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lafionda

Establishment, populismi o alternativa sistemica: quali prospettive per l’Italia?

di Lorenzo Palaia

È stata fatta notare su questo sito la differenza tra il contesto politico italiano e quello francese, come cioè sia difficilmente replicabile da noi una coalizione tipo NUPES, insieme di sinistra e popolare (o populista?). Successivamente, sempre su questo sito, sono stati espressi dubbi sulla strategia di Mélenchon, proprio perché nell’ultima fase avrebbe privilegiato l’identità tradizionale di campo rispetto a quella populista. Tuttavia, anche in Italia, la sovrapposizione confusiva tra vecchie geografie parlamentari (destra-sinistra) e nuove identità populiste è cosa assodata: il Movimento 5 Stelle fa parte ormai – pur con qualche oscillazione – della compagine del centrosinistra, mentre la Lega – considerata populista in anni recenti – ha sempre fatto parte del centrodestra, dovendo addirittura la sua legittimità (come anche Fratelli d’Italia) alla nascita stessa della seconda repubblica.

Cosa sono allora questi populisti, se anche i partiti di più lunga appartenenza di campo e di più tradizionale ideologia vengono detti tali? Sembrerebbe aver avuto ragione Fukuyama, secondo cui populista è ciò che non piace alle classi dirigenti liberali al governo.

Potrebbe allora essere opportuno abbandonare il termine per la sua genericità, ma ormai è diventato di uso troppo comune per ignorarlo e qui di seguito lo utilizzeremo nel senso più ambiguo e diffuso. Difficile infatti dimenticare di quando Giuseppe Conte ne rivendicava l’attribuzione di fronte alle Camera adunata ad ascoltarlo, mentre oggi guida uno dei principali partiti di maggioranza nel governo forse più reazionario della storia repubblicana; un contrasto che proverebbe quanto l’aggettivo – almeno nel discorso pubblico mediatico – sia solo la nomea affibbiata a chi vuole contendere il potere al partito egemone, non quindi necessariamente ai proponitori di alternative sistemiche.

Prima condizione necessaria per proporre un’alternativa sistemica è infatti rappresentare la classe sociale subalterna esclusa dall’esercizio del potere, comunque la si voglia caratterizzare e definire: sconfitti della globalizzazione, lavoratori, quelli del 99%, ceto medio impoverito ecc.; questione non di poco conto certamente, ma da affrontarsi in altra sede. Tale condizione non nasce dal nulla e non può essere indotta, ma si verifica in un momento di crisi economica sistemica, non congiunturale, percepibile oggi dall’inarrestabile impoverimento dei ceti medi che avevano caratterizzato le democrazie industriali del secondo dopoguerra. Seconda condizione necessaria è che vi sia una classe dirigente con un’ideologia elaborata, consapevole della fase storica e pronta a organizzare la classe subalterna verso la sostituzione al potere di quella dominante.

La prima condizione sembrerebbe presente oggi sottoforma di una finestra di lunga durata, iniziata nel 2008 con una ristrutturazione capitalistica che ha visto le banche centrali occidentali sorreggere l’iper-gonfiato settore finanziario con montagne di soldi, i quali sono stati la salvezza delle banche ma non hanno creato occupazione nonostante i tassi di interesse bassi; le politiche di austerità hanno peggiorato i debiti pubblici come anche le condizioni di vita e di consumo; le restrizioni dovute alla pandemia hanno fatto il resto. Adesso l’inflazione da beni importati ha generato il carovita e il rialzo dei tassi peggiorerà la stagnazione. Intellettuali come Michael Hudson vedono in questo il fallimento del sistema capitalistico occidentale basato sulla deindustrializzazione e sulla terziarizzazione, sulla scomparsa dello stato pianificatore e su un settore finanziario spaventosamente sproporzionato rispetto all’economia produttiva. Qualcuno (ad esempio Yannis Varoufakis) ha voluto denominare questa nuova fase post-capitalismo per sottolinearne la diversità.

