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Un piano di pace “nucleare” per la guerra in Ucraina

di Massimo Zucchetti

Da quando è mancato Piero Angela ho sentito particolarmente il suo ultimo appello “Io ho fatto la mia parte, fate anche voi la vostra”. Eccomi. Sono professore universitario di impianti nucleari. Eh già, come alcuni sanno.

La centrale nucleare di Zaporizhia (Zapo, per noi che la conosciamo) è in zona di guerra. Dista 45 km dalla città omonima che è ancora in mano ucraina ed è bombardata dall’esercito russo e delle repubbliche.

La Centrale è dai primi di marzo in mano ai russi e finora aveva continuato a funzionare. Sono in realtà ben SEI impianti VVER (il moderno PWR russo, nulla a che vedere con Chernobyl) costruiti da URSS (5) e Russia (1) in Ucraina a fine anni 80 e primi 90.

Ognuno ha una potenza di 950 MWe, e nel complesso è la più grande centrale in Europa. Può tranquillamente produrre fino a 45 miliardi di kWh di energia: da sola, per dire, produce un sesto di tutte le centrali elettriche italiane messe assieme.

Non c’è nulla di “segreto” o militare in quella centrale, sia l’Ucraina che la Russia sono membri dell’IAEA e la centrale è sempre stata revisionata dagli ispettori dell’Agenzia.

Faccio anche presente che la Russia ha nel suo territorio 6300 bombe atomiche, decine di reattori e complessi nucleari militari, eccetera: a loro e ad altri 4 (USA, UK, Francia, Cina) è “consentito” avere il nucleare militare.

Ergo: sia gli uni che gli altri vogliono quella montagnata di energia elettrica, e basta.

Per ora, la Centrale ha messo energia elettrica in rete, continuava anche ad arrivare in Ucraina, ma i piani sono certamente di annettere la zona ad una repubblica o direttamente alla Russia, “tagliare i fili” all’Ucraina e arrivederci.

Allora l’Ucraina, che da quella zona sta per essere cacciata, come da ovunque in questa guerra, comprensibilmente “non ci sta”.

Allora – usando razzi ed altri armamenti gentilmente forniti da noialtri – prova a fare un po’ di caciara. Dato che sono un po’ più svegli di Giggino Di Maio, sanno dove possono colpire.

Qualunque centrale termoelettrica – sono le leggi della termodinamica – per fare circa 1.000 MWe ne deve produrre 3.000, di MW, termici, attraverso o reazioni di combustione (di carbone o gas, per esempio) o nucleari. Quindi per ogni 1.000 elettrici che produce, ne deve scaricare 2.000 di calore in un “pozzo freddo”, un fiume, ad esempio.

Dato che una centrale nucleare è un impianto a rischio rilevante, perché contiene molto materiale radioattivo, la “fornace” dove si produce il calore, che si chiama nocciolo, è contenuta entro diversi contenitori di sicurezza, a cipolla, l’ultimo dei quali (il contenitore in cemento) è progettato (la faccio breve) per farsi un baffo dei missili ucraini.

L’acqua che asporta il calore dal nocciolo scorre in un circuito chiuso che è tutto entro il contenitore e scambia calore con un circuito acqua-vapore secondario che fa girare le turbine e produce elettricità.

Il vapore dopo la turbina viene riportato allo stato liquido da un altro scambiatore di calore (“condensatore”) che usa, appunto, l’acqua del fiume per smaltire tutto il calore in eccesso (circuito “terziario” o prese d’acqua, appunto).

E qui casca l’asino. Il condensatore e le prese d’acqua non sono protette dal contenitore di sicurezza, dato che non hanno nulla di radioattivo, sono più o meno opere di ingegneria termoidraulica come per una centrale a carbone.

Ebbene, se tu bombardi quella parte, al reattore manca il “pozzo freddo” e non può più funzionare. Devi spegnerlo: in tutta sicurezza, intatto, ma spento. E addio energia elettrica.

Gli ucraini quello fanno. Può sembrare esagerato, ma non è una azione irresponsabile, in una brutta guerra come questa. Sanno che il reattore è al sicuro, non possono danneggiare i suoi componenti “nucleari” e quindi non c’è alcun pericolo reale di disastro nucleare.

Semplicemente, vogliono che i Russi spengano la centrale, vogliono renderla inabile a produrre energia elettrica, fino a che ce l’hanno a tiro di missile.

Come avrete notato, in questo articolo non si parla di politica, diritti umani, pace. Si chiariscono solo i fatti: in gioco non c’è la possibilità di una nuova Chernobyl, c’è solo riuscire a “fottere” al nemico la più grande centrale elettrica d’Europa.

Capito, Giggino?

Qui di seguito lo schema della centrale. Gli scarabocchi in rosso li ho aggiunti io, per Giggino e tutti i giggini del mondo, che però, per fortuna, non fanno i ministri. Spiegano dove gli ucraini cercano di colpire, e spiegano che, se cadono altrove, i missili alla centrale JE RIMBARZANO.

zaporizhia nucleare

Poi, certo, un impianto nucleare, come anche noi, preferisce non essere in zona di guerra, e potere IN PACE continuare a lavorare in sicurezza. Accogliamo la richiesta di Pace della Centrale di Zapo, cucciolona mansueta ma che ha paura dei botti (sul dare nome e pensieri “autonomi” a un impianto nucleare, sorvolate, è una mia patologia…).

Ed ecco il Piano di Pace di Massimino, ingegnere nucleare.

Io prenderei i governi dei due paesi e li chiuderei entro l’edificio reattore, attorno a un tavolo con vista sul vessel. Pane e acqua, e finché non la smettono con questa FOLLIA, non escono.

Dopo una settimana, se non vanno ancora d’accordo, vado io a sfiatare un po’ di vapore primario radioattivo dal pressurizzatore, così, tanto per metter loro un poco di pepe al culo, come i cardinali nel Conclave.

Sono certo che Zapo sarebbe il luogo dello storico accordo.

E Pace nucleare per tutti!


Legenda
Scheme of typical Pressurized Water Reactor (PWR) (Russian VVER) NPP (courtesy of ROSENERGOATOM): General basic features-1) thermal neutron spectrum; 2) uranium-dioxide (UO 2 ) fuel; 3) fuel enrichment about 4%; 4) indirect cycle with steam generator (also, a pressurizer required (not shown)), i.e., double flow circuit (double loop); 5) Reactor Pressure Vessel (RPV) with vertical fuel rods (elements) assembled in bundle strings cooled with upward flow of light water; 6) reactor coolant and moderator are the same fluid; 7) reactor coolant outlet parameters: Pressure 15-16 MPa (T sat = 342-347°C) and temperatures inlet / outlet 290-325°C; and 8 power cycle-subcritical-pressure regenerative Rankine steam-turbine cycle with steam reheat 5 (working fluid-light water, turbine steam inlet parameters: Saturation pressure of 6-7 MPa and saturation temperature of 276-286°C).

Comments

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Enrico
Thursday, 25 August 2022 11:40
Gentile Professore, la sentirei volentieri al telefono, essendo al lavoro per un documentario RAI su questi temi. Enrico M. 335 56 18 715
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ndr60
Wednesday, 24 August 2022 10:06
Sorprende che al prof. Zucchetti sfugga un piccolo particolare: in Ucraina (come altrove) non si muove foglia che zio Sam non voglia, quindi entro l'edificio reattore dovrebbero essere almeno in tre. Quanto a Piero Angela, ha recitato la sua messa cantata per 70 anni, e ora toccherà al figlio: evviva la meritocrazia.
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