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arruotalibera

L’insegnamento fondamentale del conflitto ucraino

di Enrico Galavotti

Devo dire che questo conflitto russo-ucraino ha messo seriamente in crisi il rapporto idealistico (o filosofico) tra etica e politica.

Certo, in Italia non abbiamo solo una tradizione cristiana che, seppur in forma laicizzata, presume di dare un senso alla politica in nome dell’etica; ma abbiamo anche una tradizione machiavellica (cioè radical-borghese) che separa nettamente l’etica dalla politica, facendo di quest’ultima qualcosa di cinico, ai limiti della spietatezza, se e quando la ragion di stato lo esige.

Con questo conflitto però è successo qualcosa di inedito. Infatti chi sembra avere della politica una concezione cinica, Putin, dimostra d’avere ragioni più fondate, persino più etiche di Zelensky, che pur continuamente cerca di coinvolgere il mondo intero nella sua narrativa melodrammatica, che presume d’essere valida in sé, in quanto esprime la condizione d’uno Stato aggredito, vittima della protervia di uno aggressore, che vuole minare la sua sovranità e integrità territoriale.

Bisogna in effetti ammettere che il mondo intero (o meglio, quello occidentale) non ha avuto dubbi a chi dare tutte le ragioni, al punto che ha preferito soprassedere completamente sul fatto che il governo di Kiev, sin dal golpe del 2014, ha avuto esplicite connessioni con l’ideologia neonazista presente in Ucraina: un’ideologia che risale alla II guerra mondiale e ch’era stata soffocata sotto una cenere fumante nella fase del socialismo reale di marca sovietica.

Dunque in questo conflitto si sono, in un certo senso, ribaltati i criteri dell’etica e della politica, nel senso che non è affatto vero che ha sempre più ragioni chi viene aggredito.

Certo, uno potrebbe dire che l’aggressore, usando mezzi militari, si pone automaticamente dalla parte del torto. Ma non è sempre così. La Russia ha aspettato 8 anni prima d’intervenire. Putin è stato accusato dai “falchi” del suo regime d’aver troppo tergiversato, soprattutto nei confronti dell’espansione orientale della NATO.

In questo lasso di tempo si è dato spazio alla diplomazia (i due accordi di Minsk); si sono aiutati ufficiosamente le due repubbliche del Donbass a resistere ai continui attacchi militari dei neonazisti ucraini; si sono denunciati gli orrori nelle sedi opportune. Ma l’Europa, gli USA, la NATO e l’ONU non hanno mai fatto nulla di concreto per risolvere la situazione. Putin ha atteso 14.000 morti, più i tantissimi feriti delle due repubbliche prima d’intervenire in maniera ufficiale e definitiva. E quando l’ha fatto la prima cosa che ha detto è che non c’erano più alternative. La stessa Russia si sentiva seriamente minacciata dalla NATO, gestita da un segretario generale che non riesce a dire qualcosa di vero neanche per sbaglio.

La Russia ha dovuto usare metodi violenti suo malgrado, cercando di non infierire sulla popolazione e obbligando quindi i propri soldati a liberare con lentezza il Donbass russofono, anche a costo di subire gravose perdite.

Putin non ha fatto altro che usare la legittima difesa contro la violenza dell’indifferenza occidentale, contro la collusione nei confronti di una delle ideologie più violente della storia contemporanea, contro i tentativi sempre più pressanti e minacciosi di porre fine all’integrità territoriale del suo Paese.

Noi occidentali non siamo in grado di capire i russi, perché non disponiamo delle sufficienti coordinate culturali per non vederli come atavici nemici dell’Europa. Siamo troppo prevenuti per formulare giudizi obiettivi. Ecco perché questa guerra non può che decidersi sul campo di battaglia. La nostra diplomazia non vale assolutamente nulla. Non è nelle nostre corde, abituati come siamo a dominare il mondo, capire le ragioni altrui. Per noi la Russia va sconfitta militarmente e deve essere ripristinata la totale integrità territoriale dell’Ucraina, ivi incluso il rientro della Crimea. Non ci interessa l’autodeterminazione dei popoli, espressa dallo strumento del referendum popolare. Per noi la democrazia diretta, rispetto a quella delegata, non vale nulla.

