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Stati Uniti. Fbi sotto il tiro dei neoconservatori, rischio di guerra civile

di F.R.

Il quotidiano ultraconservatore statunitense “Washington Times”, molto vicino a settori dei servizi di intelligence Usa, ha cominciato a sparare a palle incatenate contro l’FBI, “colpevole” di una imbarazzante indagine su Trump e i documenti che sarebbero usciti della Casa Bianca.

Il Washington Times ha pubblicato una serie di denunce che gli sarebbero pervenute da agenti anonimi del Federal Bureau of Investigation (Fbi), i quali denunciano una “cultura di corruzione” radicata all’interno dell’agenzia di investigazione federale, descrivendone i vertici come “completamente fuori controllo”.

In un servizio agenzia Nova rileva come queste denunce e l’articolo del WT arrivano mentre l’Fbi è al centro di feroci polemiche politiche, a seguito del raid effettuato questo mese nella residenza privata dell’ex presidente Usa Donald Trump in Florida.

Secondo il “Washington Times”, il quadro che emerge dalle denunce degli informatori anonimi è di una corruzione estesa non solo ai vertici centrali dell’agenzia, ma anche tra gli ufficiali delle divisioni locali in città come Miami, Salt Lake City, Buffalo, New York e Newark.

Tra le altre cose, gli informatori anonimi accusano di essere stati costretti dai loro superiori a firmare falsi mandati; di aver assistito alla fabbricazione di finti casi di terrorismo a fini politici, e per migliorare artificiosamente le statistiche relative alle prestazioni dell’agenzia.

Agenti anonimi hanno inoltre denunciato al quotidiano casi di violenza sessuale e sessismo, e persino casi di atti sessuali a bordo di veicoli d’ordinanza culminati in incidenti stradali.

Una informatrice anonima del quotidiano ha inviato una lettera ad un congressista – ripresa dal Washington Times – accusando i suoi superiori – incluso il direttore dell’Fbi, Christopher Wray – di aver ignorato le sue accuse di violenza sessuale.

L’Fbi è completamente fuori controllo, e la sua cultura e struttura devono cambiare. Non soltanto la faziosità politica è del tutto incontrollata e disgustosamente ostentata, ma l’Fbi è consapevole di essere del tutto immune dalle conseguenze dei suoi atteggiamenti illegali e della sua cattiva condotta”, afferma la lettera inviata dall’informatrice anonima al deputato repubblicano Louie Gohmert.

Anche un altro deputato repubblicano, Jim Jordan, ha annunciato che i membri repubblicani della commissione Giustizia della Camera hanno ricevuto denunce da “più di 14 agenti” dell’Fbi in merito a presunte irregolarità e attività illegali da parte dell’agenzia, inclusa la presunta edificazione di casi di “estremismo domestico violento” a fini politici.

 

Il rischio di guerra civile

Un articolo piuttosto preoccupato sulle conseguenze del blitz del FBI contro Trump è stato pubblicato su Politico, secondo il quale “il risultato più preoccupante del raid è l’aumentato ma inevitabile rischio di una diffusa rottura civile. Guardare gli agenti perquisire Mar-a-Lago potrebbe far sì che una porzione abbastanza ampia della base di estrema destra di Trump si opponga decisamente all’autorità federale e che la sua sfida si trasformi da episodica a sistemica, fino a sfociare in una regolare resistenza armata alle forze dell’ordine federali, come a Ruby Ridge e potenzialmente anche a Waco”. (1)

Secondo Politico, “Trump ha portato l’estrema destra in superficie e l’ha arruolata al suo servizio personale. Alcuni dei suoi sostenitori sono così convinti che la sua presidenza gli sia stata rubata che considerano l’esecuzione sommessa, circospetta e non violenta di un mandato di perquisizione nella sua residenza come un casus belli, e figure autorevoli e ammirate li incoraggiano a farlo”.

Steve Bannon ha definito l’FBI una “gestapo”. La rappresentante della Georgia, Marjorie Taylor Greene, ha chiesto al Congresso di “disboscare l’FBI”.

Gli opinionisti di estrema destra hanno proclamato che “Questo significa guerra” e hanno caratterizzato il blitz del FBI come una “dichiarazione di guerra“. I post sui forum internet di estrema destra sono stati più violenti di qualsiasi altro dal 6 gennaio.

Lo scorso fine settimana, sostenitori di Trump armati e vestiti con giubbotti antiproiettile hanno protestato davanti alla sede dell’FBI di Phoenix. Le minacce contro le forze dell’ordine federali sono aumentate, intensificando una tendenza in crescita. Alcuni estremisti hanno reso pubblici i dati personali degli agenti per consentire ad altri di molestarli o di colpirli con la violenza.

 

Offensiva legale di Trump

Trump dal canto suo ha intentato una causa legale contro l’Fbi, in risposta alla clamorosa perquisizione che l’agenzia ha effettuato due settimane fa presso la sua residenza. Nell’esposto presentato alla Corte della Florida, i legali dell’ex presidente affermano che la perquisizione dell’Fbi e i sequestri di documenti sono stati effettuati sulla base di un “mandato eccessivo”.

I rappresentanti di Trump hanno chiesto inoltre che la magistratura nomini uno “special master”, un ufficiale giudiziario terzo che valuti i contenuti del mandato emesso dal dipartimento di Giustizia e dei presunti documenti secretati sequestrati dall’Fbi nella casa di Trump.

La natura dei documentati sequestrati è ancora incerta, così come la reale entità dell’eventuale illecito commesso dall’ex presidente, che secondo alcuni esperti potrebbe rischiare l’ineleggibilità in vista delle prossime elezioni presidenziali.

Trump e i suoi ex collaboratori sostengono invece che l’illecito contestato a Trump non sussista e non sia perseguibile, in quanto lo stesso Trump avrebbe desecretato i documenti in questione ricorrendo ai suoi poteri presidenziali prima della conclusione del suo mandato alla Casa Bianca.


Note
(1) Waco è uno degli episodi più sanguinosi nella storia del FBI per il violento assalto nel 1993 contro la fattoria di una setta – i Davidiani – in cui morirono 76 civili. Nei giorni precedenti c’erano stato un altro scontro a fuoco in cui erano morti 6 civili e 4 agenti del FBI.

Comments

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Romke
Sunday, 28 August 2022 13:19
Guerra civile in USA! Boom!! Corro al cinema d’essai a vederla
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