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sinistra

Per un nuovo CLN

di Giuseppe Cantarelli

Alla luce degli ultimi gravi avvenimenti che hanno scosso l’Italia e pensando alle elezioni che si “dovrebbero” tenere fra meno di un anno, si dovrebbe pensare seriamente a un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale. Ma vediamo innanzitutto da cosa occorrerebbe liberarci.

La situazione italiana, da tempo, non può essere definita normale. Sappiamo di essere una colonia USA. Quando ancora non l’avevamo capito e alcuni partiti si sono comportati come ci si comporta in una vera democrazia, gli amici americani ci hanno fatto capire a suon di bombe e stragi chi comandava e cosa dovevamo fare. Ora le bombe non servono più, in quanto i rappresentanti degli interessi americani siedono direttamente al governo del Paese: non vengono infatti scelti dai cittadini, ma imposti da giochi di potere e contro la volontà del popolo, con la complicità dei rappresentanti delle massime istituzioni. Questa situazione di deriva antidemocratica, in cui la democrazia è rimasta come involucro esterno, ma svuotata dall’interno e ridotta a rappresentazione teatrale, poggia su un sistema informativo completamente asservito agli stessi interessi estranei alla vita del Paese.

Non esistono più diversi partiti in rappresentanza di diverse idee, ma solo il Partito Unico Neoliberista, PUN. Andare a votare in queste condizioni sarebbe come tornare a votare la lista unica ai tempi del fascismo: praticamente l’unica alternativa al PUN sarebbe l’astensione.

Ecco perché sarebbe già ora di muoversi e non aspettare oltre per creare un’aggregazione delle residue forze veramente democratiche presenti in parlamento, cui dovrebbe però aggiungersi una nuova formazione che possa offrire una casa agli orfani della sinistra. Quest’ultima dovrebbe essere un’esigenza particolarmente urgente, alla luce della decisione di fornire armi ai neonazisti per permettere loro di massacrare la popolazione ucraina come di fatto sta accadendo. Inoltre fornendo armi ai neonazisti ucraini è tutto il movimento neonazista internazionale che si rafforza e questo potrebbe gettare le basi per un futuro in cui il neonazismo potrebbe diventare nuovamente l’alfiere del neoliberismo, rinnovando un’alleanza che abbiamo già visto dove ci portò con l’ultima guerra mondiale.

Un segnale positivo in questo senso, sta giungendo dalle manifestazioni cui partecipano tutte le forze antisistema. Come dice Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, “occorre lavorare a un programma minimo per il rilancio della Costituzione”. Le forze democratiche ancora esistenti dovranno mettere da parte quindi alcune distinzioni ideologiche, così come fecero quelle che a suo tempo diedero vita al Comitato di Liberazione Nazionale. Occorre mettere da parte le divisioni per affrontare la grande aggregazione neoliberista e ora anche neonazista che ha occupato le nostre istituzioni. Una volta ripristinata la democrazia, sarà possibile tornare a dividersi in aggregazioni con diverse ideologie e confrontarsi a livello elettorale per il governo del paese.

Personalmente posso dire che la conversione dei sedicenti democratici al neonazismo non mi ha sorpreso più di tanto. Dopo aver compiuto il primo passo del tradimento nei confronti della democrazia, optando per l’ideologia neoliberista, il passo successivo è nella natura stessa di questa ideologia che, come qualcuno ha affermato, è la continuazione del nazismo con altri mezzi. Basti ricordare infatti e in sintesi che il neoliberismo ha prodotto la distruzione del pianeta dal punto di vista ambientale, la distruzione della società a causa di una disuguaglianza che, lungi dall’essere un incidente di percorso, ne è l’obiettivo principale e infine la creazione di sempre nuove e sempre più devastanti guerre, locali prima e sempre più diffuse poi. Certo il PD non è solo in questa adesione, ma si potrebbe osservare che per altre forze politiche, tradizionalmente collocate a destra forse la cosa potrebbe apparire meno sorprendente. In realtà il paradosso è che a mostrare la maggiore convinzione in questa scelta sia proprio il partito che dovrebbe essere erede della sinistra che fu. In realtà tutto si spiega con la contiguità storica fra elites globaliste e finanziarie del neoliberismo e i movimenti neonazisti. La stessa cosa accadde anche un secolo fa, quando a finanziare i movimenti fascisti e nazisti in chiave anticomunista fu proprio la classe dei capitalisti. Difficile insomma essere neoliberisti senza finire nelle grinfie del nazifascismo.

Siamo nel bel mezzo di una fase epocale, in cui il vero scontro non è certo quello raccontato dai vari pennivendoli del regime, di una guerra locale fra Russia e Ucraina, ma quello ben più ampio fra i sostenitori dell’Unipolarismo USA fondato sul dominio del dollaro e un multipolarismo che aprirebbe una nuova fase della storia. Molti paesi del mondo stanno guardando a questa seconda soluzione con interesse e speranza. Di fronte ad una questione tanto importante sarebbe necessario aprire un dibattito nel paese, possibile solo ovviamente con una informazione libera e seria; tale dibattito poi dovrebbe avere una corrispondenza nel parlamento. Al contrario, non solo tutto tace e il main stream nasconde questa realtà, ma anche in parlamento non vi è stata alcuna discussione o alcun dibattito. Molto semplicemente chi governa ha obbedito a un copione già scritto e ha arruolato il paese dalla parte dell’unipolarismo, alleandosi con i neonazisti e senza neanche chiederci di turarci il naso stavolta.

Il forte astensionismo, registrato anche in occasione delle ultime elezioni, indica che vi è una maggioranza di persone in attesa di qualcuno che le rappresenti. Teniamo presente che fra pochi mesi, appena passata l’estate, ricomincerà il solito teatrino, in cui i partiti neoliberisti uniti, dovranno distinguersi per scopi elettorali. Inizierà quindi la solita farsa di finte accuse reciproche per aiutare gli elettori superstiti a distinguere il loro partito in una notte in cui tutte le vacche sono nere (in tutti i sensi).

Il nucleo della nuova Resistenza dovrebbe essere il rilancio della Costituzione. Basterebbe infatti ripartire da quella per capire che avere un banchiere a capo del governo è pura follia, follia che sicuramente starà facendo rivoltare nella tomba i vari padri costituenti che si preoccuparono proprio di scongiurare una simile deriva antidemocratica.

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