

Questo paese è una città in fiamme, sotto saccheggio. Condito da comportamenti umani ributtanti.

La realtà ha superato di gran lunga il copione decadente e raccapricciante degli orribili personaggi di Sorrentino, inseguiti da giornalisti che offendono quello che dovrebbe essere il loro mestiere. Come i vermi succhianti di dantesca memoria. Il tutto ricoperto da tonnellate di ipocrisia indicibile: dimentichi di tutte le cose precedentemente dichiarate, stasera hanno vinto tutti. Come sempre. Ed hanno ragione purtroppo.

Quello che perde sempre è il popolo, per la stragrande parte ignobile e stupidamente complice della sua stessa rovina.

Come il personaggio del film Dogman. Solo che costui alla fine reagisce. Noi non abbiamo neanche questa speranza.

Perché è stato accettato ormai di tutto. Persino le cose che qualche anno fa erano patrimonio dei complottisti ed ora sono fatti tragici, come una mostruosa apartheid che ogni uomo equilibrato e civile, indipendentemente dalle sue idee personali, non dovrebbe mai avallare. Invece l’inaudito, diventa normalità quotidiana, nelle menti annientate e manipolate di una comunità diventata troppo mediocre per vedere la follia odierna. Come uno studente morto lavorando gratis, mentre sarebbe dovuto essere a scuola. Tra la complicità, in primis degli insegnanti, che avrebbero dovuto insorgere e poi di tutti gli altri, che abbassano ormai la testa davanti a tutto.

È come se dai nostri cervelli avessero strappato ogni limitatore morale, ogni avviso di allarme di pericolo, ogni briciolo di coscienza. La vita è diventata una dimensione puramente biologica, in una logica di brutale sopravvivenza, senza riflessione e reazione alcuna, totalmente indifferenti all’abominio circostante, che non ha più limiti.

"Confortably Numb" cantavano i Pink Floyd. Piacevolmente insensibili.

Ecco la specie degli anni venti del duemila. Alla velocità della luce verso l’abisso.

Avanti così. Il viaggio è ancora lungo.

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