Le alternative politiche a questi fallimenti sono state chiamate indistintamente populiste senza riguardo alla loro vera natura. In queste troviamo forze politiche più o meno nuove ma collocate in una tradizione ideologica o di campo: SYRIZA, la France Insoumise e la leadership di Corbyn per la sinistra; Donald Trump, Lega, Fratelli d’Italia, Vox e molte altre per la variegata destra (a volte neofascista o neonazista); ma troviamo anche forze non collocate o post-ideologiche come il Movimento 5 Stelle e inizialmente Podemos. Tra tutte queste, quelle che hanno un referente esplicito nella classe sociale subalterna sono ben poche: ciò vuol dire che propongono false alternative. Per i populisti di destra infatti la classe coincide con la nazione. Per i post-ideologici invece la classe non esiste affatto perché non esiste conflitto nella sfera economica, al massimo solo in quella etico-morale: un’alternativa in questo caso impossibile perché non sorretta dalla consapevolezza. Va ricordato infatti che il capitalismo e il libero mercato sono una costante sia dei regimi liberali che di quelli nazi-fascisti: viene da sé possano essere sorretti da istituzioni politiche molto diverse tra loro, con buona pace degli apologeti del liberalismo á la Samuel Huntington o á la Emma Bonino.

Concentriamoci allora sul populismo italiano ed esaminiamo il caso post-ideologico, dopo aver presupposto che Lega e Fd’I hanno una qualche caratterizzazione ideologica o di campo e non rappresentano la classe subalterna, non proponendo quindi una alternativa di sistema ma solo una diversa interpretazione politica interna alla classe dominante. Il M5S invece – che in queste ore subisce l’ennesimo dissanguamento e dalle ultime elezioni risulta ridotto a percentuali minime – ha acquisito nel tempo una qualche identità di campo ma continua a rifiutare l’ideologia e non ha mai avuto un chiaro referente di classe. Al contempo sembrerebbero emergere una serie di forze, già battezzate populiste, che stanno sperimentando una convergenza nelle manifestazioni contro Draghi e contro la guerra nonché attraverso gruppi parlamentari unitari. Tra queste vi sono Alternativa, Partito Comunista, Ancora Italia, Riconquistare l’Italia, Azione Civile, più solitariamente Italexit e forse altre. Sono tutte caratterizzate dal non posizionarsi nei tradizionali campi destra-sinistra come anche inizialmente il M5S, ma a differenza di questo hanno una impostazione ideologica più definita e un riferimento di classe più marcato. Il gruppo dirigente che oggi voglia proporre un’alternativa sistemica deve sicuramente rompere con i tradizionali campi ma non può rinunciare all’ideologia, senza la quale consegna il destino della classe subalterna che a esso si affida al moto dei venti in tempesta. Ciò include avere una lettura condivisa della storia, una corretta analisi della situazione politica concreta e la proposta di un ordine nuovo (un’idea di società); da queste tre cose discendono un programma politico e una strategia per conseguirlo.

La lettura storica dei 5 Stelle era favolistica: in origine era il 1992 e c’era Mani Pulite, rivoluzione tentata dagli onesti magistrati contro i politici corrotti, rivoluzione fallita di cui si proponevano eredi; tutto ciò che veniva prima o dopo perdeva di importanza o era avvolto da una misteriosa coltre. L’analisi della situazione politica era anche peggio: i mali dell’Italia sarebbero risieduti nel conflitto di interessi e nella corruzione dei politici, mali da combattere attraverso un’iniezione di giovani incorrotti nelle stanze del potere. La riflessione su un’idea di società non è mai esistita per esplicita scelta, quindi il programma era un arlecchino di cose di cui molte sono state sconfessate (ad esempio la propagandata abolizione del MES, diventata poi la sua riforma in senso peggiorativo). La strategia non poteva essere migliore: da “mai col PD” al governo giallo-rosso.

Il variegato complesso ideologico delle nuove forze populiste invece è più consistente. Tutte in vario modo valorizzano la costituzione del 1948 e i partiti della prima repubblica, nonché lo sviluppo industriale del secondo dopoguerra con il progresso sociale che portò, anche riconsegnando agli onori dovuti figure quali Enrico Mattei e Aldo Moro, rappresentanti un’interpretazione del destino nazionale più indipendente dalle alleanze militari. La loro analisi della situazione politica potrebbe nel complesso suonare così: l’Occidente post-industriale è dominato da una classe dirigente finanziaria sempre più ristretta che non produce niente; il popolo è escluso dalla vita politica e spesso anche dal lavoro; esso si impoverisce, mentre viene portato sull’orlo di un conflitto globale con il resto del mondo; l’Europa è asservita agli Stati Uniti e al loro imperialismo. Le loro idee di società saranno sicuramente diversificate e a volte non definite, ma in esse c’è la pace, la dignità e l’uguaglianza tra i popoli e tra le persone. Per un possibile programma congiunto bisognerà aspettare le prossime elezioni, ma è certo che l’unica strategia vincente sarà presentarsi in coalizione.

