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La partita strategica americana

di Pierluigi Fagan

Il primo giorno del conflitto russo-ucraino scrissi che l’obiettivo americano era l’estromissione della Russia dallo SWIFT e sono bastati quattro giorni per raggiungerlo, pare. Ho scritto anche che Putin avrebbe messo i fatti sotto le parole perché le relazioni politiche con l’Occidente non consentivano più si sperare di modificare lo stato delle cose con altri mezzi. Ho anche evidenziato che la frase del russo pronunciata al primo giorno di attacco: “… risposta della Russia sarà immediata e vi porterà a conseguenze che non avete mai sperimentato nella vostra storia”, andava perciò presa nella sua letteralità, il che le dava un sapore molto inquietante.

Sul piano geopolitico, tutto ciò porta ad intravedere una nuova condizione del tavolo di gioco. Gli USA hanno ottenuto presto il loro obiettivo, separare per lungo tempo in maniera profonda ed irreversibile, l’Europa dalla Russia. La Russia è nei fatti, oggi, l’untouchable del sistema internazionale e vale per lei come per chiunque altro manterrà con lei rapporti organici. Come molti hanno notato, l’altro giorno, alcuni paesi europei sono passati dall’esclusione dell’opzione SWIFT per cause di forza maggiore al veloce riallineamento sulla possibilità di applicare il bando.

Non si ottiene un riallineamento così ordinato e soprattutto veloce su una questione così concreta e complessa in un giorno chiacchierando o urlando al telefono con brutte o belle parole, anche qui ci vogliono i fatti. Cos’ha mosso Scholz, Macron e Draghi a passare dalla solita melina ad addirittura inviare armi sul fronte di guerra facendola diventare una propria guerra?

Sebbene a noi i fatti appaiano in una sequenza di scoperte quotidiane, ci sono strategie lungamente pensate da parte quantomeno dei due principali giocatori del gioco, USA e Russia. Sono le strategie ad ordinare la sequenza dei fatti. Putin non è pazzo, gli americani non sono dei cialtroni giunti alla fine del loro tempo come alcuni hanno letto nel ritiro dall’Afghanistan. Sono due potenze e stanno giocando la partita al pieno delle loro forze.

La previsione, per altro relativamente facile, è che ora gli USA potranno rispolverare un vecchio arnese comparso nella politica delle relazioni tra blocchi, qualcosa di simile al TTIP. Biden ha sicuramente promesso agli europei, un nuovo trattato commerciale pieno di belle speranze, per compensare delle obiettive e destabilizzanti perdite che il pacchetto sanzioni-SWIFT-bando della Russia nel girone degli intoccabili che colpirà gli europei forse anche più che i russi stessi.

Ricordo brevemente che il TTIP venne promosso da Obama, come il suo omologo TPP nell’area del Pacifico, riscuotendo perplessità in patria, silenziosa ambiguità da parte degli europei, allungando i tempi delle trattative fino a che i democratici persero le elezioni in favore di Trump. Trump, decise di giocare la partita strategica diversamente, non tanto nella strategia generale quanto nella tattica. Il TTIP scomparve del tutto mentre il TPP venne abbandonato dagli USA. Il Giappone se ne fece allora promotore ulteriore tant’è che poi è stato firmato come CPTPP nel 2018 tra 11 Paesi dell’area. La Cina ha chiesto da tempo l’ammissione al CPTPP, ma la procedura va a rilento. Una nuova versione del TTIP riprenderà quindi la vecchia strada strategica stante che quella strategia elaborata allora lo è stata dalla stessa élite che oggi ha riferimento in Biden.

Sarà per Biden più facile farlo digerire internamente poiché sarà redatto in forma meno problematica per gli americani, il mercato americano ne vedrà al contempo con più chiarezza necessità ed opportunità. Da subito, è probabile che gli USA dovranno compensare cadute di fornitura su gas e grano con esportazioni, ma la catena delle conseguenze alimenterà nel tempo molto più flusso vantaggioso per l’economia americana.

Sarà meno problematico per gli americani anche perché gli europei non potranno trattare quasi nulla non avendo alternative, ed avendo anche una certa fretta di compensare il disastro economico provocato dagli eventi e loro gestione, almeno da quanto si vede già nei primi quattro giorni.

Creerà un sistema commerciale di grande massa, il primo della nuova globalizzazione 2.0 che passa dalla forma globale anni ’90-’20, alla forma multipolare basata su regioni. Per quanto la partita multipolare sia ancora lunga, il polo occidentale a guida americana così formato, sarà obiettivamente il polo di prima massa e la massa, facendo gravità, ordina.

Per altro, l’annunciata strategia Biden di compattamento delle “democrazie di mercato” in competizione soprattutto con la Cina, ha già perseguito concretamente questa strada con la prima riunione del nuovo TTC (Trade and Technology Council) lo scorso settembre a Pittsburgh. Per ora il TCC è focalizzato sul campo tecnologico, digitale, conversione ecologica, ma le sue annunciate dieci commissioni di lavoro sembravano già pronte ad allargare il campo. È chiaro che tutti i normali attriti di contrapposto interesse che già segnarono le trattative TTIP, ora verranno spianate nel minor tempo possibile.

