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Geopolitics for dummies

di Pierluigi Fagan

Visto che la fortunata collana dalla copertina gialla “…for dummies” (…per inesperti) non ha ancora pubblicato un volume sulla geopolitica, data l’attualità dell’argomento, faccio volentieri supplenza.

L’immagine allegata visualizza un passo che poi metto nei link che è tratto da un documento 2019 della RAND Corporation (USA), il cui intento è così premesso dal Rapporto stesso: “Questo rapporto esamina una serie di possibili mezzi per estendere la Russia. Come la Strategia di Difesa Nazionale del 2018 ha riconosciuto, gli Stati Uniti sono attualmente bloccati in una competizione di grandi potenze con la Russia. Questo rapporto cerca di definire le aree in cui gli Stati Uniti possono competere a proprio vantaggio. Basandosi su dati quantitativi e qualitativi provenienti da fonti occidentali e russe, questo rapporto esamina le vulnerabilità e le ansie economiche, politiche e militari della Russia. Quindi analizza le potenziali opzioni politiche per sfruttarle - ideologicamente, economicamente, geopoliticamente e militarmente (comprese le opzioni aeree e spaziali, marittime, terrestri e multidominio)”.

Il termine “estendere” significa “indebolire” tramite stress. Se ti stresso continuamente a preoccuparti ed occuparti di questo o di quello, ti indebolirò, ti sottrarrò l’iniziativa, ti creerò problemi di dove concentrare le tue insufficienti forze, cosa difendere ed a cosa rinunciare. Alla fine, crollerai per implosione, tipo Unione sovietica. E’, in pratica, una strategia che gli USA hanno imparato nella guerra fredda e poiché non c’è niente di meglio di una strategia che ha mostrato di funzionare, perché non ripeterla?

Come leggerete nel passo riportato più sotto c’è il cuore della strategia che vediamo svolgersi sotto i nostri occhi, in questi recenti mesi. Il Rapporto completo è on line, lo linko, so che non vi interessa ma le fonti son le fonti.

Ma non è questo nello specifico che motiva il post. Il post, come da titolo, si rivolge a tutti quelle anime candide che nella loro vita svolgono una professione o si interessano di qualcosa nel campo del sapere. Magari hanno fatto quattro o cinque anni di università o magari anche di più per prendere una specializzazione. Poi ci hanno messo sopra decenni di esperienza. Partecipano a seminari e convegni, leggono libri di approfondimento, leggono riviste dedicate. Ritengono che il loro impegno richieda studio approfondito e conoscenze non intuitive, anche solo per trattare argomenti frivoli come scrivere su un giornale o fare il pubblicitario.

Quando però si tratta di “geopolitica” sono tutti esperti. Scrivono post arrabbiati, fanno debunking, palpitano perché tizio o caio dice proprio quello che pensano loro, ne deducono quindi di esser diventati strateghi di war games da tavolo.

Spiace, ma la geopolitica è una disciplina al pari di altre, forse con un tasso di complessità anche maggiore. Sarebbe infatti bene avere qualche nozione di geografia fisica, geografia umana (demografia), geostoria e geoeconomia. Poi di politica interna ed estera almeno delle principali potenze, ma se c’è un confitto o attrito disordinante, anche degli attori coinvolti anche quando sono staterelli piccolini che neanche si sa dove sono sulla cartina. Nozioni di militare sono necessarie così come, ovviamente, conoscenza in campo economico e finanziario (e valutario). Visto il ruolo che ha, qualcosa di "tecnologia" è anche necessario, nelle sue varie applicazioni che non si riducono a gli smartphone. Ma attenzione, perché poi i popoli sono anche culturali, hanno mentalità, immagini di mondo ed infatti anche una certa conoscenza almeno dell’outline delle principali religioni non fa male, specie se nei pasticci sono coinvolti Paesi musulmani, ma non solo.

Poi naturalmente c’è la specializzazione in materia propriamente detta, come ogni disciplina ha la sua storia, le sue tradizioni, i suoi schemi, le sue teorie che sono più delle “interpretazioni di Copenaghen”. Purtroppo, la geopolitica ha per oggetto cose che sono oggetto anche di un’altra disciplina attigua, le Relazioni internazionali. Son però due discipline diverse per storia, metodi, categorie e teorie. Infine, sarebbe utile avere qualche nozione di una meta-argomento che è la “strategia”, argomento che si declina in diversi casi e discipline diverse, incluso il gioco degli scacchi, il poker, il go, la Teoria dei giochi (che non è lo studio del Subbuteo o di Risiko) etc.

Tutto ciò a dire che quello che dice il Rapporto RAND è normale, è normale ci sia una cosa che si chiama RAND e che molti non sanno cos’è (che è come parlare di computer e non sapere cos'è Microsoft) , è normale le grandi potenze facciano strategie e poi le perseguano, è normale il conflitto, è normale la competizione, le trame (orrore! cose così simili ai “complotti” per chi ha un vocabolario ristretto) e tutto ciò che si tratta appunto in questo campo.

Tutto ciò è perfettamente normale se conoscete l’argomento ed il suo campo, non lo è come per molti non lo è la gravità quantistica se non si è fisici teorici. Con la differenza che sulla gravità quantistica i più evitano di scrivere post deliranti in cui profondono la propria frustrazione psichico-culturale.

Rendetevi conto che spesso voi non parlate di geopolitica, parlate dei commenti che leggete su i quotidiani ed in televisione al pari dei tic di Re Carlo e delle corna di Totti. Con la piccola differenza che i tic di Re Carlo e le corna di Totti o Blasi non impattano la vostra vita concreta, il vostro benessere, la vostra possibilità di esser se non felici, almeno sereni. In geopolitica voi non siete spettatori, siete l’oggetto del contendere. Tra chi e per cosa sarebbe magari utile domandarselo, forse.

ojbvurd 

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