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karlrogers
Friday, 01 July 2022 07:59
I GESUITI ALL' ORIGINE DELLE DEVIAZIONI DOTTRINALI
LA DIFESA DEL DIRITTO NATURALE OGGI
“Sul riconoscimento del Diritto Naturale si fonda il riconoscimento della vita umana come bene primario e anche l’umana convivenza, anzi si fonda la stessa comunità politica, affermava Giovanni Paolo II nella Evangelium Vitae.
A lui fa seguito Benedetto XVI che già nella enciclica “Deus Caritas est “ del 25 dicembre del 2005 dichiarava che “ La Dottrina Sociale della Chiesa argomenta a partire dalla Ragione e dal Diritto Naturale, cioè “a partire da ciò che è conforme a ogni essere umano “(nr28a). Questi due papi non fanno altro che sostenere quello che è stato un insegnamento costante della Chiesa Cattolica e del Magistero e ne trovano ampio riscontro nelle stesse Sacre Scritture e in duemila anni di dottrina etica della Chiesa Cattolica (Rm2,14-15). Però dopo tutte le idiozie conseguenti all’ illuminismo e all’ influsso della Riforma Protestante, nonché alla scienza giuridica di un Augusto Comte (1798-1857) detta positivismo, secondo la quale per la conoscenza scientifica si deve considerare solo ciò che esiste fisicamente e si può percepire coi sensi “ (…e quindi il ragionamento matematico non esiste, ma solo i numeri e i birilli che contiamo ! ). Epperò il problema nell’ ultimo scorcio di secolo non sorse con le negazioni del diritto operata dall’ illuminismo, dal deismo, dal razionalismo e dal marxismo quanto a un ” congresso scientifico dei teologi morali di lingua tedesca “ (Bensberg 1965), questi teologi dichiaravano apertamente di volere sottoporre a verifica la dottrina del Diritto Naturale dichiarandone l’ inconsistenza e le loro tesi pubblicate col titolo “Naturrecht im Disput “dove sono elencate tutte le loro confutazioni . In sintesi affermano che la dottrina del Diritto Naturale è insostenibile e tutto questo per trovare una via di uscita all’etica sessuale . Due anni dopo infatti ci fu l’ enciclica Humanae Vita
e di Paolo VI . L’ effetto disastroso di questa concezione insegnata all’ interno della Chiesa Cattolica e nelle Facoltà romane fu dirompente. Il più feroce assertore di questa nefasta concezione che negava 2000 anni di insegnamento del Magistero Romano fu il gesuita Josef Fucs S.J. che nel 1954 fu nominato professore di teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana e nel 1955 pubblicò un libro “Lex naturae Zur Thelogia des Naturrechts” dove si dichiarava un fermo oppositore del Diritto Naturale ! Egli sosteneva addirittura, in una maniera inconcepibile e ceca a una mente sana , che l’ intera dottrina classica del Diritto Naturale a partire da Aristotile “non è altro che una errata conclusione naturalistica “ E’ Stato dimostrato ultimamente (Okko Behrends) riscoprendo un filosofo greco Antipatro di Tarso che visse ad Atene (II sec. a.C.) e da cui prese a piene mani San Paolo, come questo filosofo non solo era conosciuto ad Atene dove visse, ma il suo pensiero lo si trova in tutta la giurisprudenza romana successiva e Cicerone lo cita come un maestro. Il Digesta del 533 d.C. pubblicato dall’ Imperatore d ‘ Oriente Giustiniano, non è altro che una raccolta di leggi a forma di codice in cui il Diritto Naturale degli antichi era la primaria fonte. La riscoperta di questo testo nel medio evo fece grande l’ Università di Bologna : “ogni uomo ha diritti innati evidenti alla sola ragione “ e non può essere invenzione di qualche teoria filosofica che va per la maggiore o di una semplice convinzione religiosa rivelata e soltanto riservata alla sola Chiesa Cattolica . RICIRDATI DI AMALEK !
(Es 17:8-16; 1S 15)(De 32:43; Sl 9:12-13)
17 Ricòrdati di quel che ti fece Amalec, durante il viaggio, quando uscisti dall'Egitto. 18 Egli ti attaccò per via, piombando da dietro su tutti i deboli che camminavano per ultimi, quando eri già stanco e sfinito e non ebbe alcun timore di Dio. 19 Quando dunque il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà dato pace liberandoti da tutti i tuoi nemici che ti circondano nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà come eredità perché tu lo possegga, cancellerai la memoria di Amalec sotto al cielo: non te ne scordare!
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karlrogers
Friday, 01 July 2022 07:58
ELEMENTI BASE DELLA NUOVA COSTITUZIONE ITALIANA ED EUROPEA