Indirettamente, una Europa conformata al sistema New-TTIP, sarà oggettivamente impedita a continuare i suoi ambigui rapporti con la Cina, ci saranno opportune clausole per recintare l’Europa entro i limiti giuridici del Trattato. Il che, di contro, servirà anche nelle partite con l’altra parte del mondo, la parte asiatica. A questo punto non ci sarà più una collezione di Stati europei con cui fare bilaterali, per i Paesi ASEAN, gli stessi CPTPP, il RECEP con dentro anche la Cina etc. A questo punto il New-TTIP che conterà USA-EU-UK (AUSTRALIA-NZ sono già nel CPTPP mentre Australia con USA ed UK sono nel nuovo trilaterale di sicurezza AUKUS) conterà più del 50% del Pil mondiale. Impossibile per tutta l’area dentro un giro di compasso con punta conficcata nell’ovest euroasiatico, pensare di fare affari con altri che non siano nel cerchio magico. Una seconda carta questa giocata forse ieri per allineare gli staterelli europei, nel senso che aprirà nuova opportunità di egemonia larga, economica per gli europei, geopolitica per gli USA.

Il New-TTIP, a questo punto, sarà portato in dote al già operante CPTPP con gli undici asiatici-pacifici, tramite gli USA (con il nuovo NAFTA ovvero USMCA -USA-Messico-Canada-, firmato da Trump)nche diventeranno perno centrale dei due trattati. Così si mettono a posto anche le ambigue relazioni che molti asiatici-pacifici hanno con la Cina. L’India non avrà altra scelta che aderirvi per obiettivo interesse ed a quel punto, mancanza di alternative altrettanto valide. Quest’ultima ipotesi non è liscia, l’India sa tutto questo e l’India non ha minore interesse multipolare di Russia e Cina, tant’è che il suo primo pronunciamento ONU sull’invasione russa è stata l’astensione.

Tutto ciò corroborerà anche la riformulazione della partita energetica ricordando che l’energia fa struttura, ha bisogno di forti shock esogeni per riformularsi dopodiché -riformulata- diventa una gabbia di interdipendenza strutturale difficilmente reversibile. Si vedrà come s’intende sopperire alle eventuali cadute di forniture russe (saltano tubi in Ucraina? Putin chiude i rubinetti? Alza i prezzi all’impazzata? Arriva energia dagli USA e dal Medio Oriente? Si sdoganano le trivellazioni in tutto il Mediterraneo che nella parte est è pieno di gas?) nel breve. Quella energetica è una partita molto complessa che meriterebbe analisi specifiche che qui non possiamo dettagliare. Ma possiamo immaginare la forte spinta che tutto ciò porterà al nuovo “piano straordinario per la conversione green”, le cui promesse di business avranno fatto crollare anche le ultime resistenze germano-italiane.

È infatti chiaro che poiché agli shock si reagisce in modo straordinario, la linea Macron-Draghi di ampliare le forme e l’entità del debito comunitario avrà ora nuove e più evidenti ragioni. Come nel kintsugi giapponese, l’arte di rimettere assieme i cocci è il “riparare con l’oro”.

