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ilsimplicissimus

Covid: per Russia e Cina l’ombra di un attacco biologico

di ilsimplicissimus

Oggi vorrei dedicarmi a un tema che non ho mai affrontato in via diretta, ma che penso sia stato e sia tutt’ora uno dei fattori di estrema confusione e di ambiguità che regnano indisturbati: si tratta dell’idea che siccome la Cina e la Russia sono state ligie alla narrazione pandemica, allora anche esse partecipano alle agende che l’Onu e il Wef hanno presentato e che hanno cominciato ad avere concreta realizzazione con l’isteria covidica. E in questo senso anzi la Cina viene presentata come una protagonista delle limitazioni alla libertà di movimento che sono diventate ormai comuni e accettate dalla maggioranza della popolazione dopo due anni e mezzo di inferno. Mosca e Pechino alleate del neocon americani e del deep state pur essendo di fatto in guerra con l’occidente? Tutto però diventa chiaro se si legge la documentazione che Mosca ha presentato riguardo alle scoperte fatte sui laboratori americani per la guerra biologica allestiti in Ucraina: vengono portate prove di ciò che i servizi russi già sapevano, ovvero che in quei laboratori dove peraltro lavoravano i ricercatori delle multinazionali americane del farmaco, si tentava di fabbricare agenti patogeni particolarmente virulenti per la popolazione russa.

Lo sapevano con certezza, fin dal 2014 quando con il rientro della Crimea nella Federazione russa, Mosca poté esaminare il lavoro svolto in un laboratorio americano per la guerra biologica , gestito dal Pentagono nella penisola e dove si ebbe la certezza che i ricercatori studiavano i genotipi locali in relazione a vari agenti patogeni e a varie sostanze. Del resto Jason Crow, membro del Comitato di intelligence della Camera degli Stati Uniti ha avvertito gli americani dei pericoli di fornire il proprio DNA a società private per i test: “… esiste la possibilità che i risultati del test possano essere venduti a terzi… e le informazioni ottenute possano essere utilizzate per sviluppare armi biologiche mirate”. Code di paglia di dimensioni gigantesche. Comunque sia da allora è scattato l’allarme perché ci si è resi conto che gli americani facevano sul serio e che ciò che veniva scritto in talune riviste dei think tank statunitensi corrispondeva alla verità, ovvero che l’arma biologica, silenziosa e per qualche verso indimostrabile era quella che riceveva la massima attenzione dal Pentagono perché essa non deve necessariamente colpire gli uomini, ma può uccidere gli animali e distruggere le coltivazioni, insomma mettere in ginocchio un Paese e magari creare una crisi per ottenere un cambio di regime La tesi finale della relazione russa è che il coronavirus fosse in realtà un’arma biologica: “l’interesse dell’amministrazione statunitense per lo studio di agenti biologici mirati ci costringe a dare uno sguardo nuovo alle cause della nuova pandemia di coronavirus e al ruolo dei biologi militari statunitensi nell’emergenza e nella diffusione del Covid -19 “. La stessa cosa è accaduta in Cina, epicentro del covid che a tutt’oggi pare attaccare con più virulenza proprio le popolazioni di etnia cinese. Insomma la percezione della pandemia in questi due Paesi è stata molto diversa da quella occidentale: la si è interpretata come un tentativo o una prova generale di guerra biologica ed è da qui che deriva un atteggiamento che a prima vista può sembrare .complice del Wef e insomma della cupola pandemica.

