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sinistra

Michele Michelino, lo “stalinista” che piaceva agli antistalinisti

di Alessandro Mantovani, Luc Thibault

La morte improvvisa di Michele Michelino ha sollevato sincero cordoglio nei più diversi ambienti della sinistra anticapitalista.

Perché questo sentimento quasi unanime? Ha esso un significato politico che va al di là della figura del militante scomparso?

Certo Michele era uomo dal carisma fuori del comune, un combattente straordinariamente intelligente, generoso e tenace, che sapeva organizzare, che sapeva pensare in grande. Un vero capo proletario, di quelli che un giorno dovranno fare la storia. Ed esprimeva movimenti concreti, reali.

Ma questo non basta a spiegare perché compagni delle più diverse tendenze politiche, compagni che spesso crudamente polemizzano tra di loro, si ritrovino insieme a commemorarlo.

Michele era – come altri hanno già detto – uno che sapeva unire, mettere davanti a tutto non l’interesse di una parrocchietta politica o sindacale, bensì quello della classe nel suo insieme.

Venuto dalla tradizione stalinista di Sesto San Giovanni, egli aveva intrapreso la strada che porta a superarla nella lotta. Alieno da quel pernicioso settarismo che ancora imperversa tra le cosiddette avanguardie rivoluzionarie, ripiegate ognuna sul proprio orticello e sul proprio passato, seppe essere il miglior compagno di strada di chiunque – internazionalista o libertario che fosse – si schierasse fattivamente e non a chiacchiere per la difesa e l’emancipazione della classe proletaria.

Ma nemmeno queste caratteristiche straordinarie del militante possono da sole spiegare il prestigio di cui Michelino godeva nel litigioso ambito della sinistra estrema. Che cosa allora?

Qualcosa che non appartiene a lui solo, ma che scaturisce dall’epoca singolare che tutti coloro che si richiamano onestamente all’emancipazione umana dal capitale stanno vivendo: la serie ininterrotta di sconfitte che perdura dal primo dopoguerra, frammentando e disgregando le organizzazioni e tradizioni politiche che provengono dal passato, le obbliga tutte a riconsiderare, rivedere, criticare, il proprio bagaglio politico; le costringe a tornare alle origini della teoria della rivoluzione, a guardare con occhi nuovi gli inediti fenomeni del capitalismo odierno, ed a cercare come linfa vitale il contatto con i nuovi strati proletari che la “globalizzazione” ha partorito, con i nuovi movimenti territoriali, e non solo più di fabbrica, che da questa realtà sorgono.

Lo stalinismo ha rappresentato una sanguinosa controrivoluzione anti proletaria ed anticomunista, ma quanti provengono da quella tradizione non sfuggono oggi alla necessità di fare i conti col passato e col presente. Michele Michelino andava in tale direzione, rappresentando quel bisogno di profondo riesame e di superare gli steccati che, ancora per lo più inconsciamente, serpeggia tra le file dei militanti rivoluzionari.

Il fatto che oggi compagni di tradizione diversa sentano, insieme, bruciare la sua mancanza, è l’espressione di questo bisogno.

Comments

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Pantaléone
Tuesday, 26 April 2022 22:36
@Salute compagno Michele
l Una rivoluzione in Occidente che non ha avuto luogo a causa dello spirito opportunista del nostro proletariato .... un po' corto e impreciso!
Un'affermazione che è totalmente in contrasto con i fatti, per citarne solo uno in Francia: il programma comune, cioè l'alleanza del PCF con quello che doveva essere il suo cimitero, i traditori "socialisti".
Gli stessi stalinisti non ci credevano più.
E ancora oggi, in occasione delle elezioni in Francia, ciò che resta del moribondo PCF, nei suoi ultimi desideri e nel suo lungo corso di tradimento, ha chiesto uno sbarramento contro l'estrema destra.
Così ad ogni turno, quando la sinistra radicale francese avrebbe dovuto affilare le sue lame per rivoltarsi contro la classe dirigente neoliberale dell'UE con indignazione sanguinaria, si è invece metodicamente impegnata in uno sforzo reciproco per minare le proprie prospettive e preparare la strada al prossimo Macron.
Forse la sinistra radicale francese ha istintivamente capito che non è più in grado di governare da sola.

Non ha letteralmente nulla da offrire come base se non il neoliberismo con un volto umano.

Se avesse cercato di prendere il potere, avrebbe fatto la fine di SYRIZA in Grecia o dell'ancor più patetico fallimento del Corbyn Labour nel Regno Unito.
Ispirata da una politica chiaramente obsoleta e logora, la sinistra radicale non ha avuto altra scelta se non quella di gettare il suo peso dietro lo stesso neoliberalismo europeo che sostiene con veemenza stia crollando.
Speriamo che la sinistra radicale francese crolli con essa.
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Michele Castaldo
Tuesday, 26 April 2022 14:25
Quando si usano troppi aggettivi elogiativi per definire una persona, o meglio ancora un compagno, c'è un trucco nascosto che non si vede. E' il caso di questo elogio funebre nei confronti del compagno Michele Michelino. In riferimento alla sua vita di militante vale quello che ho scritto sul mio sito www.michelecastaldo.org il giorno dopo la sua morte.
Ma è necessario invece sottolineare quello che scrivono gli estensori di questa nota in memoria di Michele Michelino, nella parte finale: « Lo stalinismo ha rappresentato una sanguinosa controrivoluzione anti proletaria ed anticomunista, ma quanti provengono da quella tradizione non sfuggono oggi alla necessità di fare i conti col passato e col presente ».
Non conosco i due signorini in questione, ma conoscevo di persona Michele Michelino, e non ci vuole molto per capire che i due fanno parte di quell'infinita schiera di democratici che abbiamo conosciuto negli ultimi 50 e passa anni, ovvero di quelli che misurano la storia partendo dai propri individuali desideri di libertà, oggi ancora tanto in voga. Signorini cari, ma come:
« Lo stalinismo ha rappresentato una sanguinosa controrivoluzione anti proletaria »? Siete più ignoranti delle zappe che usavano i poveri mugichi russi che seppero ribellarsi alle classi aristocratiche e furono difesi con le unghie e con i denti dallo spirito bolscevico di cui Stalin si colloca come degno continuatore contro l'arricchimento della nuova aristocrazia agraria. E voi - miserabili democratici occidentali - parlate grazie al fatto che lo stalinismo - commettendo un errore storico - contribuì a sconfiggere il nazismo tedesco. Lui, Stalin Peppone, credette nella possibilità di una rivoluzione in Occidente che non avvenne per lo spirito opportunista del nostro proletariato. Poi si sa che la storia la raccontano i vincitori e i poveri miserabili al loro codazzo colgono l'occasione per buttare a mare il bambino rimestando nell'acqua "sporca" della storia degli sconfitti. Un modo per prepararsi già alla nuova sconfitta della Russia dell' “antidemocratico Putin”?
Michele Castaldo

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Francesco Demarco
Tuesday, 26 April 2022 20:40
... la polemica fra riformisti e rivoluzionari, pertanto fù sempre fondata sull'antitesi fra gradualismi e massimalismi, fra legalitari e rivoluzionari, fra transigenti e intransigenti, fra collaborazionisti e anticollaborazionisti; non fù mai urto fra deviazione oligarchica e indirizzo solidarista del movimento proletario. (Gaetano Salvemini).
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