LA NUOVA COSTITUZIONE EUROPEA !!!!!ELEMENTI BASE DELLA NUOVACOSTITUZIONE ITALIANA ED EUROPEA L’ essere umano avendo una natura sociale, è nato dall’ unione di due esseri :uomo e donna e ha bisogno di un programma generalelegislativo che permette , quando si arriva a grossi numeri , di associarsi secondo un bene comune per sviluppare i suoifini secondo una giustizia giusta : convivere e formare una famiglia o un grupposociale, un clan ,una stirpe, una nazione, un popolo che abbiano generalmente le stesse caratteristiche . Questo programmalegislativo generale dell’ uomo che chiameremo COSTITUZIONE GENERALE deveessere ispirato a una giustizia sociale giusta e reciproca tra gli esseri alla quale bisogna adeguarsi in ognimomento storico del sistema sociale per il bene della sua stessa sopravvivenza . QuestaCostituzione dipende da un programma politico generale universale : 1. Riempire la terra tutta di abitanti con piani famigliari adeguati e diaiuto alla prolificazione . – 2Soggiogare la terra , trasformarla razionalizzandola ; rendendolaabitabile e ricavando tutte le ricchezze in essa nascoste ,dominarla . Un programma generale politico che Dio diede a tutta l' Umanita quando la creò .Cosi Dominaresui pesci e sui mari ,su ogni essere vivente,altre immense ricchezze adisposizioni della vita dell’ uomo e delle nazioni . Quindi la necessità per l’ uomo di associarsi man mano che aumenta dinumero , in modo da dominare e regolare tutto il globo con giustizia . Da questa COSTITUZIONE BASE e generale hanno inizio lelegislazioni particolari dei vari popoli che fissano delle norme di vitaindividuale e associativa con leggi positive dipendenti a secondo i luoghi e i territori per realizzare i fini generale sopra esposti . Solo Dio puo' dettare i fini sociali della politica , i fini da realizzare sulla terra e ha affidato il compito a due entita distinte per lo stesso fine . Gli uomini nascendo, non sonogli artefici e gli arbitri delle leggi fisiche e scientifiche generali del creato già esistenti ,neanchedelle leggi morali che governano tutto l universo . Nonsono padroni nemmeno della loro esistenza ,nè arbitri di ciò che definiamo malee bene .. giusto o ingiusto, perché es si sono entità pensanti, condizionati dalla legge di natura generale chenon c'erato prima e non l'hanno fatta loro e non possono cambiarla essendo leggi costitutive,oggettive dell universo che non ha fondato la sua mente . Gli uomini nascono inun universo che già è inserito in un ordine di leggi fisiche, scientifiche edeconomiche, spesso a lui sconosciute, se non nelle sue linee generali a luinote . Oltre alle leggi fisiche alle quali si adegua per forza la loro naturafin dalla nascita, scopre che ci sono leggi di natura morale, razionali,riguardanti il bene e il male, inerenti la giustizia sociale e che regolano iloro rapporti i. Sono leggi non di natura fisica ma di natura etica oggettivi :non rubare, non uccidere …. Queste leggi di natura morale si deduconosemplicemente come le leggi dellamatematica (2+2=4), e non bisogna applicare un metodo scientifico per dimostrarne l’ esistenza. il loro metodo scientifico va applicato alle loro stesse eresie .Queste sono leggi fondamentali chepossiamo definire “naturali,” secondo la natura propria della specie umanacapace di discernere seguono dei principi generali che sono sempre razionali,universali e immutabili nella sostanza . Un animale anche se loconsideriamo essere vivente , non ha questi poteri deduttivi come l’ uomo , anche se ha la stessa natura fisica dell’uomo . Quindi l’uomo trova leggi fisiche giàcostituite e leggi che possiamo definire morali che regolano i rapporti fraloro e il singolo o la società di appartenenza . Tutte le leggi di naturamorale si rifanno a poche leggi generali razionali di natura divina , ovveroleggi giuste, che regolano i reciprochi rapporti e trovano spazio nell’ ambitodelle loro legislazioni particolari come leggi positive . NESSUNO PUO’ DIRE DI NON ESSERE OBBLIGATO DALLA LEGGE NATURALEADDUCENDO DI NON AVERE UNA FEDE perché LA LEGGE DI NATURA E’ PER TUTTI . LAFEDE NELLA LEGGE DI NATURA E’ INSITA GIA’ IN OGNI ESSERE CHE VIENE AL MONDO,CHI LA NEGASSE e non la vuole vivere , NON PUO’ STARE NEL CONSESSO SOCIALE ED UMANO .
. NESSUNO PUO’ DIRRE DI NON ESSERE OBBLIGATO DALLA LEGGE NATURALE ADDUCENDO DI NON AVERE UNA FEDE perché LA LEGGE DI NATURA E’ PER TUTTI . LA FEDE NELLA LEGGE DI NATURA E’ INSITA GIA’ IN OGNI ESSERE CHE VIENE AL MONDO, CHI LA NEGASSE , NON PUO’ STARE NEL CONSESSO SOCIALE ED UMANO .