Noi dovremmo intuirlo più di altri visto che la Russia, dove la malattia non si era ancora manifestata, inviò già nel marzo del 2020 nell’unico Paese occidentale con il quale aveva rapporti decenti, ovvero l’Italia, una nutrita troupe di specialisti militari per dare una mano a una sanità corrotta implosa su se stessa, ma anche per studiare il nuovo agente patogeno. Tutto si svolse in maniera rapidissima: una telefonata tra Putin e Conte e il giorno dopo, gli aerei russi atterrarono a Roma accolti dal ministro degli esteri, quella puttanella di Di Maio che poi si dedicherà agli improperi contro Mosca. In totale arrivarono 17 aerei cargo con mascherine, ventilatori, medici e attrezzature per disinfettare strade ed edifici, un intero ospedale da campo, ma anche uomini del gruppo anti guerra batteriologica come sappiamo adesso dalla relazione del tenente generale Igor Kirillov, il capo delle forze di difesa dalle armi nucleari, chimiche e biologiche, presentata il 4 agosto scorso. La cosa stonata in tutto questo fu l’assurda polemica dell’ informazione occidentale contro questo aiuto russo ( aiuto peraltro negato dal resto d’Europa): poiché questo atteggiamento era privo di ragioni e di senso si può ritenere che esso sia stato ispirato da chi poteva temere che gli specialisti russi scoprissero la costruzione artificiale del virus.

Per quanto riguarda la Cina le cose erano ancora più chiare perché il laboratorio di Wuhan si occupava grazie a finanziamenti canalizzati da Fauci della ricerca sul guadagno di funzione (e di finzione) su coronavirus dei pipistrelli: nemmeno per un attimo ha dubitato dell’artificialità del virus visto che vi lavoravano specialisti cinesi e a in seguito quando si vide che il virus aveva un’ attività più spiccata nei confronti di persone di etnia cinese è cominciata l’ossessione del covid zero che è un obiettivo ovviamente irrealizzabile, ma che serve a Pechino per prepararsi a una possibile per non dire probabile guerra biologica scatenata dagli Usa.

C’è anche da notare che all’inizio anche la Russia aveva messo in campo misure molto severe, sapendo cosa facevano gli americani nei loro laboratori e temendo che il nuovo virus potesse principalmente le persone con il genotipo russo-slavo. Ma l’allarme finì con il ritorno degli specialisti dall’Italia e da allora in Russia le misure sono state sempre molto blande. Ma sia Mosca che Pechino hanno impedito l’ingresso dei sieri genici temendo che in un cero senso la vera arma biologica potesse non essere il virus in sé, ma il presunto rimedio, ovvero gli pseudo vaccini a mRna. Comunque sia è evidente che chi straparla di alleanze segrete di Putin o di Pechino con la cupola delle agende occidentali lo fa senza tenere in contro questi fattori decisivi o perché interessato a portare confusione nel campo degli avversari

Comments

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Ambro
Friday, 02 September 2022 10:57
Ricordo di aver visto un video all'inizio della pandemia registrato da un gruppo di biologi che sosteneva che i virus colpiva soprattutto chi aveva una certa variazione genetica, molto più frequente nelle popolazioni cinesi che nelle nostre e che quindi per noi (salvo terapie assassine o multimorbilità, aggiungo io) non era poi così pericoloso. Se lo ritrovo lo linko.

In ogni caso, rispetto il commento sopra, non è affatto necessario tirare fuori la questione razziale (che non esiste, e su questo siamo d'accordo come tutti i genetisti) ma i gruppi umani hanno delle lievi differenze (haplogroup) che -ad esempio- rendono predisposti a una malattia piuttosto che un altra. Predisposti non vuol dire condannati. Ma sui grandi numeri le predisposizioni contano eccome. Quindi se sono effettivamente riusciti a fare un virus che si aggancia a proteine statisticamente più presenti in un aplogruppo piuttosto che un altro. il risultato di mettere in ginocchio un'area dove quel aplogruppo è maggioritario lo ottengono. Insomma, i pezzi del puzzle sembrano incastrarsi
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Perbacco
Tuesday, 30 August 2022 13:10
Una cosa è certa che esistano laboratori di ricerca genetica, così come di studio dei virus esistenti in natura, ossia che si evolgono in base alle modifizioni indotte dall’antropocene capitalistico. È fuori di dubbio che alcuni studi scientifici siano poi legati alla tecnica per l’applicazione militare. Lo fu lo studio dell’atomo. Questa avviene perchè il capitalismo è fondamentalmente un universo deterministico governato dalla concorrenza, il cui scenario attuale non è di contesa di un mercato mondiale in espansione, bensì in via di rabberciamento catastrofico.
È altrettanto indubbio che la produttività agricola sia stata innalzata attraverso la fabbricazione di sementi e di pesticidi. A lungo andare il progresso scientifico ha avuto il suo effetto entropico disastroso. L’uso di sostanza antibiotiche nei fertilizzanti oggi ha prodotto alla lunga super batteri resistenti agli antibiotici tradizionali, mentre la catena alimentare capitalistica trasferice il batterio dalla pianta, alla mucca o all’ovino, fino all’uomo.

