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78° giorno del Mondo Nuovo

di Pierluigi Fagan

Chi frequenta questa pagina sa del mio allarme, sin dai primi giorni, per l’enormità che ad alcuni apparve subito come ombra del conflitto in primo piano. Si mostrava una enormità nell’ambizione del piano americano, una enormità di portata “epocale”. Questo dopo due anni di Covid, con maggioranza del partito di Biden alla Camera, ma pareggio al Senato, in un paese spaccato ormai da qualche anno. Ci si domandava quindi i prezzi di una strategia così ambiziosa, rispetto alle condizioni di contesto ed all’effettiva forza dell’Amministrazione.

Ieri ho controllato gli indici di borsa. Negli ultimi sei mesi, il capitale ha perso intorno al 15% tra Milano, Shanghai, Francoforte e poco meno Parigi. Intorno al 10% New York, Tokyo e Londra. Clamorosa la distruzione di capitale nei tecnologici: Nasdaq -30%. Le Monde dice che Standard&Poor 500 ha realizzato la peggiore performance di inizio anno dal ’32. L’inflazione negli Stati Uniti è all’8,5%, la più alta da quaranta anni, quindi FED dovrà alzare i tassi, quindi i titoli perderanno ancora. I tech hanno perso mille miliardi US$ nei tre giorni successivi il recente rialzo dei tassi del FED. Reuters/Ipsos dà Biden al 42% di approvazione ed al 50%, di disapprovazione. Sempre lo stesso tracking dà al 6% l’interesse degli americani per i temi del conflitto, il 29% preoccupati invece dall’economia. Ed a novembre si vota.

Di contorno, le strozzature nelle catene logistiche post Covid ma anche Covid in Cina, le idee di sostenere il re-shoring proprio dalla Cina (di cui anche il tonfo del Nasdaq) trovando paesi amici chissà dove a meno di non tornare dalla famiglia Marcos nelle Filippine. Tempi? Costi? In tutto questo continuano a prender impegni negli investimenti di conversione green o detta tale, mentre uno strano virus di americani stanchi di lavorare sottrae manodopera alla ripresa. Più la caterva di miliardi all’Ucraina e l’aumento della spesa militare.

Minacciano isolette del Pacifico, sdoganano Maduro, si impiastricciano in Medio Oriente, fanno brutta figura con l’idea di boicottare il G20 in Indonesia, dopo aver tentato golpe all’ONU rimediando dal poco al nulla. Più la tempesta alimentare e delle materie prime a livello globale i cui effetti ci delizieranno i prossimi mesi. Secondo il Wall Street Journal, nel primo trimestre i fondi pensione pubblici statunitensi hanno perso il 4,1% del loro valore e si prevede un suicidio di start up e vari tipi di contrazioni dei redditi.

Gli europei hanno mandato Mario l’Amerikano e dirgli che qui si hanno altri punti di vista. Gli europei sono sotto quadruplice minaccia: inflazione, energia, profughi e prossimi migranti afro-arabi in fuga dalla grande fame. Con un rischio maggiore ipotetico sull’allargamento del conflitto in cui verrebbero spazzati via dai missili ipersonici russi. In più, debbono aumentare la spesa militare, trovare la soluzione per assorbire l’Ucraina nel giro e metterci gran parte dei soldi che serviranno a ricostruire l’Ucraina, almeno 600 mld di US$ secondo i primi calcoli degli ucraini. La telefonata di ieri tra Macron e Xi è anche la preoccupazione per le mutazioni di quadro nelle relazioni commerciali che Washington vorrebbe imporre sul piano globale. Così gli americani per mostrare qualche vago segno di buona volontà sulla cui valutazione di serietà rimandiamo ai prossimi giorni, ieri hanno spedito l’ambasciatore a Mosca al Ministero degli Esteri russo a far due chiacchiere, su cosa vedremo.

Sul NYT si fanno sforzi per riconsiderare l’intera questione. In fondo si è finalmente ottenuto il riarmo europeo che porta doppi benefici di bilancio e di business essendo l’industria militare americana fornitore del mondo. La Svezia e la Finlandia entreranno probabilmente nella NATO e questo è strategico anche per il prossimo conflitto dell’Artico. La Russia al momento ha indubbiamente un profilo ammaccato quanto a grande potenza, gli ucraini avranno nuovi sistemi d’arma sempre più efficaci che porteranno al “conflitto congelato”, le sanzioni lavoreranno nei tempi medio-lunghi. Sembra la declinazione di un bilancio di cui ci si potrebbe anche accontentare, al momento. Dopo aver fatto uscire l’imbarazzante spiffero sul coinvolgimento USA nella sistematica eliminazione degli alti gradi militari russi, nell’incertezza di cosa è veramente capitato a Gerasimov, NYT sembra dare voce all’ala frenante delle élite di Washington dopo gli eccessi dei falchi.

