Print Friendly, PDF & Email

andreazhok

Il pericolo

di Andrea Zhok

Di fronte ai vari richiami all'astensionismo intelligente e riflessivo, credo sia utile un breve richiamo allo scenario incombente.

Premessa. Sono trent’anni giusti – incidentalmente dalla stipula del trattato di Maastricht – che l’Italia è in una fase ininterrotta di declino.

I salari reali si sono ridotti, la disoccupazione e la precarietà sono esplose, abbiamo perduto per emigrazione giovani formati a colpi di 90.000 l’anno, lo stato è sempre meno efficiente e sempre più bizantino e sempre più incattivito, l’università e la ricerca sono state umiliate, la scuola è diventata la gabbia di contenimento di bambini nevrotizzati e smartphone-dipendenti, il sistema sanitario pubblico è stato smantellato, le pensioni sono diventate sempre più miserabili e sempre meno raggiungibili.

Ci avevano detto che le varie strette di cinghia cui siamo stati chiamati sarebbero servite almeno a risolvere il problema del debito pubblico accumulato negli anni ’80 – quando, ci si dice, vivevamo al di sopra delle nostre possibilità.

Peccato che se negli anni ’80 il debito era cresciuto di 35 punti percentuali, da Maastricht ad oggi è cresciuto di altri 60 (mentre il rapporto deficit-Pil è peggiorato drammaticamente).

Questo quadro non va ricordato per piangersi addosso, ma come promemoria.

E di cosa ci dobbiamo ricordare?

E' semplice, ci dobbiamo ricordare che ad accompagnarci per manina nel baratro è stato un ceto dirigente neoliberale che ci ha governato giocando a quel gioco di ruolo chiamato "bipolarismo": un gioco delle parti che si anima di toni accesi in prossimità delle elezioni, per poi assopirsi in politiche sovrapponibili per il resto della legislatura.

Ed oggi, dopo aver prodotto ulteriori danni terminali con una strategia pandemica fallimentare e una gestione geopolitica suicida nei confronti del nostro principale fornitore di risorse naturali, dopo tutto questo, di fronte al collasso imminente, il partito unico neoliberale chiede di nuovo fiducia.

Ma oramai anche la fatica di mettere in piedi la sceneggiata bipolare è uno sforzo eccessivo. Meloni e Letta, Salvini e Speranza, Berlusconi e Renzi, con Conte in panchina a fare quello difficile da convincere, chiedono già di ripresentare, magari dopo qualche mese, un nuova “grande coalizione” all'insegna dell'Emergenza e del Senso di responsabilità. Con a capo, se vorrà graziosamente concedersi, di nuovo Mario Draghi.

Le coalizioni emergenzialiste "tutti dentro" sono l'ultima grande trovata della politica italiana. Uniscono la venerazione per i "Tecnici", nuovi sacerdoti della politica moderna, con la più gradevole deresponsabilizzazione, giacché l'assenza di una reale opposizione permette di commettere qualunque nefandezza travestendola da “atto di responsabilità”, senza pagare alcun dazio (senza un’opposizione non si rischiano trasferimenti di voti, ma solo un incremento dell'astensionismo, in cui i partiti dell'establishment sguazzano).

Dev'essere chiaro che ciò che ha permesso le mostruosità ricattatorie e le politiche antipopolari degli ultimi anni (così come quelle della austerity di Monti) è esattamente questo: la mancanza di un'opposizione che potesse chiedere spazi mediatici, fare da portavoce istituzionale del malcontento e creare il nucleo credibile per un'alternativa nelle urne (sì, ho parlato di un nucleo di alternativa, perciò la Meloni non conta).

Sapere che la politica non finisce nelle urne, ma che al contrario può esistere solo se è il terminale di una partecipazione capillare, è importante.

Dunque le urne sono solo un pezzetto della democrazia.

Ma disprezzarne la cruciale funzione "difensiva" è un errore grottesco.

 

Comments

Search Reset
0
ndr60
Friday, 02 September 2022 14:42
Dopo vent'anni di astensionismo andrò a votare per uno dei partitini di opposizione per un solo motivo: perché, ancora più che in passato, Lorsignori hanno fatto letteralmente di tutto per impedire che partecipassero al rito (sempre più grottesco) delle Elezioni.
Conscio che ben difficilmente molti non supereranno il fatidico 3%, i superstiti almeno faranno atto di presenza in parlamento, per (e in questo do ragione a Zhok) fare da portavoce e sussurrare il malcontento del 90% della popolazione italica.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Ambro
Friday, 02 September 2022 09:56
Non ricordo più chi l'ha detto (e mi sembra una perdita di tempo googlarlo) che "le votazioni sono l'assicurazione sulla vita delle classi dominanti".
Di sicuro perchè danno legittimità (e quindi autorizzano l'uso della forza) agli occhi dei più e poi perchè il risultato è facilmente determinabile avendo il capitale in mano i mezzi di comunicazione.
Alla fine gli basta poco: per farti ingoiare quello che voglio dandoti l'illusione della scelta basta scrivere il menu.

Tanto per dirne una, se anche supponiamo che unione popolare abbia dei contenuti che possano riorientare la direzione politica, non avendo il minimo spazio sui media per comunicare, sono perdenti per definizione.

Poi, non dimentichiamo che siamo una colonia. Se anche dovesse emergere una forza realmente popolare, anticapitalista (e quindi inevitabilmente antiimperialista), o si fanno comprare o gli "succederebbe" qualcosa di brutto nel giro di poco.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
baubaubaby
Friday, 02 September 2022 08:39
Purtroppo Zhock sta scadendo da giorni in un anti-astensionismo che sta diventando quasi moralistico, anzi apertamente moralistico.