Art.1- LA COSTITUZIONE ITALIANA ED EUROPEA NEI SUOI PRINCIPI SUPERIORI SI FONDA SULLA GIUSTIZIA DEL DIRITTO NATURALE CHE HA COME FINE IL BENE COMUNE DEL POPOLO E SI ADEGUA ALLA RAGIONEVOLEZZA DI UNA LEGGE MORALE SUPERIORE NELLE LINEE GENERALI . NON SI FONDA NE' SU MAGGIORANZE E NE' SU MINORANZE DI ASSEMBLE DEMOCRATICHE, DI FAZIONI,DI CLASSI SOCIALI O DI PARTITI LEGALMENTE RICONOSCIUTI. UN SINGOLO UOMO E UNA DONNA INIZIANO LA VITA SOCIALE DAVANTI ALLO STATO CON UN PATTO DI AIUTO RECIPROCO RICONOSICUTO E COL QUALE FONDANO UN NUCLEO FAMIGLIARE DIVENTANDO UNA CELLULA DELLO STATO SOCIALE .

Art.2- IL POPOLO CHE E’ L’ASSOCIAZIONE DEI NUCLEI FAMILIARI, VIENE REGOLATO DALL‘AUTORITA’ CHE SPESSO COSTITUISCE MEDIANTE ELEZIONI O TIRANDO A SORTE PER ESSERE RAPPRESENTATO. QUESTE AUTORITA’ SONO L’ESPRESSIONE PIU’ GENERALE ,PER GRADI SUPERIORI,DELLA SOVRANITA’ DEL POPOLO .

Art.3 – LA COSTITUZIONE ITALIANA ED EUROPEA NON RICONOSCE DIRITTI INVIOLABILI DELL’UOMO CHE SI OPPONESSERO AL DIRITTO NATURALE UNIVERSALE ,MA RICONOSCE SOLO QUEI DIRITTI GIA’ INSITI NELLA SUA NATURA,DOVE NON ALBERGA NESSUNA LIBERTA’ ASSOLUTA E ANARCHICA,NE’ RICONOSCE LIBERTA’INDIVIDUALI RISPETTO ALL’ORDINAMENTO SOCIALE E ALL’AUTORITA’ GARANTE SU ESSA COSTITUITA. IL DIRITTO DEI SINGOLI NON DEVE MAI INFICIARE IL DIRITTO DEI NUCLEI FAMILIARI E NATURALI LIBERAMENTE ASSOCIATI CHE FORMANO IL POPOLO .

Art.4 - NON TUTTI I DIRITTI SONO UGUALI MA TUTTI GLI INDIVIDUI SONO UGUALI DAVANTI ALLA GIUSTIZIA DELLA LEGGE, LA QUALE NON GUARDA IN FACCIA NE’ A UNA MAGGIORANZA, NE’ A UNA MINORANZA, NE’ AL RICCO,NE’ AL POVERO,NE’ A UNA LOBBY ECONOMICA ASSOCIATA, MA TUTTI SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE CHE E’ SEMPRE UNA PROMANAZIONE TEMPORALE E PARTICOLARE DI UNA NORMA UNIVERSALE . LA LEGGE ITALIANA ED EUROPEA E’ QUINDI UNA CODIFICAZIONE TEMPORALE DI NORME UNIVERSALI DEL CODICE UMANO-DIVINO , NON E’ LEGATA A NESSUN INTERESSE PARTICOLARE DI CLASSE ,NE’ ESPRESSIONE DI OPINIONI UMANE, NE’ DI UN IDEOLOGIA FILOSOFICA O UTOPICA, NE’ FRUTTO DI INTERESSI DI UNA CASTA O PARTITO.
Art. 5- LO STATO, CIOE’ L’AUTORITA’ CHE E’ LA PROMANAZIONE RAPPRESENTANTE MILIONI DI FAMIGLIE DI UN TERRITORIO GEOGRAFICO, PROMUOVE TUTTI QUEI SERVIZI CHE AIUTINO LE ATTIVITA’ DI LAVORO CREANDO LE CONDIZIONI E VALORIZZANDO LE CAPACITA’ DEI SOGGETTI, AIUTANDO LE FAMIGLIE IN TUTTO CIO’ CHE E’ LORO PERTINENTE, NON RICONOSCENDO A NESSUNO PERO’ DEI DIRITTI SOCIALI ACQUISITI E INNATI SE NON QUELLI DERIVANTI DALLA SUA NATURA ,ANZI UN SOGGETTO PERDE SUBITO LA SUA DIGNITA’ E UGUAGLIANZA DI TRATTAMENTO NON APPENA DELINQUESSE E VIVESSE IN CONTRASTO CON LE LEGGI MORALI STABILITE PER TUTTI.
Art.6 – OGNI SINGOLO UOMO,OGNI FAMIGLIA,PROVVEDE A SE STESSA INSERENDOSI NEL TESSUTO SOCIALE CON IL LAVORO ; I GENITORI EDUCANDO LA PROLE , AIUTANDOLA A DIVENTARE AUTONOMA PER LA CREAZIONE DI NUOVI NUCLEI FAMILIARI, LO STATO PROMUOVENDO I SERVIZI PER IL BENE COMUNE . CHI NON PUO’ COOPERARE PER MOTIVI FISICI O PSICHICI CON LA FORMAZIONE DI UNA FAMIGLIA O CON UN’ ATIVITA’ DI LAVORO SECONDO LE SUE CAPACITA’, VIENE ESENTATO E MANTENUTO DALLA COLLETTIVITA’DIGNITOSAMENTE .