Comments

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Giorgio Bertolini
Monday, 28 February 2022 20:18
Quando mai l'Europa si è distanziata dagli Usa nelle decisioni di politica internazionale economica o di natura bellica?
L'Europa ha costruito con gli Usa tutti gli organismi che regolano il capitalismo e che lo sostengono e innovano, dalle banche a servizio come FMI e Banca Mondiale allo Swift e con nulla escluso, ivi incluso il blocco di fatto dell'Iran a cui l'Europa ha negato ogni appoggio pur fingendo di non abbandonare il patto come invece fece Trump.
L'Europa ha partecipato a tutte le guerre americane(eccettuata Grenada per assenza di rilievo e necessità) sia in Medio Oriente (Libia,armi all'Arabia Saudita contro lo Yemen e Iraq, in Asia in Afghanistan e soprattutto in Europa bombardando con gli Usa la Serbia per staccarne la provincia del Kosovo, culla della Serbia ed esattamente all'opposto di quanto avviene oggi in Ucraina con il Dombass.
Non ha senso parlare di manovre degli Usa per legare l'Europa perchè nessuno le ha mai divise nè da parte dei capitalisti nè da parte dei politici che corrono a leccare i piedi ai padroni capitalisti europei e a quelli americani.
Guardiamo ai fatti usando il sano metro della storia.
Se il capitale non avesse timori e mire specifiche sull'uso dell'Ucraina per assediare la Russia avrebbe lasciato fare permettendo con la diplomazia e il proprio peso economico l'esistenza delle repubbliche del Donetz come ha fatto per Ossezia e Transnistria e lo stesso Donetz dal 2014 ad oggi.
C'è quindi qualcosa di nuovo ed è la comprensione, forzata da Putin, che il gioco poteva cambiare e l'ordine del mondo in Europa poteva modificarsi quando qualcuno che ne ha i mezzi prende delle decisioni radicali contrarie agli intessi del blocco capitalistico di potere che oggi non si sente così più sicuro di poter fare quello che vuole: è allora che un timore mascherato da reazione violenta fa sì che una comunità di stati violi tutte le leggi internazionali e le proprie armando eserciti in guerra e schierandosi senza ritegno nè calcolo anche se i suoi cittadini potessero soffrirne, arrivando a bloccare la stampa altrui dopo valanghe di vomito mediatico sulla libertà di stampa.
Non era l'Europa che accusava altri paesi di non permettere ai suoi cittadini di ricevere le notizie da altre fonti diverse dalle proprie?
Come chiamavano i governi capitalistici il blocco dei media nei paesi loro avversari? La chiamavano paura della verità.
Quindi alla fine la paura emerge, altro che manovre intercapitalistiche!
L'Europa, gli Usa , Il Giappone e gli altri piccoli accoliti nel Pacifico sanno che gli altri paesi stanno guardando e trarranno le conclusioni da quanto accadrà in questo scenario e così decideranno come schierarsi.
Tuttavia i nostri padroni non possono stavolta fare come vogliono perchè non possono sbrigarsela con un'aggressione "umanitaria"come sempre hanno fatto con piccoli paesi indifesi.
Hanno paura del futuro e sono pronti a tutto fuorchè a rimetterci la pelle propria preferendo quella degli Ucraini pompati dai media alla stregua dei nostri lobotomizzati concittadini d'Europa.
E' questa la guerra del capitale mondiale quasi tutto "occidentale" contro il resto
del mondo e contro la Russia.
Se Putin ottiene quello che vuole il mondo "occidentale", come una diga contro l'umanità, potrebbe iniziare quelle fessurazioni non al suo interno ma verso il resto del mondo, asia e Africa in primis (vedi Francia e Danimarca che sono cacciati da ex colonie in cui facevano quello che volevano).
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marku
Monday, 28 February 2022 15:33
Gent.mo Alfred
come si dice
famo a non capisse
l'analisi in questione
parte dai forse di oggi
per arrivare allo scorrere dei prossimi decenni
prendendo a spunto
una serie di congetture economiche e geopolitiche
che sono sicure
come la mia vincita di domani al
superenalotto

quello che volevo dire
fatto salvo che la mia
è una parola d'ordine
a tutt'oggi
più velleitaria
che pratica

è il fatto che il tempo è scaduto

le macro contraddizzioni
intercapitalistike
sono al culmine del crinale

e la russia
ha deciso che
la decisione della parte verso cui farle andare
verrà deciso dalla G U E R R A
visto che le richieste di accordo
intercapitalistiko
non vengono ascoltate
ma si lavora per inglobare
terrra e popoli
nel matauniverso
occidentalocentrico

la mia non è una battuta
vi è su youtube maa anche in cartaceo
il discorso dello zar protempore
tradotto anche in titaliano
parola per parola

Se avete la pazienza di
leggere
esoteriche analisi macroeconomiche

avrete la pazienza di riascoltare
uno dei protagonisti

lo sfidante n. 1

https://www.nicolaporro.it/cari-russi-e-questione-di-vita-o-di-morte-ecco-la-discorso-di-guerra-di-putin/

CHE VIVA ROBESPIERRRE
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Alfred*
Monday, 28 February 2022 14:10
Non mi sembra che abbia messo in discussione che la Russia ha perso la pazienza o altro. Per il resto, l unione tra gli oppressi, non credo sia una cosa che si costruisce con i desideri, anche se molto intensi. Credo sia impossibile, adesso, capire se quello che descrive e'frutto di una strategia, di sicuro c'e' che il panorama che si prospetta potrebbe proprio favorire alcune politiche imperiali dei nostri gia' abbastanza padroni. Altra cosa sicura e' che dopo l ucraina, che la Russia vinca o meno, ci sara' una netta separazione tra russi e europei. Se ci convincono a estrometterli dal sistema finanziario l' E uropa sara' in balia degli USA, per lungo periodo (le sanzioni iniziano, ma di solito non finiscono).
Al mondo ci sono anche altre dinamiche e non e' detto che riusciranno a creare un blocco che tenga, ma questo lo scopriremo solo restando vivi, se possibile, saluti
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marku
Monday, 28 February 2022 12:46
elucubrazioni da apprendita stregone

Basta riavvolgere il nastro del discorso con cui putin ha avviato
in nome dello zar di tutte le russie
le operazioni speciali
nella neonazistika ukraina
imbottita di armi occidentali
e fino a ieri a menar vanto
della miseria
distribuita al popolo
in nome dell'occidente
che oggi continua a mandarla al massacro
perchè è la bellezza di cinque giorni in guerra
e ha come ultima risorsa
la guerriglia
fatta dai poveri
mentre gli oligarchi locaali
se ne sono andati con i jet privati

La pazienza in russi è TERMINATA
restano solo da vedere
le conseguenze mai viste

altro che tttp ptt o poste e telegrafi

prepararsi a disertare e boicottare la guerra interimperialistika

trasformare la guerra imperialistica
in guerra civile

CHE VIVA ROBESPIERRE
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