Comments

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Giuseppe Casamassima
Sunday, 26 June 2022 01:44
La Russia è intervenuta per rispondere alla richiesta di aiuto delle popolazioni russofone del Donbass, oppresse da 8 anni dal regime filonazista di Kiev. E, nello stesso tempo, ha colto l'occasione per togliere via la minaccia di un ulteriore accerchiamento delle sue frontiere da parte della NATO.
È sufficiente dire questo.
L'articolo è chiaro, tranne che in un passaggio: definire il pensiero politico di Machiavelli come "radical-borghese" è un errore di anacronismo.
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leandro locatelli
Monday, 13 June 2022 13:03
Petizione diretta al Presidente Mario Draghi e al ministro Cartabia
Andrea Rocchelli, fotogiornalista italiano era andato a documentare gli orrori della guerra in Ucraina, precisamente nel Donbass, ed è stato ucciso per questo. E' stato assassinato insieme all'attivista per i diritti umani (e interprete) Andrej Nikolaevič Mironov, dal fuoco ucraino, il 24 maggio 2014. William Roguelon, unico sopravvissuto all'attacco, dichiarerà che il gruppo è stato bersagliato da numerosi colpi di mortaio e armi automatiche dalla collina Karachun, dove era stanziata la Guardia nazionale dell'Ucraina e l'esercito ucraino. Gli assassini non sono i russi ma i nostri alleati, addestrati e armati da noi. I "buoni". Quelli che difendono la libertà. Nel luglio 2017 le indagini hanno portato all'arresto di Vitaly Markiv mentre rientrava in Italia, militare della Guardia nazionale ucraina col grado di vice-comandante al momento dell'arresto ma soldato semplice all'epoca dei fatti, con cittadinanza italiana. Markiv è stato sottoposto a misure detentive di custodia cautelare in attesa del processo che si è aperto a Pavia nel maggio 2018. Durante lo svolgimento del processo, Markiv viene anche accusato dentro e fuori l'aula di simpatie neonaziste. Si legge su Wikipedia: "Il 12 luglio 2019 la corte penale di Pavia ha giudicato Vitaly Markiv colpevole per concorso di colpa nell'omicidio di Rocchelli e Mironov e lo ha condannato a 24 anni di reclusione. Lo stato Ucraino è stato anch'esso giudicato colpevole nella medesima sentenza quale responsabile civile". Markiv però se la cava, dopo l'intervento delle autorità dell'Ucraina che prendono le sue difese. Ed ecco il colpo di scena: "Il 3 novembre 2020 la Corte d'Assise d'appello di Milano, pur ritenendo colpevoli le forze armate ucraine dell'omicidio dei giornalisti, ha assolto Vitaly Markiv con formula piena escludendo alcune testimonianze chiave dall'impianto accusatorio per un vizio di forma". Sul tablet e sullo smartphone sequestrati a Markiv, secondo i Ros, sono conservate oltre duemila fotografie. Alcuni scatti mostrano un uomo incappucciato, con una catena di ferro al collo, rinchiuso nel bagagliaio di un’automobile, una Skoda Octavia. In alcune immagini scattate poco dopo, si vede lo stesso uomo, con il volto ancora coperto, gettato in una fossa mentre qualcuno non inquadrato nella ripresa lo ricopre di terra. Altre fotografie ritraggono Markiv davanti alla stessa Skoda Octavia. Quando nell’aula è stata mostrata una foto di agenti della guardia nazionale ucraina con alle spalle una bandiera nazista, Markiv ha chiesto di prendere la parola e ha detto: «Non voglio che la guardia nazionale sia presentata come nazista. La bandiera ritratta in quella foto è soltanto un bottino di guerra» Peccato che il nemico fossero gli autonomisti del Donbass. Non c'è pace senza giustizia, non si annulla una sentenza per vizio di forma, dopo l'intervento delle autorità Ucraine che hanno parlato di complotto e di processo politico, intervento supportato anche da politici di lungo corso italiani. Chiediamo al presidente del consiglio Draghi ed al ministro della Giustizia Cartabia la revisione del processo. Ci sono due vittime innocenti, assassinate perché testimoniavano con il loro lavoro verità scomode, non ci possono essere colpevoli in libertà. La responsabilità penale è personale, indicare come responsabile l'intero esercito ucraino è inutile e sbagliato. Verità e giustizia per Andrea e Andrej.
Puoi firmare la petizione qui: https://chng.it/J4kY6Zdj
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