Art.7 ¬– LO STATO ITALIANO ED EUROPEO,UNO E INDIVISIBILE,RICONOSCE LE MINORANZE LINGUISTICHE PUR SAPENDO CHE POSSONO OSTACOLARE L’UNITA’, RICONOSCE LE GIUSTE AUTONOMIE LOCALI O FEDERATIVE,LE SITUAZIONI GEOGRAFICHE PARTICOLARI E , PER I PROPRI BISOGNI ISTITUZIONALI, ESERCITA UN PRELIEVO MAI SUPERIORE AL 10% DEL REDDITO DEGLI EFFETTIVI GUADAGNI DEI CITTADINI E DELLE FAMIGLIE E, AFFINCHE’ LE FAMIGLIE NON CADANO VITTIME DELL’USURA O LOBBY DELLA FINANZA , NAZIONALIZZA LE BANCHE, PROTEGGE I RISPARMI, EMETTE MONETA E ASSICURA A TUTTI I SERVIZI ESSENZIALI PUBBLICI COME LA SCUOLA BASE ,LE STRADE, I TRASPORTI ,COMUNICAZIONI, SANITA’ PUBBLICA,ACQUA ,IGIENE PUBBLICA,AZIENDE PUBBLICHE INERENTI IL BENE COMUNE .
ART. 8 - LO STATO ITALIANO NEI GIUSTI LIMITI ACCOGLIE GLI STRANIERI DI QUALSIASI RAZZA AIUTANDOLI E INTEGRANDOLI NEL PROPRIO TESSUTO SOCIALE A PATTO CHE QUESTI ACCETTINO LE SUE LEGGI,LA LINGUA,LA NOSTRA RELIGIONE ,LE NOSTRE TRADIZIONI,LA CULTURA CHE RENDE UNITI, MA SENZA QUESTE CONDIZIONI NECESSARIE, VEDRA’ LA LORO PRESENZA SOLO COME UNA MINACCIA ALLA PROPRIA IDENTITA’ E ALL’ORDINE SCELTO DALLE FAMIGLIE CHE LO STATO PROTEGGE .
Art.10- LO STATO ITALIANO ED EUROPEO RICONOSCE UNA E UNA SOLA CONFESSIONE RELIGIOSA ,QUELLA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA MA DISCONOSCE OGNI PARTITO POLITICO,OGNI FRATELLENZA CULTURALE E DI INTERESSI , OGNI MOVIMENTO O FAZIONE CULTURALE FINALIZZATA ALLA SALVAGUARDIA DEGLI INTERESSI DI POCHI . LE “ASSOCIAZIONI “SEGRETE PERO’ SONO SOGGETTE ALLA PENA CAPITALE .
Art.11- LO STATO ITALIANO ED EUROPEO NON RICONOSCE NESSUN VALORE GIURIDICO A QUALSIASI TRATTATO INTERNAZIONALE CHE NON RISPETTI I FONDAMENTI CULTURALI DEI POPOLI OPPURE CHE INFICI L’ORDINE GIURIDICO E ASSOCIATIVO DELLO STATO CON LE SUE LEGGI BASATE SUL DIRITTO UNIVERSALE .
Art. 12 - LO STATO ITALIANO ED EUROPEO RIPUDIA LA GUERRA COME MEZZO DI RISOLUZIONE DEI PROBLEMI INTERNAZIONALI MA COOPERA CON LE PROPRIE FORZE ARMATE E FORZE DELL’ORDINE PUBBLICO ALLA PACE E AL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE . COOPERA AD ADDESTRARE LE NAZIONI CHE NECESSITASSERO DI AIUTO E DI PACE PER IL CONTROLLO DEL TERRITORIO , IN CUI NON FOSSE GARANTITO L’ORDINE NAZIONALE E MONDIALE . QUINDI PRODUCE MEZZI SOFISTICATI DELLA TECNICA PER ATTUARE TALE CONTROLLO E PRESERVARE IVI LA PACE .