Dopo poco meno di tre mesi di conflitto abbiamo capito alcune cose. Che sia una guerra civile pare evidente se si ascoltano i diversi corrispondenti al di qua ed al di là della linea d’ingaggio. Che ci sia stata una invasione illegittima altrettanto. Che l’attore di Kiev sia lo speaker di sceneggiatori occulti, palese. Che in Ucraina gli USA covassero uova da tempo, anche. Che gli europei se ne siano fregati come se la cosa non li riguardasse e non portasse conseguenze, altrettanto. La dichiarazione di Lloyd Austin e molto altro hanno fatto capire l’interesse strategico americano versione hardcore: regredire la Russia a minima potenza, dopo aver pubblicizzato il sogno inconfessabile addirittura del “regime change”, cosa che non si dovrebbe dire in mondovisione. E molti continuano a non citare la vera madre del conflitto evocata ieri da Lavrov: la fine del mondo unipolare in cui i russi si sarebbero presi la briga di far da levatrici a quello multipolare.

Nell’ultimo Limes, F. Luk’jnov, Consiglio per la politica estera e difesa russo, ha ridotto in essenza il nuovo regolamento del mondo auspicato da Mosca: pluralismo dei valori al posto dell’universalismo occidentale, equilibrio delle forze come base nei rapporti internazionali, ricorso alle armi quando le dialettiche egoiste non riescono a trovare un punto di mediazione accettabile.

In questi quasi tre mesi, chi ha tentato di mettere i fili in connessione, ipotizzando schemi di comprensione, è stato tacciato di “complessismo”, come fosse un insulto. Consiglieri molti che hanno dato vasta dimostrazione di quanto poco hanno capito di ciò che stava accadendo, ma pensavano invece di averlo ben chiaro, di prendersi una pausa di riflessione. Darsi una revisionata al sistema pensante non sarebbe male invece che costringere la propria percezione del mondo ad entrare a forza, stile Letto di Procuste, nelle nostre “infallibili categorie” che usiamo per comprendere gli eventi. Anzi, più che comprendere, giudicare, c’è una vasta ansia da giudizio anche se non si è capito bene cosa dover giudicare e si è solo in cerca di a chi dar la colpa, senza aver chiaro neanche di cosa. Meno male che ora c'è la faccenda Alpini, lì almeno possiamo applicare con profitto la diade "aggressore-aggredito" e tornare a parlare di costume, divertendoci. Costume e narrazioni, questi i temi forti che ci piacciono di più.

Lo spettacolo dei tanti che s’erano convinti che la struttura del mondo fosse economica, ora come fanciulli smarriti nell’inquietante mondo delle relazioni internazionali, delle strategie, della diplomazia che si sottrae alle luci della ribalta e va intuita, della geopolitica, dovrebbe suggerirci qualcosa? Gli eventi esondano, sarebbe saggio prenderne atto poiché non è uno spettacolo del mondo di cui siamo spettatori, ne va dei nostri futuri. Ed il futuro dovrebbe preoccuparci, cioè invitarci ad occuparcene prima che accada.

Ma se non capiamo cosa sta accadendo, il cambiamento del mondo accadrà comunque, ma senza di noi, vocianti e persi nel nostro immenso non sapere, non capire, quindi non sapere come agire.

Comments

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marku
Saturday, 14 May 2022 19:11
io penso che il conflitto
come scintilla
abbia ragioni interne
e precisamente due

il corrotto e moribondo
paranazifascista
governicchio ucraino
dopo anni di apprendistato
mafioso/militare
voleva salvare il culo
forzando la mano ai
stellestrisciati nato

gli stellestrisciati/nato
a guida demokratika
vogliono recuperare voti
per non andare sotto anche alla
camera
e quindi ridursi
a dover fare da sparring partner
per l'elezione di un repubblikano
probabilmente di nuovo
il puzzone miliardario
razzista e plurifallito

la russia
dopo avere chiesto per anni
in tutte le lingue diplomatiche del mondo
e tessendo lei si
una tela geopolitica
ben precisa di distensione
ma di vigile preparazione al peggio
ha capito che il cappio
si stava stringendo
e di malavoglia ha dovuto
integrare le repubbliche
del Donbas cui per otto anni aveva negato
il riconoscimento
perche affette da
Comunismo e Sovietizzazione
che come ben sappiamo
al discepolo di
Ieltsin ed agli oligarchi
sono invisi
tanto quanto
o forse più
degli nato/stellestrisciati

l'€uropa
che non dimentichiamo
è un bastione miltarmente alquanto disunito
dell'imperialismo
padre dell'occidentalocentrismo
declinato sul piano
ekonomico Kulturale
nel mezzo
fa la figura
del pugile suonato
che in mezzo al ring geopolitico
ha bisogno come l'aria che respiriamo
delle materie prime russe
ma contemporaneamente
ubbidisce supinamente e mariodraghianiamente (cioè acriticamente e servilmente)
agli ordini atlantisti
divenendo così terreno ideale di scontro militare
sul proprio territorio
(gli amerikani avevano fatto bene i propri conti
tenendo anche conto che i paesellii
ex sovietici o patto di varsavia
sono prima servi nato e poi satelliti economici €uropei
una vera palestra di guerra insomma