In sintesi e in chiaro: Zhock con questo ragionamento unilineare finisce per dare la "colpa di tutto" agli astensionisti, altrimenti le oligarchie italiane non avrebbero avuto scampo già da tempo .... Scusi , professosre, ma io non ci credo.

Allora seguiamo la logica di Zhock al contrario: se fossimo dunque andati a votare tutti in questi anni passati, allora chi ci avrebbe governato? Qualche radicale antiliberista? Antimperialista? Anticapitalista? Socialista? Avremmo avuto qualcuno di talmente diverso da uscire dall'euro e dalla Nato?

No, professore, non avremmo avuto nulla di tutto questo! Ammessa e concessa pur l'ipotesi da lei agognata (la piena partecipazione dei votanti), non ci sarebbe stato niente di diverso.

E le sono passati sotto gli occhi due eventi importanti a riguardo, due fatti:


- nel 2013 la grande opposizione dei 5S (e non dica che i numeri non erano da opposizione efficacie) andò al parlamento per ... "controllare gli scontrini" ... e io astensionista mi dissi "Ma andate a fanculo!". .

- nel 2018 altro che opposizione, un bel governo diverso, che avrebbe potuto e dovuto cambiare la linea dell'andazzo italiano denunciato da Zhock ... e invece si è visto come è andata ....

Professore faccia attenzione: è comprensibile attaccarsi a qualunque scorciatoia quando la situazione pare disperata; e le elezioni sono una scorciatoia per un movimento di dissenso politico e sociale.

Ma il dissenso è sia politico che sociale?

Dal suo discorso è sempre mancata una radicalità di fondo. Radicale non vuol dire essere cattivi e violenti sanguinari. Vuol dire analizzare la pentolona sociale a partire dai fondamentali biologici ed economici umani scevri dai concetti posticci e strumentali all'ideologia mercantile e competitiva che vengono sottointesi come "acquisiti" una volta per tutte e quindi indiscutibili.

Ma se le basi fondamentali sono insindacabili (la proprietà dei mezzi di produzione, la socializzazione delle risorse, l'autonomia individuale e di classe verso le autorità dominanti di turno) allora non resta che perdersi nei dettagli: gli scontrini e le scatolette di tonno.

Zhock lei ha sbagliato e sbaglia a rampognare l'astensionismo, che è principalmente un ruifiuto radicale della struttura di gestione sociale.

Primo perchè perde tempo ed energie invece di convincere il prossimo dlele sue idee e andare a votare lei che si è candidato: si rende conto che invece di convincermi del suo progetto tattico di andare a votare (si ricordi che gli anarchici andarono tatticamente a votare per la democrazia in Spagna prima dlela guerra civile, ma la guerra civile poi ci fu lo stesso) lei mi fa incazzare ancora di più e mi porta ad associarla a quelli che già ci sono, lei è come loro ....

Secondo, più importante, perchè così facendo lei si pone come un "impotente", uno che deve sperare che qualcuno vada a votarlo "Atlrimenti vincono loro ..." e non per la forza dei contenuti e della tattica che propone. Lei si squalifica e si svilisce perchè dimostra debolezza, come a sinistra fanno gridando ciclicamente "Al lupo, Al lupo fascista!".

Ascolta bene Andrea Zhock (mi rivolgo conil TU): tu e gli altri non siete madonne scese dal cielo a cui votarsi a occhi chiusi!

Ti e gli altri come te dovete capire ceh in queste condizioni l'astensione e il voto anti-sistema non sono tattiche antitetiche, ma andavano e vanno coordinate fra chi va in piazza e non vota, fra chi non va in piazza e vota e chi fa benissimo tutt're due: andare alle urne e andare a lottare in piazza.

Ma vi manca pure la fantasia visto come vi state riducendo a rampognare gli astensionisti, veri compagni di questa lotta, senza più andare all'attacco dialettico del nemico.

Complimenti, continuate così.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
romke
Friday, 02 September 2022 12:38
D'accordo con il senso del tuo intervento per il quale ti ringrazio. Credo però si debba essere precisi e chiamare le cose con il loro nome: il professore è un opportunista. Come tutti quelli che in questa fase (70 anni...) mettono in piedi, ad ogni chiamata alle urne da parte della borghesia, liste "popolari" che servono solo a imbiancare il cesso della democrazia borghese (e a incassare i contributi statali...).
Scrivono liste della spesa che chiamano programma e non hanno nessun principio a parte l'illusione, che diffondono, che ogni volta sia la volta buona per cambiare il gioco per via elettorale. Spesso usano anche un linguaggio apparentemente di sinistra per mascherare la loro vera essenza opportunista e riformista. Ed è tutta gente che si è ritagliata un posticino in una cattedra o in un ufficio sindacale o in qualche amministrazione pubblica dove sono tollerati per par condicio. Con operai e lavoratori in genere l'unica cosa che propongono è la nazionalizzazione, naturalmente da parte dell'attuale stato borghese e si guardano bene di affrontare il tema di una strategia che porti all'uscita dalla schiavitù del salario.

P.S. se riesco a caricare la mia risposta spero tu riesca a leggerla, perchè qui dentro, dove i trolls di Putin sguazzano, i miei interventi non sono graditi e le mie risposte hanno brevissima vita.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote

Add comment

Submit