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sollevazione2

Sull'orlo dell'abisso

di Franco Cardini

Nel Donbass non ci sono bambini che abbracciano piangendo le bamboline, e nemmeno vecchiette che attraversano penosamente la strada...

… così come non ce n’erano né la traccia né l’ombra, una manciata di anni o di mesi fa e anche adesso, né a Gaza, né a Beirut, né a Belgrado, né a Kabul, né a Baghdad, né a Tripoli, né a Damasco.

Cari miei, parliamoci chiaro. Sono ormai tre notti che quasi non dormo per seguire quel che avviene tra Russia e Ucraina, due paesi che mi sono carissimi e dove ho tanti amici; da tre giorni sto attaccato al telefono e al computer. Anch’io combatto, anch’io fo la mia guerra, come canticchiavano un’ottantina di anni fa bambini poco più grandi di me (io ero troppo piccolo per cantare). Questa guerra me la sento addosso, me la sento dentro: e mi fa male. Al tempo stesso, è chiaro che sono indignato e inferocito come forse non mai.

Fermare la guerra. Era già in atto da tempo, ma “l’Occidente” – questa parola infame e ambigua, che oggi sembra tornare di gran moda – non faceva nulla per ridurre il governo ucraino a più moderati consigli. Al contrario. L’aggressività di Zelensky nei confronti del Donbass si fondava sulla ferma convinzione che la NATO fosse disposta a tutto pur di metter a punto il suo disegno di avvicinarsi varie centinaia di chilometri alla frontiera russa e installarvi i suoi missili a testata nucleari puntati su Mosca, quelli in grado di colpire a oltre 3000 chilometri. Il governo russo ammoniva severamente, poi minacciava: ma si era sicuri che non avrebbe osato. Invece alla fine ha osato eccome. Non come aggressore, ma come a sua volta minacciato di aggressione.

Fermare la guerra. È questa la priorità. Forse si sarebbe dovuto agire prima: da parecchi giorni ormai la stretta ucraina sulle città del Donbass si era fatta più pesante, mentre Zelensky insisteva per essere ammesso nella NATO in extremis. Era una speranza disperata, una follia: ma era non meno chiaro che Putin prendeva in considerazione tale possibilità estrema, che se si fosse verificata gli avrebbe definitivamente legato le mani oppure costretto a considerarla come una dichiarazione di guerra de facto. Ma il presidente ucraino andava irresponsabilmente per la sua strada, certo di avere il gigante americano alle sue spalle. È incomprensibile, ma non si era reso conto che Putin a quel punto poteva fare solo quello che ha fatto: e farlo subito.

Fermare la guerra. Era la priorità fin dall’inizio. A livello diplomatico, quando una guerra incombe, si ricorre a trattative magari affrettate, magari “in perdita”, perfino col rischio di apparire deboli. Si fanno proposte, e quindi bisogna anche offrire qualcosa di appetibile. Ad esempio esporre in che misura e fino a che punto si è disposti ad alleviare un sistema sanzionario in atto a fronte di un arresto o di una ritirata del nemico ch’è ancora potenziale. Da quando in qua si risponde a una minaccia di guerra aggravando le ragioni che l’hanno provocata, a meno che quella guerra non la si voglia sul serio e a tutti i costi?

Ora, ecco qua. Un’aggressione degli ucraini contro il Donbass è irrilevante: non la si vede da lontano, ha modestissime dimensioni e può essere “dimenticata” tanto più che i russofoni della foce del Don non interessano a nessuno in Occidente. Ma quando si muove l’Orso di Mosca, tutto cambia aspetto: e giù col mostro aggressore, col tiranno assassino. Giù con i media asserviti quasi tutti alla politica (quindi al parlamento italiano eletto con un numero di votanti così basso come prima non si era mai visto), la quale con i suoi partiti esangui, sempre meno autorevoli presso la pubblica opinione e sempre più omologati – fra il “patriottismo sovranista” della Meloni, l’euratlantismo blindato di Renzi e l’euratlantismo solo apparentemente più articolato di Letta non c’è pratica differenza – è a sua volta asservita agli alti comandi della NATO e al presidente degli USA, a sua volta asservito alla logica del potere, del profitto e della produzione dettatagli dai Signori di Davos. Che poi questi ultimi comincino a loro volta a preoccuparsi per le ripercussioni delle sanzioni alla Russia, è un altro discorso: e ne vedremo in atto le conseguenze fra qualche giorno.

