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theunconditional

Gli estremi del conflitto

di Andrea Zhok

Gli estremi che, credo, possano definire la cornice attuale del conflitto in Ucraina sono i seguenti.

1) Sul terreno la Russia è in una posizione di lento avanzamento, con costi elevati, sia interni (sanzioni) sia esterni (vittime), ma non può sotto nessuna condizione arretrare e rinunciare agli obiettivi primari (neutralizzazione dell’Ucraina e messa in sicurezza delle aree russofone).

2) Nelle aree urbane l’avanzamento è particolarmente difficile per la perdurante presenza di civili, che la Russia cerca di risparmiare (non foss’altro per ragioni d’immagine e perché poi con questi vicini di casa dovrà conviverci). La situazione è resa particolarmente intricata da un lato perché i miliziani ucraini a più riprese hanno impedito ai civili di uscire (sono numerose le testimonianze di gente che afferma che gli veniva detto che non esistevano corridoi umanitari e che le strade erano minate), dall’altro perché gli ucraini hanno distribuito le armi alla popolazione, rendendo arduo distinguere civili inermi da reclute occasionali.

3) La massiccia erogazione di armi, finanziamenti e mercenari da parte occidentale crea un ulteriore grave ostacolo alla risoluzione rapida del conflitto, perché anche laddove si arrivasse ad una dichiarazione di tregua o ad una pace, le milizie irregolari (armate anche con armi pesanti) hanno già fatto sapere che non si riterranno vincolate dai patti del governo centrale e che continueranno a combattere fino alla vittoria. Questa circostanza pone la Russia di fronte a due scenari possibili: o riesce a distruggere fisicamente tutti o gran parte dei gruppi paramilitari irregolari, oppure si ritroverà con una nuova guerra del Donbass solo con i confini un po’ cambiati (guerriglia costante e devastante per la popolazione civile).

4) Il quadro complessivo che ne emerge è quello in cui i cittadini inermi, ucraini e russofoni, si ritrovano ad essere le vittime sacrificali a lungo termine di un conflitto tenacemente voluto dagli USA, vigorosamente alimentato dall’Europa, e fatto esplodere dalla Russia. Il meglio che può succedere a queste popolazioni è che la Russia ottenga una vittoria completa e senza residui in tempi brevi, perché solo questa situazione potrebbe condurre ad una pace stabile.

Ma lo scenario di gran lunga più probabile è quello di una libanizzazione dell’area, che decreterà la fine dell’Ucraina civile e la sua trasformazione in un fronte militare perenne. Così invece della neutralità dell’Ucraina su modello finlandese, che era l’iniziale oggetto del contendere, la Nato avrà ottenuto la sua trasformazione in una perenne piaga sanguinante a dividere per sempre la Russia dall’Europa. Piena vittoria della strategia americana, cui va riconosciuto di avere strateghi di un cinismo transumano, ma assai efficienti.

Comments

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Alfred*
Sunday, 27 March 2022 10:24
L'illustrazione dei fatti e' semplice e piana.
Resto non convinto che gli Usa abbiano strateghi.
Non sono esperto di geopolitica, ma resto convinto che se l'europa stara' male e patiranno tutti i paesi che compongono la Nato gli Usa presto potrebbero non stare cosi bene come sembra.
Anche a est, con orban (che detesto) alcuni hanno gia capito che seguire pedissequamente le politiche dettate dagli Usa non conviene. Non e' detto che i vicini, anche se polacchi, quando cominceranno a fare i conti con la realta' energetica e non solo ... comincino ad avere dei ripensamenti. Non le loro classi dirigenti, ma quelli che vengono diretti ...
Una cosa interessante in questo caos ucraino e' la sopravvivenza intonsa delle pipeline di gas e petrolio diretto in occidente.
Non cadono neanche bombe casuali da nessuna delle due parti.
Miracolo?
Oppure ci sono delle ragioni?
Ne avrei alcune, ma tutt* abbiamo delle meningi, si apre il toto: perche' in ucraina tutto muore a parte le pipeline dirette a ovest?
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