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fattoquotidiano

Ora il M5s deve scegliere

Il mio invito a costruire un’alternativa vera e di sinistra anti ‘Natoliberisti’

di Paolo Ferrero

La crisi di governo ha mostrato l’arroganza di Draghi e, nel contempo, la forza della sua proposta politica: i due schieramenti principali che si candidano alle elezioni, che litigheranno ogni giorno con toni apocalittici, sono infatti – al di là dei distinguo – totalmente interni al pensiero unico impersonato da Draghi.

Meloni e Letta sono completamente concordi sul coinvolgimento dell’Italia nella guerra in corso, sulla scelta di continuare a fornire armi e di far entrare l’Ucraina nella Nato, dimostrandosi così guerrafondai subalterni agli Usa.

Letta e Meloni sono completamente concordi sulle politiche liberiste di pareggio di bilancio – che hanno tutti e due voluto in Costituzione – e che dal prossimo anno porterà l’Italia a nuove manovre lacrime e sangue.

Meloni e Letta si sono opposti strenuamente al reddito di cittadinanza che è l’unica cosa buona fatta in questi anni sotto la spinta del Movimento 5 stelle.

Letta e Meloni sono completamente concordi nell’osteggiare ogni tassa sulle grandi ricchezze e più in generale ad attuare politiche di redistribuzione del reddito.

Potrei proseguire per lunghe pagine ma la premiata ditta Meloni e Letta, che si combatterà fino all’ultima goccia di sangue degli italiani per spartirsi il maggior numero possibile di seggi nel prossimo Parlamento, condivide sui nodi di fondo della collocazione geopolitica e delle politiche economiche lo stesso impianto Natoliberista.

Contro questo bipolarismo drammaticamente spostato a destra, in cui tutte le cose negative che si possono imputare a i due poli sono vere ma risulta difficile vederne di positive, occorre costruire uno spazio politico che permetta alla maggioranza degli italiani di scegliere quell’alternativa di cui c’è tanto bisogno.

E’ infatti evidente che il bipolarismo non contiene la possibilità dell’alternativa allo stato di cose presente ma solo un’alternanza, sempre più spostata a destra, tra i diversi clan che concorrono per la vittoria.

Costruire una alternativa significa quindi rompere questo bipolarismo Natoliberista in cui si può solo passare dalla padella alla brace.

Abbiamo nelle scorse settimane lanciato il progetto si Unione Popolare proprio per dar voce a questo bisogno politico. Nei prossimi giorni, nonostante il periodo certo non facile, saremo impegnati in un processo di assemblee territoriali per discutere del progetto, dei programmi, del coinvolgimento dei soggetti sociali interessati, dei possibili candidati, dell’organizzazione della raccolta delle firme necessarie – non poche – alla presentazione delle liste. Unione Popolare raccoglierà le firme e si presenterà alle elezioni.

A partire da questa scelta di chiara alternativa avanziamo a tutte le forze che non si riconoscono nel draghismo imperante la proposta di costruire insieme uno schieramento contro la guerra e contro le diseguaglianze. Lo avanziamo in primo luogo al Movimento 5 stelle che ha misurato fino in fondo in questi giorni la compatta durezza dei diktat draghiani. Il partito dei banchieri non è interessato ad un consenso critico o ad un dissenso collaborativo ma vuole l’obbedienza, vuole la tua anima: o di qua o di là.

Alla fine il Movimento 5 stelle è fuori dal campo di Draghi. Pur nelle mille contraddizioni in cui questo è avvenuto si tratta di un fatto politico positivo, che apre la strada ad una possibilità inedita: il rapporto tra la sinistra antiliberista e il M5s in una direzione in cui il populismo si intrecci con la sinistra e viceversa.

Il Movimento 5 stelle ha infatti dinnanzi a sé due possibilità. O rimane a metà del guado, antisistema a parole ma tutto proteso alla costruzione di una qualunque alleanza, fuori del centro sinistra più per il veto di Letta che non per autonoma decisione. Oppure prova a costruire una nuova strada che valorizzi il sogno di cambiamento che aveva sollevato alle sue origini, superando quegli errori ed ambiguità che lo hanno portato a frustrare molte delle speranze di cui era depositario. M5s è cioè nella condizione di scegliere se fare la forza di complemento interna ai giochi politici del palazzo, utile come carta di ricambio quando se ne presenti la necessità, oppure se partecipare alla costruzione di una coalizione che metta al centro il no alla guerra, la difesa degli interessi popolari, la lotta al cambio climatico.

Il paese ha bisogno di una alternativa e in questi anni questa non c’è stata: la costruzione di un terzo polo, compiutamente alternativo ai Natoliberisti è la vera posta in gioco delle prossime elezioni politiche. Occorre lavorarci per costruirlo il più ampio e unitario possibile, sul piano sociale, culturale e politico. I vertici dello stato hanno scelto i tempi delle elezioni in modo da ostacolare questa costruzione. Noi, in questo caldo agosto, reso ancora più afoso dal disastroso cambio climatico, lavoriamo per produrre quella convergenza che serve al cambiamento del paese. Perché di questo c’è bisogno, non dell’allargamento del teatrino della politica.

Comments

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ndr60
Friday, 29 July 2022 16:53
Ferrero ha le allucinazioni, se pensa che un partito organico al governo più infame degli ultimi 76 anni sia affidabile. Conte si è "sfilato" poiché ha giustamente subodorato un tracollo elettorale in primavera, tuttavia spero che tale calcolo non riesca e ci sia lo stesso un crollo del consenso per il M5S e un travaso dei delusi versi i movimenti di opposizione vera a guerra, green pass, ecc.
Inoltre, Ferrero non ha il lievissimo sospetto che "la lotta al cambio climatico" non è nient'altro che il prossimo punto dell'agenda del WEF, spacciata per la (ennesima) emergenza che, sfortunatamente, verrà pagata dai soliti?
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Lanfranco
Thursday, 28 July 2022 17:00
Ho letto di altri appelli a Conte e a quel che resta del Movimento 5 stelle affinchè si facciano polo aggregante del dissenso, visto che in Parlamento ci sono già ( la difficoltà della raccolta firme per i nuovi) e per le posizioni antimilitariste e antidraghiste assunte di recente.
Non so come si evolveranno le alleanze, per esempio con Dema con cui ci sono già colloqui, ma resterebbero fuori da quel che si evince, gruppi e movimenti che si sono distinti per la critica negativa alla gestione dell'epidemia, vaccini e green pass,
E, a mio parere, questo sarebbe un grave errore. Innanzitutto perché si favorirebbe la polverizzazione dell'opposizione ai due poli che fanno la parte del leone ( nell'articolo è messo in evidenza che sbarrare il passo al dissenso organizzato è una delle ragioni delle elezioni a ridosso dell'estate) , poi perché, ancora una volta, si ignorerebbero le questioni legate alla disinvoltura con cui si è calpestata la Costituzione in nome del profitto e del disciplinamento sociale, seduzione e obiettivo del capitalismo cannibale. Costituzione che , purtroppo, è offesa per altre violazioni, dal disprezzo per i lavoratori all'amore per la guerra.
Infine, giusto per ricordare con chi si ha a che fare, occorrerebbe mettere sul piatto la questione Pnrr ( una Troika sotto mentite spoglie rafforzata dallo scudo antispread firmato Lagarde) e quella dell'Autonomia Regionale Differenziata. Sono nodi cruciali che incidono pesantemente sulle ingiustizie, disparità, esclusione che in questo paese stanno diventando intollerabili.
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