Attenti quindi al pacifismo peloso di chi si preoccupa per i suoi interessi e i suoi profitti: se Mosca piangerà, non rideranno né Wall Street, né la City, né Francoforte. Questo è quanto preoccupa ora lorsignori, non certo i disagi e le sofferenze della gente. Mentre si continuano a ignorare o a fraintendere i segnali. Ad esempio, i russi indugiano a sottoporre Kiev alla stretta finale. Davvero si crede che siano stati impressionati dal fatto che il governo ucraino ha fatto girare qualche fucile tra gli adolescenti e i vecchietti? Davvero non ci sfiora il sospetto che stiano fermi in quanto sono in corso trattative e Putin intende dare agli ucraini il tempo d’una pausa di riflessione che, se volesse, potrebbe tranquillamente negare?

Ma intanto sono senza dubbio le vittime del momento a salire al proscenio e ad essere sistemati nelle lucenti vetrine massmediali. Che c’inondano di bambini e di bambine che piangono abbracciando orsacchiotti e bambolette e gattini, di vecchiette che penosamente attraversano le strade sotto i bombardamenti, magari perfino con quel Grandguignol di volti insanguinati e di cadaveri dilaniati che specie in TV è oggetto da sempre di un trattamento bipolare: vi sono cadaveri di serie A che si debbono mostrare per trasformarli nella moneta sonante del consenso e cadaveri di serie B che è meglio nascondere per non “turbare” chi li vede. Ed è evidente che i morti di Kiev ucraini sono di serie A: come le bambine che piangono avvinghiate agli orsacchiotti e le vecchiette che penano ad attraversare la strada per porsi al riparo.

Ma di grazia, razza di vipere e sepolcri imbiancati che non siate altro; ci voleva Kiev per svegliarvi all’umana compassione suscitata per ricavarne risultati politici antirussi? È vero che, in un passato anche recente, le città di Gaza, di Beirut, di Belgrado, di Kabul, di Baghdad, di Damasco, erano piene di cadaveri di serie B dei quali non si doveva parlare per non “turbare” le nostre coscienze, ma davvero non vi eravate accorti della massa di sofferenza che i nostri bombardamenti “chirurgici” e le nostre bombe “intelligenti” stavano provocando? Anzi, mi ricordo i gridolini di gioia che si alzavano dai salotti delle buone famiglie italiane, in quelle notti del 2003 in cui la TV ci mostrava il bombardamento di Baghdad, con il fantastico sfrecciare di quei raggi verdi sugli edifici presi di mira. Che spettacolo! Ci pensavate alla pena e al terrore là sotto? Bene: ora è il turno degli ucraini per soffrire e per aver paura. Domani potrebbe arrivare anche il nostro turno, e pensare che ci preoccupiamo già del gas per il riscaldamento. Se comincia così, la nostra volontà di resistenza…

Lavoriamo per la pace, dunque. Ma facciamolo con realismo, senza piagnistei e senza isterismi manichei. Manifestare per la pace ma al tempo stesso “schierarsi con l’Occidente”, “senza se e senza ma”, significa solo contribuire a correre a passo di carica verso una prosecuzione e un allargamento del conflitto che non può giovare a nessuno. Le guerre, le perdono tutti.