INOLTRE ESSO HA DEI SIMBOLI E DEI SEGNI LEGATI ALLA SUA SPECIFICA TRADIZIONE CHE LO INDENTIFICHINO IN MEZZO ALLE ALTRE ENTITA’ NAZIONALI .
Art. 13 – SONO PROIBITE,TUTTE E INDISTINTAMENTE ,LE MANIFESTAZIONI POLITICHE E SINDACALI,ABOLITO OGNI PARTITO SEGNO DI FRATELLANZA E MASSONERIA AL DI FUORI DEI CORPI ISTITUZIONALI RICONOSCIUTI DALLO STATO E ATTI RISOLVERE I PROBLEMI DEL POPOLO . E’ QUINDI PROIBITA E PERSEGUITATA OGNI ORGANIZZAZIONE SEGRETA CHE ABBIA LE CARATTERISTICHE DI SETTA E DI AIUTO RECIPROCO O DI DOMINIO SULLA SOCIETA’ E LO STATO .
Art.14 - SONO AMMESSE SOLO LE ASSEMBLEE E MANIFESTAZIONI CIVILI, RELIGIOSE, ECONOMICHE, MILITARI,SPORTIVE,ARTISTICHE O SCOLASTICHE ISPIRATE AL BUON FUNZIONAMENTO DELLO STATO SOCIALE .
Art. 15 – CHIUNQUE VUOLE PROPORSI ALLA GUIDA AMMINISTRATIVA DI UNA CITTA’ DICHIARA IL SUO NOME IN UN ALBO COMUNALE PUBBLICO CHE POTRA’ RACCOGLIERE NON PIU’ DI 13 NOMI , QUANDO IL NUMERO E’ IN ECCESSO SARA’ TIRATO A SORTE PER STABILIRE SOLO IL NUMERO DI 13 ELEGENDI . QUINDI I CAPIFAMIGLIA GLI DARANNO IL PROPRIO VOTO OGNI 5 ANNI . IL CAPO POI SCEGLIE I SUOI CONSIGLIERI IN PARTE TRA I VOTATI (70%) E IN PARTE TRA CONOSCENTI ESPERTI .
Art.16 – OGNUNO E’ RESPONSABILE DEI PROPRI ATTI COMPROVATI E TESTIMONIATI ,SALVO L’ADESIONE AD ASSOCIAZIONI ATTE A DELINQUERE ,PERCIO’ LO STATO TRAMITE L’ISTITUZIONE PENITENZIARIA NON E’ DEPUTATA A REDIMERE MA A PUNIRE E FAR ESPIARE LA COLPA COMMESSA TRAMITE LIMITAZIONE DELLA LIBERTA’ PERSONALE, OPPURE OBBLIGANDO A UN LAVORO DI PUBBLICA UTILITA’SEMPRE NEL RISPETTO DELLA DIGNITA’ UMANA DI CHI DELINQUE . CHI DELINQUESSE CON ATTI CRIMINOSI ACCERTATI E PARTICOLARMENTE GRAVI, ANCHE SE “MALATO” O INVALIDO O MINORENNE , VIENE ELIMINATO CON PENA CAPITALE .
Art.17 LO STATO RICONOSCE COME UTILI E IDONEI QUEGLI ENTI CHE ABBIANO UNA FUNZIONE PUBBLICA UTILE,SOCIALE E MORALE ; LI FAVORISCE E LI PROTEGGE ,QUINDI PROMUOVE SOLO IL MOLTEPLICE PROGRESSO DELLA TECNICA E NON MAI DELLA SCIENZA IDEOLOGICA PER UN PROGRESSO CIVILE ORDINATO UMANO E SOCIALE . OBBLIGA OGNI EDIFICIO E LUOGO PUBBLICO AD AVERE UN CROCIFISSO COME SIMBOLO DELLA LEGGE DI GIUSTIZIA DIVINA E DELLA RELIGIONE TRADIZIONALE E CULTURALE DELLO STATO .

