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sinistra

Bussola

di Paolo Bartolini

Provo a mettere a fuoco – se proprio dobbiamo essere realisti senza rinunciare al seme dell’utopia – come pensare l'azione politica in Italia dall’ottobre 2022. Le elezioni, con grande probabilità, daranno vincente il centro-destra. Rischi di una manomissione della Costituzione ce ne sono, come anche di un aggravarsi delle condizioni di vita degli ultimi e penultimi. Sull’essenziale (guerra e posizioni filo-NATO, culto dei mercati capitalistici, gestione autoritaria delle emergenze, sostanziale indifferenza per i cambiamenti climatici, politiche contro i lavoratori, privatizzazioni selvagge) centro-sinistra e centro-destra concordano, quindi non c’è altro da dire o da fare. Nel nostro Paese serve un terzo polo esplicitamente antiliberista, capace di far fronte alle crisi sistemiche che ci precipiteranno in anni alquanto difficili. Chiunque abbia a cuore le sorti dei ceti medi e popolari, e sappia lasciare da parte narcisismi ed esitazioni, ha davanti a sé questi compiti (dentro e soprattutto fuori dal Parlamento):

- Creare reti di solidarietà diffuse, per affrontare i danni generati dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni boomerang “contro la Russia”. Il mutuo aiuto dovrà assumere una rinnovata centralità se vogliamo tenere botta ed evitare la moltiplicazione dei capri espiatori utile solo a stornare l’attenzione e a canalizzare la rabbia sui poveri cristi.

- Sostenere le lotte ecologiche e per il lavoro dignitoso ovunque si sviluppino, creando sempre più cooperazione tra lavoratori e giovani ambientalisti.

- Sostenere le piccole e medie imprese a rischio (tante) purché rispettino i diritti dei lavoratori e quelli ambientali.

- Contribuire a rafforzare e rilanciare il movimento pacifista in Italia.

- Sostenere tutte le lotte per la difesa dei beni comuni.

- Produrre una cultura della sostenibilità e della critica costruttiva: senza una rivoluzione culturale mancheremo il bersaglio.

- Tessere e ritessere rapporti tra soggetti diversi colpiti dalla sindemia Covid-19 e dalla gestione governativa del fenomeno. Favorire il dialogo tra di loro, superando le demonizzazioni incrociate. Senza una convergenza sul netto rifiuto di strumenti come il green pass, perderemo l’occasione di compattare una resistenza trasversale al capitalismo dell’emergenza e ai suoi dispositivi finalizzati a lasciare intoccati i problemi strutturali della sanità e a generare polarizzazioni distruttive tra cittadine/i.

- Promuovere e supportare tutte le forme efficaci di economia alternativa e solidale sui territori.

- Diffondere informazioni e fonti credibili per limitare lo strapotere tossico dei mass media; lavorare per decontaminare l’immaginario contemporaneo.

- Fare pressione sui partiti, con tutti i mezzi consentiti, per definire un salario minimo decente, un reddito di base garantito e occupazione di qualità (con riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario), nonché per investire massicciamente sulla sanità pubblica e sulla medicina territoriale.

Gli astenuti, laddove siano tali per scelta e non per qualunquismo e disinteresse, vanno recuperati alla democrazia. Non è però possibile farlo creando in due mesi un nuovo partito. Va bene anche questo per dare un minimo di rappresentanza politica, ma la fiducia si costruisce nel tempo, agendo insieme, lottando, crescendo in umanità. Vedo anni oscuri all’orizzonte. Solo una concomitante trasformazione personale e sociale potrà liberarci dalle catene dell’angoscia, della fretta, del senso di sconfitta.

Credo che ci aspettino tempi di resistenza nei quali alleati e avversari non saranno immediatamente riconoscibili secondo le vecchie coordinate della politica ottocentesca e novecentesca. Navigheremo a vista, ecco perché ho provato a darmi una bussola. Se ha senso oggi pensare a intellettuali organici, ecco voglio sentirmi organico a questo scenario non dogmatico di costruzione di un'alternativa al tecno-capitalismo. Ognuno porti quello che può e che sa. Avremo bisogno di tutte e tutti.

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romke
Friday, 29 July 2022 20:55
Bene, la bussola è per "Chiunque abbia a cuore le sorti dei ceti medi e popolari". E per coloro che hanno a cuore le sorti della classe operaia, cosa è rimasto in dispensa da dispensare?
Che paese di scappati di casa!
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stefano d'alessandro
Saturday, 30 July 2022 07:40
Un feroce de profundis di PG Fagan su di noi, ma che riposto perche' un bel ceffone alcune volte serve a risvegliarsi (certo un po' bruscamente) e quindi riacquisre il senso di realta'.
"Poi c’è una sinistra che per lo più non ha partito e stante che di tradizione era solita averne qualche decina poiché il settore è molto litigioso al suo interno e pieno di sfumature che si ritengono esiziali e decisive quando il resto del quadro politico va sempre più dall’altra parte. Ma poiché questa tradizione fa più riferimento agli ideali declinati in opere scritte di un secolo e mezzo fa che alla realtà e poiché ha perso ogni facoltà di salvare un nocciolo della posizione politica da rideclinare in concreto in un mondo nel frattempo piuttosto cambiato che non comprendono, è indifferente alla deriva. L’anagrafe ne sta falcidiando le fila e fra un po’ rimarrà solo il ricordo o una confusa "nostalgia canaglia" ( PG Fagan https://www.facebook.com/pierluigi.fagan/posts/10226573249653045 )
Il lavoro di "attualizzazione" della filosofia politica del nostro campo ha prodotto una cassetta degli attrezzi dotata di nuovi strumenti e di "manutenzione" di quelli antichi, a cui anche sinistrainrete ha offerto e offre un efficace ambito di promozione, in grado di sostenere quel processo di convergenza delle istanze di trasformazione (e quindi ricomposizione del soggetto) da tanti evocato.
Mi stupisco soltanto della inspiegabile disattenzione verso il lavoro straordinario di intellettuali come Giovanni Mazzetti (https://www.redistribuireillavoro.it/) sulla redistribuizione del lavoro e la drastica riduzione del tempo di lavoro come efficace paradigma della trasformazione adeguata alle potenzialità del presente...
Invito quindi a prendere visione dell'enorme mole di lavoro che Mazzetti con generosita' non comune ci offre e a esplicitare le motivazioni alla base della scarsa considerazione che qui come altrove si evidenzia
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