Print Friendly, PDF & Email

lantidiplomatico

L'essenza del liberalismo reale

di Andrea Zhok 

La figura di Joe Biden è una figura tragica, che esprime perfettamente l’intima crudeltà e l'impietoso cinismo della politica liberale.

Le situazioni imbarazzanti e tragicomiche in cui nonno Biden è coinvolto con cadenza quotidiana, in mondovisione, travalicano il concetto di “gaffe”.

Si tratta di impudiche esibizioni di un anziano, gravemente senescente, con una manifesta condizione di avanzato deperimento mentale, qualcosa che meriterebbe solo la pietà dei suoi cari; nonno Biden meriterebbe di trascorrere i suoi ultimi anni in compagnia dei cani da compagnia o magari dei nipotini, che, se sufficientemente piccoli, potrebbero trovarsi perfettamente a loro agio.

Invece no, ce lo troviamo quotidianamente spiaggiato in un’atroce esibizione di sfaldamento, che ci rammenta mestamente l’inesorabile trascolorare del tempo e di ogni gloria mondana.

In un’epoca che mostra sempre più apertamente l’essenza del liberalismo reale, Biden è l’epitome del modo in cui il liberalismo considera la politica: una manipolazione di fantocci i cui fili sono tessuti e tenuti fuori scena dagli interessi del capitale.

Già, perché il fatto che Biden fosse un pupazzo era chiaro come il sole da ben prima delle elezioni a chiunque avesse gli occhi per vedere e il sistema nervoso centrale cablato.

Lo sapevano tutti.

(No, ok, i piddini no, tutti gli altri).

Ma in un sistema liberale questo è un problema del tutto trascurabile, perché il politico idealmente è semplicemente un prestanome, eventualmente con doti attoriali (da Reagan a Zelensky esiste anche una brillante tradizione di trasferimenti diretti dallo schermo alla scena politica).

E così, anche questa volta nessuno ha perduto neanche un secondo a considerare quali capacità dovesse avere Biden per recitare la parte de

“L’UOMO PIU’ POTENTE DEL MONDO”,

“IL COMANDANTE IN CAPO” dell’impero americano.

Non ci hanno pensato perché questo per il liberale è semplicemente l’ultimo dei problemi, visto che il politico è solo l'ultima rotella di una catena di trasmissione dell'interesse del capitale alla propria moltiplicazione.

Anzi, se qualcuno dovesse avere delle idee proprie, questo potrebbe rappresentare un problema: si potrebbe creare un attrito nel passaggio dei contenuti dalla sorgente al ricevitore. Il ruolo del politico liberale è idealmente quello di megafono stipendiato dei desiderata di chi paga il conto delle elezioni.

Il nocciolo della politica liberale sta infatti nel trovare i finanziamenti, canalizzarli, e garantire che chi paga veda tutelato il proprio investimento. Il resto, elezioni, discussioni, ecc. è vissuto con fastidio, come superfluo folclore.

Ed è precisamente questa cosa che, altri stipendiati dagli stessi datori di lavoro, chiamano sui giornali "liberaldemocrazie occidentali".

I cui valori eterni siamo tutti chiamati a difendere costi quel che costi.

Comments

Search Reset
0
Fedele alla linea
Friday, 01 July 2022 12:37
Non c'entra nulla il liberalismo con la figura del pupazzo politico. Come non c'entrerebbe nulla il comunismo o il fascismo. C'entra solo la geopolitica. I Sauditi non sono certo dei liberali, eppure sono alleati della geopolitica occidentale. Negli anni '70 gli USA tirano via, alla liberale Taiwan, il seggio permanente all'ONU per darlo alla comunista Cina. Gli esempi sono infiniti. E anche dalla parte opposta, del cosiddetto "socialismo".
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
renato
Thursday, 30 June 2022 19:42
Se non fosse tragica alla fonte, ci sarebbe da ridere per ore, o forse tutte e due le dimensioni ben strette insieme. Che il comando del capitale sia altrove o che si trovi con soggetti piu' o meno stellati alle spalline, sempre nello stesso luogo bianco a cupola è chiaro, insieme ai padroni delle multinaciu, finanza , federal reserve, industria delle armi ecc ecc. Sorge l'ennesimo dubbio (che cambierebbe poco ai fini della scoperta del comando della catena del potere di riproduzione del capitale ), e questo dubbio riguarda il capitalista Trump estromesso dalle cosiddette (da lui e i repubblicani) elezioni truccate.
Le frasi a lui attribuite su di un lento smobilitarsi dai territori europei forse hanno pagato e bene l'operazione . Se il progetto di allargamento nato con la vicenda ucraina era già stato deciso nei minimi dettagli, è chiaro che ci vuole poco a fargli perdere le elezioni per inserire un pupazzo inebetito dal tempo , supportato come si sa da un partito che ha nell'alta direzione ,la sig Clinton e altri illustri personaggi da tempo immemore guerrafondai e oggettivamente imperialisti, compreso il povero apparentemente illuso, Obama.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
ambro
Thursday, 30 June 2022 14:04
Appunto. Non riuscivo proprio a capire tutto il vociare a proposito dei politici europei che non fanno quello o non capiscono quell'altro.
Affatto, il loro lo fanno eccome, nel tutelare i propri interessi personali, eseguendo gli ordini che gli arrivano dal capitale. Punto. Non c'è da aspettarsi altro.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote

Add comment

Submit