Ora le tesi è, la concorrenza in un mercato e sistema generale della accumulazione in crisi ha spinto gli USA a dotarsi di nuove armi contro i peggiori concorrenti. Un virus che attaccasse il genoma slavo distinguendo lo Slavo Ucraino da quello Russo. Cosa difficile non solo perchè le caratteristiche genetiche saranno di molto simili, ma anche perchè dopo secoli e secoli di ibridazione tra nordici, slavi dell’est, kazari, mongoli, tatari, aschenaziti, sciiti ecc quale sia il genoma da selezionare è affare complicatissimo in quanto non esiste uno slavo ucraino e uno slavo russo tantomeno uno slavo dell’est doc.

Infatti i Russi, tesi numero 2, si sono accorti che il virus non fosse un killer patogeno anti russo.

La tesi numero 3 è che esso fosse dunque un killer patogeno in grado di selezionare il genoma cinese. Ma qui la cosa è ancora più complessa rispetto a quella relativa agli slavi dell’est ovviamente. Al momento un filamento di DNA potrebbe indicare forse la pigmentazione, ma è dato scientifico che non esista alcuna differenza tra un nero africano e un bianco europeo, a meno che non si sia subalterni alle ideologie della scienza razzista per cui gli africani sarebbero una razza biologicamente diversa, come un leopardo si distingue da un leone, o un macaco da un gorilla.

Una tesi non espressa dall’articolo è circolata in quel tempo. Una tesi razzista e ovviamente falsa: i neri e gli africani non erano attaccati o erano molto più resistenti al nuovo virus. Che la tesi sia razzista non c’è bisogno di dimostrarlo. Che sia falsa basti sapere che negli USA in proporzione si sono ammalati gravemente e morti di più gli afroamericani rispetto ai bianchi.
Basti sapere che l’aumento della mortalità “per tutte la cause” in Italia è aumenta del doppio tra gli immigrati rispetto agli italiani. Quindi buttiamo nel secchio la tesi 3.

Tesi numero 4, che se dovessimo renderne conto allora varrebbe anche la tesi 3, allora si è approntato un virus che aggredisce il bianco nelle sue sfumature, dal giallo al bianco, ma non riuscendo attecchire distinguendo tra i vari ceppi storici degli slavi dell’est. Addirittura non in grado di colpire i neri e gli africani e il sub continente indiano.

Tesi numero 5, nella difficoltà scientifica di selezionare un virus killer capace di selezionare e aggredire mortalmente il giusto ospite, e allora che “muoia sansone e tutti i filistei”, ma si li attaccheremo dopo con un apposito vaccino killer spaventando l’umanità di fronte a una influenza.

Che la cura capitalistica vaccinale sia da denunciare sta essenzialmente perchè essa intende colpire un effetto conservando la barbarie che produce il male, “naturalmente” o “artificialmente” (dove anche la fuga di sostanza da un laboratorio per errore è il risultato di come questa società genera catastrofi mettendo al centro il valore ed il profitto sopra ogni cosa). Secondo perchè la crisi generale raggiunta tra l’attività produttiva dell’uomo capitalistico e la natura restringe i tempi degli effetti benefici di certe cure. Gli antibiotici tradizionali utilizzati intensivamente in agricoltura e per la cura dell’uomo dopo cinquanta anni mostrano il suo risvolto negativo. Tra cinque anni avremo le statistiche sui risvolti negativi del vaccino anti covid. Ed è questo l’oggetto di una critica rivoluzionaria ad un modo di produzione generale che sta collassando, ossia quello relativo al rapporto tra le attività produttive dell’uomo capitalistico con la natura che è uno spazio limitato e che sta divendo inabitabile per la vita.
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