Fonte: francocardini.it Minima Cardiniana 367/2

Comments

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Ferdinando Mandara
Monday, 07 March 2022 19:53
La sua frase iniziale è vera, ma il ragionamento è reso non credibile dal fatto che non ricorda tra le vittime quelle della Cecenia o quelle dell'Afghanistan quando lo invase l'Urss. Va benissimo denunciare i crimini dell'occidente ma far passare Putin come un innocente minacciato dal rischio che arrivi la Nato ai suoi confini, quando c'è già, o che arrivino i missili a L'180 km da Mosca quando lei stesso dice che hanno una gittata di 3200 km. non sta proprio in piedi.
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Francesco Demarco
Monday, 07 March 2022 07:42
In questa guerra è diverso, in massima parte, morirà chi ha già deciso di morire e così. libererà il campo.
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Alfred*
Monday, 07 March 2022 08:50
Non so se interpreto bene e mi scuso in caso di cattiva interpretazione. Nelle guerre si muore tutti, in un modo o nell' altro. Si muore anche in modi che non sono necessariamente il lasciarci le penne. In questa guerra moriranno moltissime persone ucraine o russe che non hanno scelto. Se morissero solo Zelenski e le cricche affini (non solo quelle ucraine, ma internazionali e anche di casa nostra) credo davvero che il mondo sarebbe, forse, migliore. Qui sta morendo gente che forse non capisce neanche bene perche' o a cui sono state contate un sacco di balle. Principalmente che le cosidette nazioni libere sono libere di scegliere il padrone che reputano migliore. A volte e' cosi, si puo solo scegliere il padrone, ma se ti dicono che puoi anche scegliere di restare neutrale solo i cretini scelgono di fare le scelte della cricca ucraina, sulle spalle di una nazione intera.
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Alfred*
Monday, 07 March 2022 08:48
Non so se interpreto bene e mi scuso in caso di cattiva interpretazione. Nelle guerre si muore tutti, in un modo o nell' altro. Si muore anche in modi che non sono necessariamente il lasciarci le penne. In questa guerra moriranno moltissime persone ucraine o russe che non hanno scelto. Se morissero solo Zelenski e le cricche affini (non solo quelle ucraine, ma internazionali e anche di casa nostra) credo davvero che il mondo sarebbe, forse, migliore. Qui sta morendo gente che forse non capisce neanche bene perche' o a cui sono state contate un sacco di balle. Principalmente che le cosidette nazioni libere sono libere di scegliere il padrone che reputano migliore. A volte e' cosi, si puo solo scegliere il padrone, ma se ti dicono che puoi anche scegliere di restare neutrale solo i cretini scelgono di fare le scelte della cricca ucraina, sulle spalle di una nazione intera.
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Silvio Moiso
Sunday, 06 March 2022 21:04
Ma buon Dio, non era meglio che il presidente ucraino, invece di continuare a ribadire la sua richiesta di adesione alla NATO non riconoscesse subito l'indipendenza di quelle due regioni russofone del Dombass, proclamasse la neutralità dell'Ucraina e richiedesse di entrare nell' U.E.? Adesso, dopo nove giorni di guerra, è il minimo che dovrà concedere, l'inidispensabile per aprire le trattative, e poi si vedrà quello che, dopo aver allestito una spedizione militare di quasi 200.000 uomini , pretenderà Putin.
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Alfred*
Sunday, 06 March 2022 22:08
Purtroppo la banda di cui fa parte il presidente si aspettava di ricevere l aiuto della Nato e questo nonostante Biden gridasse a reti mondiali unificate che non sarebbero intervenuti. Vuoi che al piccolo cervello di Zelenski sia venuto in mente che non avevano intenzione di arrivare all estinzione di massa del genere umano e non solo? Continua a chiedere e insultare (anche la Nato) perche' non gli passano la no fly zone ( l'anticamera della terza guerra mondiale) e oltre a tutte le sanzioni possibili ( che strangolano soprattutto chi importa materie prime e prodotti russi e sono tanti) ha anche chiesto a ICANN di disconnettere la Russia dall'internet globale. Un tizio che e' stato avvisato in tutti modi di quello che stava per succedere ai poveri ucraini e che adesso continua vedersi come il generale che deve guidare il mondo per punire la Russia ( e si potrebbe anche essere d'accordo, ma farlo significa suicidare il mondo) vuol dire che non ha il senso della realta'. Le sue richieste coinvolgono una serie di attori che se agissero scatenerebbero conflitti allargati, distruttivi e ingovernabili, nonche'nucleari. Avrebbe dovuto negoziare prima del conflitto, non lo ha fatto e non riesce a capire che piu aspetta a fare e accettare proposte serie e piu la situazione peggiora per gli ucraini (e non si capisce quanto gli stanno a cuore), mentre tutti i vicini staranno ben attenti a non attirare i missili russi. Si, dovra'accettare la riduzione territoriale e anche la neutralita' non ci sono alternative, se questo imbec.. pardon soggetto pensa che i paesi della Nato abbiano maggiore liberta' di quella che ha l ' Ucraina rispetto alla Russia provi a immaginarsi se all Italia o altri sia permesso di dichiararsi neutrale o addirittura avere posizioni critiche per non parlare di un cambio di alleanze,. Forse la Turchia azzarda una piccola neutralita', Ma certo non per umanita' o questione ideologica. Se pero la Turchia dovesse decidere che gli conviene stare piu con Putin che con la Nato, quale liberta'avrebbe? Meglio non pensarci
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Franco P
Sunday, 06 March 2022 12:32
Commento sarcastico, ma lucido, realistico e onesto. La via diplomatica è quella che, prima o poi, porterà alla pace. E' stupido e criminoso volerla lastricata di morti.
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