Art .18 - LO STATO VIETA L’INSEGNAMENTO DELLA FEDE RELIGIOSA NELLE PROPRIE SCUOLE E ISTITUTI DI ISTRUZIONE E DI EDUCAZIONE,MA OBBLIGA CON UN ORARIO MAGGIORITARIO ALL’INSEGNAMENTO DI ALCUNE MATERIE DEL DIRITTO ETICO E MORALE NATURALE, OBBLIGA ALL’ INSEGNAMENTO BIBLICO COME TRADIZIONE CULTURALE IN OGNI BRANCA DEL SAPERE ,DALL’IGIENE PUBBLICA ALLA MORALE STRADALE, PERCHE’ E’ ALLA BASE DELLA PROPRIA CONVIVENZA E TRADIZIONE POPOLARE.

Art. 19 - LO STATO STABILISCE CHE I GIORNI LAVORATIVI DELLA SETTIMANA SIANO SEI E IL SETTIMO SIA DI RIPOSO DAL LAVORO MATERIALE ,QUINDI STABILISCE ALTRE FESTE CELEBRATIVE DELLA PROPRIA TRADIZIONE SECONDO LA NECESSITA’, STABILENDO DEROGHE PER QUEI LAVORI DI FINALITA’ PUBBLICA , UTILI E BENEFICI ALLA STESSA FESTIVITA’ COLLETTIVA .
Art. 21 – LO STATO STABILISCE CHE HANNO DIRITTO DI VOTO A LIVELLO TERRITORIALE SOLO E SOLTANTO I CAPI DEL NUCLEO FAMILIARE , INOLTRE ANCHE QUEI SOGGETTI
CHE DICHIARASSERO E ASSUMESSERO UNA PROPRIA SITUAZIONE SOCIALE DI PUBBLICA UTILITA’ PURCHE’ SEMPRE MINORITARI RISPETTO AI CAPI FAMIGLIA . E’ VIETATO INVECE IL VOTO ALLE RELIGIOSE E RELIGIOSI CHE ABBIANO SCELTO UN DIVERSO STATO SOCIALE LEGATO AL DIRITTO CANONICO ECCLESIALE . AI SACERDOTI E RELIGIOSI INOLTRE E’ VIETATO OGNI DISCORSO PRETTAMENTE POLITICO PUBBLICO . QUESTI CAPI DI CITTA’ POI ELEGGERANNO 120 SENATORI CHE LEGIFERERANNO E QUESTI UN CAPO DELLO STATO .
Art. 22- I SENATORI ELEGGERANNO UN NUMERO DI 67+3 (=70) SAGGI ELETTI DAL CAPO DELLO STATO , SCELTI PER LO PIU’ TRA L’ORDINE GIUDIZIARIO MASCHILE E FEMMINILE CHE AVRANNO POTERE DI VIGILANZA SULL’ORDINE GIUDIZIARIO STESSO E NEL CODIFICARE LE PROPOSTE DI LEGGE .QUINDI IL CAPO DELLO STATO IN CARICA PER SEI ANNI SCEGLIERA’ TRA TUTTI GLI ELETTI VOTATI IL PROPRIO GOVERNO E I MINISTRI IDONEI AL POPOLO ITALIANO . NON E’ PREVISTA ALCUNA CORTE COSTITUZIONALE .

CONCORDATO :
Art.23 - LO STATO ITALIANO PROVVEDE AL BENE COMUNE DEI CITTADINI SEGUENDO ED ATTUANDO IL DIRITTO NATURALE ,LA CHIESA SI OCCUPA DELLA SALVEZZA ,BASANDOSI AL SUO INTERNO SULL’EGUALITARISMO DEL VANGELO E DELLA FEDE. OGNI COMMISTIONE, FUSIONE ,SCAMBIO DI FINI ,COMPROMESSO DI UTOPIA POLITICA E DEVIAZIONE DAI FINI RECIPROCI DELLE DUE SOCIETA’E DI COOPERAZIONE A LORO ASSEGNATI, VANNO DURAMENTE PUNITI E IMPEDITI . L’UTOPIA SOSTITUITA AL DIRITTO NATURALE NEL SOCIALE DOVRA’ ESSERE DURAMENTE COLPITA NEI SUI RAPPRESENTATI E PROMOTORI.


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