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Cina: le prospettive di Pechino oltre la crisi in Ucraina

di Daniele Cardetta

In questi giorni comprensibilmente gli occhi del mondo sono tutti rivolti verso Kiev e l’Ucraina dove si sta assistendo a una guerra che, a detta di molti esperti di geopolitica, potrebbe portare a un cambio degli equilibri strategici globali. Mentre lo spettro di un conflitto nucleare spaventa il mondo, l’attenzione di Washington si spinge ben più a Oriente rispetto all’Ucraina, attraversa l’India e raggiunge Pechino. Non è certo una novità che la Repubblica Popolare Cinese rappresenti il vero “nemico” dell’establishment americano e in tanti hanno visto nel conflitto in Ucraina, e nel possibile conflitto Occidente-Mosca, una sorta di antipasto (o una prima tappa di avvicinamento) di quello che potrebbe succedere da qui a breve a Taiwan.

E’ proprio di queste ore la notizia che Pechino avrebbe deciso di rinforzare il proprio arsenale nucleare così da aumentare la deterrenza nei confronti degli Stati Uniti in caso di un surriscaldarsi della situazione a Taiwan. Secondo il Wall Street Journal[1] sarebbe stata la presunta “cautela” americana a intervenire a Kiev a convincere Xi Jinping ad accelerare sulla strada dell’armamento nucleare.

Del resto sono gli stessi americani a ricordare che la Cina aveva già iniziato ben prima della guerra in Ucraina a rafforzare il proprio arsenale nucleare. Quella che però il WSJ vede come “cautela” in Ucraina, da molti altri viene invece interpretata in senso opposto, ovvero come sconsideratezza, ed è a partire da questa seconda lettura che va giudicata la scelta del governo cinese. Pechino ha comunque chiarito in modo molto netto la sua posizione circa la guerra in Ucraina prendendo le distanze dalla violazione dei confini perpetrata da Mosca ma anche dalle azioni (sanzioni e invio di armi) con cui Usa e Ue hanno deciso di rispondervi.

Proprio per comprendere meglio il significato della vicenda legata a Taiwan, che costituisce una sorte di futura “linea rossa” da non oltrepassare, abbiamo chiesto all’ex diplomatico Alberto Bradanini (Ambasciatore d’Italia a Teheran dal 2008 al 2012 e a Pechino dal 2013 al 2015) un parere a riguardo. Secondo Bradanini non vi è alcuna evidenza che la Cina Popolare abbia intenzione di invadere Taiwan, invasione che peraltro sarebbe tutto tranne che una passeggiata. Bradinini sottolinea inoltre come Pechino abbia sempre sottolineato l’esigenza di mantenere la pace negli Stretti. La linea rossa, in linea teorica, sarebbe quindi costituita dall’eventuale dichiarazione formale d’indipendenza da parte di Taipei, una prospettiva questa che potrebbe anche portare Pechino ad agire. Ma in questo senso Bradanini fa notare che non vi sarebbe motivo per Taipei di fare qualcosa del genere visto che, in fondo, è già indipendente nei fatti. Semmai questa eventualità sarebbe l’obiettivo strategico degli Stati Uniti in quanto l’esplosione di un conflitto di questo tipo rappresenterebbe un freno importante alla crescita dell’unico Paese, la Cina, oggi in grado di “sfidare il dominio ipertrofico americano nel mondo”. Secondo Bradanini, come la guerra in Russia (che deve restare separata dall’Europa) viene combattuta per procura attraverso l’Ucraina, così in Estremo Oriente la guerra contro Pechino passa per spinte indipendentiste di Taiwan.

A questo punto abbiamo domandato a Bradanini se la crisi in Ucraina potrebbe cambiare i rapporti commerciali della Cina con l’Europa e chi subirà maggiori danni tra Pechino e Bruxelles. Ci ha risposto che questo conflitto danneggerà principalmente l’Unione europea (che di unione del resto ha ben poco): ciascun Paese agirà guardando prevalentemente ai propri interessi e cercherà di salvarsi come può, anche se a danno dei suoi partner europei. Tutto questo nel quadro di un generale riallineamento in chiave anti russa dei grandi Paesi europei, Italia su tutti, nell’orbita geopolitica statunitense.

Ma quale sarà l’atteggiamento, nel medio termine, della Cina riguardo alla crisi in Ucraina?

A questo riguardo Bradanini ha buone ragioni di credere che Pechino continuerà ad adoperarsi per la pace, e questo non solo per scelta politica e ideologica, ma anche per motivi economici. Per capire quelle che saranno le future mosse della Cina si dovrà tener conto delle cosiddette “tre gambe” della crescita economica: domanda interna, commercio e investimenti. Sarebbe proprio il commercio la prima “vittima” di un conflitto che dovesse allargarsi ulteriormente. Inoltre, se la Cina ha forti interessi con la Russia (un interscambio di 150 miliardi di dollari, per di più strategico, via terra, di energia contro commodities), ha però rapporti commerciali più consistenti con Europa e Stati Uniti (rispettivamente di 700 mld di euro e 650 mld di dollari), per non parlare delle rete di investimenti che collega la Cina con l’Occidente. In sostanza, secondo Bradanini, la Cina ha tuttora interesse a rimanere estranea a una crisi che non ha creato e che non potrebbe nemmeno risolvere. A più riprese il governo cinese ha richiamato gli Stati Uniti alle sue responsabilità e ad adoperarsi per la cessazione delle ostilità. D’altra parte ci sono proprio gli americani all’origine della crisi poiché avrebbero spinto negli ultimi anni la Nato sempre più verso Est. Riconoscere questa premessa non significa però rimuovere le responsabilità della Russia che certo ha agito in spregio alle norme fondamentali del diritto internazionale.

Insomma, mentre il mondo trattiene il fiato per l’Ucraina, con il rischio che un conflitto locale possa trasformarsi in un conflitto globale potenzialmente nucleare, altre tensioni agitano il nuovo disordine globale. In Ucraina come a Taiwan si giocano i futuri assetti internazionali, fra gli sforzi degli USA di riaffermare il proprio primato e le tendenze oggettive verso un assetto multipolare.

Il governo cinese è stato comunque chiaro: non sono più disposti a “tollerare né l’egemonia mondiale americana né le continue ingerenze occidentali nei nostri affari interni”[2].


Note
[1] https://www.wsj.com/articles/china-is-accelerating-its-nuclear-buildup-over-rising-fears-of-u-s-conflict-11649509201
[2] https://www.adnkronos.com/ucraina-cina-avverte-ue-attenti-russia-puo-essere-molto-pericolosa_1KUuQDkYncS2XhWozK0m37

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