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Un laboratorio di disciplinamento sociale

di Nico Maccentelli

Da un’inchiesta di Byoblu si viene a sapere che l’Acer di Piacenza ha avviato una patente a punti sul modello del credito sociale cinese, per gli inquilini assegnatari delle sue unità immobiliari. Dal 19 marzo è stata assegnata una carta a punti agli inquilini, che hanno un bonus iniziale di 50 punti per ogni nucleo familiare. I punti aumenteranno o diminuiranno a seconda del comportamento dei componenti del nucleo. Ad esaurimento dei punti, decadrà il diritto ad avere l’alloggio, con conseguente sfratto.

Il sistema si basa in particolare su un reciproco controllo tra inquilini e relative delazioni. Non solo: sono previste figure di controllo come degli accertatori con facoltà di accedere nel condominio e persino alle unità immobiliari. Uno scenario distopico degno delle peggiori realtà di science fiction, che anche solo due anni fa sarebbe stato inimmaginabile.

In realtà il modello di cui il comune di Piacenza va orgoglioso è ispirato al credito sociale cinese, ossia quella patente a punti che scambia diritti e servizi per comportamenti. Di fatto questo criterio abolisce le conquiste di oltre duecento anni di rivoluzioni borghesi, legando lo status di citoyen a criteri premiali e sanzionatori e non più a quel patto sociale basato su Liberté, Egalité, Fraternité della Rivoluzioe francese.

Una logica di disciplinamento che ci farà sembrare più a dei sudditi di un nuovo assolutismo, di un medioevo neoliberale e capitalistico, che a dei liberi cittadini differenziati solo per le possibilità economiche.

Che a sperimentare questa carta sia una giunta di destra è solo un dettaglio in una società dove destra e sinistra non hanno proprio più segni di distinzione intorno a un governo liberticida come quello Draghi, che ha utilizzato per primo uno strumento discriminatorio come il green pass per imporre un obbligo vaccinale di fatto e senza pagar dazio con un’obbligatorietà legale. Due anni di pandemia sono serviti a questo e oggi questa modalità di controllo biofascista e tecnodigitale sugli individui trovare molteplici applicazioni. Non penso infatti che l’Acer di Piacenza e il Comune si siano mossi per conto loro: questa iniziativa ha il tenore di una sperimentazione calcolata.

In specifico, una “patente a punti” sui nuclei familiari rappresenta un vero e proprio disciplinamento sulle persone che ha anche una funzione politica, poiché diviene difficile se non impossibile attuare anche forme di protesta e resistenza alle misure e ai dispositivi messi in atto dalle autorità e dalle istituzioni in materia abitativa. Se quesa modalità di controllo e discriminazione verrà estesa anche in altri ambiti sociali e di lavoro, le conclusioni le potete trarre anche da soli. Con buona pace di chi blatera tanto di “socialismo dalle caratteristiche originali” riferito alla Cina. Come si può constatare ogni forma istituzionale di dominio del capitale sulla forza lavoro, che sia privato o di stato, neoliberista o pianificato, rappresenta un attacco reazionario alle classi popolari in funzione della stabilità sociale, dei profitti, di gruppi dominanti che siano élite e lobby delle multinazionali e della grande finanza occidentale, o mandarini di partito e burocrazie di Stato.

Da ciò diviene evidente come la lotta contro il green pass e il movimento che in questi mesi è sceso in piazza contro le restrizioni pandemiche, sia di fatto la punta avanzata della lotta di classe a livello internazionale, al di là delle ideologie messe in campo. Dai camionisti canadesi ai gilet gialli francesi, al movimento australiano, austriaco ai nostri “no vax” e portuali triestini, questa onda protestataria ha una valenza fortemente libertaria e anticapitalista rispetto al vetero-sindacalismo nostrano, in grandissima parte anche quello di base, che non ha capito nulla dei dispositivi messi in atto dal governo Draghi, lasciando centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori alla mercé di un green pass, messi a casa da un giorno all’altro, sospesi senza stipendio.

Una lezione che ancora oggi non si è capita e che mette una pietra tombale, ovvero la parola fine a una sinistra radicale falsamente comunista, che non ha più ragione d’essere davanti alle nuove spinte conflittuali tutte da comprendere e sulle quali intervenire.

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