la perfida albione
essendo un colosso militare
ma definitivamente orfana di ogni entrata imperialistika
ed avendo smembrato l'apparato industriale
a favore della rendita parassitaria
delle borse e dell'intemediazione
bancario/assicurativa
è diventata
rispetto ai giganti
un nano economico e geopolitico
ed è il cane dell'ortolano amerikano
non ne mangia e non ne lascia mangiare
avendo dalla guerra
solo da guadagnare
ed anzi è rimasto l'unico modo di contare
geopoliticamente
(se guardiamo le dichiarazioni e le azioni intraprese
è facilmente intuibile la voglia tutta
british style
di TERZA GUERRA MONDIALE

tutto e tutti siamo nelle mani della Cina
gli esiti di questo immane scontro
fatto come sempre di piccoli e miserabili interessi
e di grandi incubi occidentali
di imposizione di pseudo valori
pseudo stili di vita
e di reale miseria economica
a sterminate masse
è nelle, per ora, indecifrabili mosse
del nuovo
faro geopolitico mondiale
ma a volerla dire tutta
gli infami occidentali
forti dei loro arsenali e dei loro eserciti
chw aono parte integrante
dell'onnivoro warfare
stanno facendo di tutto
perchè la situazione precipiti irreversibilmente

CHE VIVA ROBESPIERRE
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marku
Saturday, 14 May 2022 19:09
io invece penso che il conflitto
come scintilla
abbia ragioni interne
e precisamente due

il corrotto e moribondo
paranazifascista
governicchio ucraino
dopo anni di apprendistato
mafioso/militare
voleva salvare il culo
forzando la mano ai
stellestrisciati nato

gli stellestrisciati/nato
a guida demokratika
vogliono recuperare voti
per non andare sotto anche alla
camera
e quindi ridursi
a dover fare da sparring partner
per l'elezione di un repubblikano
probabilmente di nuovo
il puzzone miliardario
razzista e plurifallito

la russia
dopo avere chiesto per anni
in tutte le lingue diplomatiche del mondo
e tessendo lei si
una tela geopolitica
ben precisa di distensione
ma di vigile preparazione al peggio
ha capito che il cappio
si stava stringendo
e di malavoglia ha dovuto
integrare le repubbliche
del Donbas cui per otto anni aveva negato
il riconoscimento
perche affette da
Comunismo e Sovietizzazione
che come ben sappiamo
al discepolo di
Ieltsin ed agli oligarchi
sono invisi
tanto quanto
o forse più
degli nato/stellestrisciati

l'€uropa
che non dimentichiamo
è un bastione miltarmente alquanto disunito
dell'imperialismo
padre dell'occidentalocentrismo
declinato sul piano
ekonomico Kulturale
nel mezzo
fa la figura
del pugile suonato
che in mezzo al ring geopolitico
ha bisogno come l'aria che respiriamo
delle materie prime russe
ma contemporaneamente
ubbidisce supinamente e mariodraghianiamente (cioè acriticamente e servilmente)
agli ordini atlantisti
divenendo così terreno ideale di scontro militare
sul proprio territorio
(gli amerikani avevano fatto bene i propri conti
tenendo anche conto che i paesellii
ex sovietici o patto di varsavia
sono prima servi nato e poi satelliti economici €uropei
una vera palestra di guerra insomma

la perfida albione
essendo un colosso militare
ma definitivamente orfana di ogni entrata imperialistika
ed avendo smembrato l'apparato industriale
a favore della rendita parassitaria
delle borse e dell'intemediazione
bancario/assicurativa
è diventata
rispetto ai giganti
un nano economico e geopolitico
ed è il cane dell'ortolano amerikano
non ne mangia e non ne lascia mangiare
avendo dalla guerra
solo da guadagnare
ed anzi è rimasto l'unico modo di contare
geopoliticamente
(se guardiamo le dichiarazioni e le azioni intraprese
è facilmente intuibile la voglia tutta
british style
di TERZA GUERRA MONDIALE

tutto e tutti siamo nelle mani della Cina
gli esiti di questo immane scontro
fatto come sempre di piccoli e miserabili interessi
e di grandi incubi occidentali
di imposizione di pseudo valori
pseudo stili di vita
e di reale miseria economica
a sterminate masse
è nelle, per ora, indecifrabili mosse
del nuovo
faro geopolitico mondiale
ma a volerla dire tutta
gli infami occidentali
forti dei loro arsenali e dei loro eserciti
chw aono parte integrante
dell'onnivoro warfare
stanno facendo di tutto
perchè la situazione precipiti irreversibilmente

CHE VIVA ROBESPIERRE
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marku
Saturday, 14 May 2022 19:12
scusate la ripetizione non è per avere più visibilità
ho solo fatto un pò di casino con l'invio del post

saluti a tutti
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