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L’altro mondo prende le misure con l’Occidente

di Sergio Cararo

Il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (SCO) tenutosi a Samarcanda segna indubbiamente un salto di qualità sullo stato delle relazioni internazionali.

Il fatto più rilevante del vertice è stato l’incontro bilaterale tra Putin e Xi Jinping, il primo da quando la Russia è intervenuta militarmente contro l’Ucraina.

La Cina e la Russia “hanno mantenuto un’efficace comunicazione strategica dall’inizio dell’anno e “uno stretto coordinamento sulla scena internazionale per sostenere le norme di base delle relazioni internazionali” e “la cooperazione bilaterale nei vari campi è avanzata in modo costante”, riferisce un comunicato del ministero degli Esteri cinese. Xi Jinping si legge nella nota, ha sottolineato che la Cina lavorerà con la Russia “per estendere un forte sostegno reciproco su questioni che riguardano i rispettivi interessi fondamentali e approfondire la cooperazione pratica nel commercio, nell’agricoltura, nella connettività e in altre aree”.

Dal canto suo Putin ha osservato che il mondo sta attraversando molteplici cambiamenti, ma che “l’unica cosa che rimane invariata è l’amicizia e la fiducia reciproca tra Russia e Cina” e ha definito il partenariato strategico tra i due Paesi “stabile come le montagne”.

Secondo il presidente russo, “sia la Russia che la Cina sostengono un ordine internazionale più equo e ragionevole, dando un ottimo esempio nelle relazioni internazionali; la Russia “consoliderà e approfondirà la comunicazione e la collaborazione bilaterale e multilaterale con la Cina e amplierà la cooperazione in settori chiave come il commercio e l’energia”. Infine, Mosca ha ribadito il suo impegno al rispetto del principio della “Cina unica” e la condanna delle “mosse provocatorie di singoli Paesi su questioni riguardanti gli interessi fondamentali della Cina”.

Le reazioni Usa all’incontro tra Putin e Xi Jinping rivelano serissime preoccupazioni. “Gli Stati Uniti sono preoccupati per il progressivo rafforzamento delle relazioni tra Russia e Cina” ha dichiarato ieri il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price. “Certamente, abbiamo visto questa relazione (tra Russia e Cina, ndr) divenire sempre più stretta. Abbiamo espresso con chiarezza la nostra preoccupazione in merito all’approfondimento di questa relazione, e la preoccupazione che tutti i Paesi del mondo dovrebbero nutrire a tal proposito”, ha dichiarato Price.

Inutile rilevare che il resto del mondo per l’amministrazione Usa sia solo quello occidentale, una visione seriamente rimessa in discussione dai fatti degli ultimi anni e strattonata in profondità da quelli degli ultimi mesi.

All’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai, in questo vertice si è aggiunto un nono paese: l’Iran.

Non solo. Alla riunione della SCO a Samarcanda paesi come Turchia, Arabia Saudita, Qatar ed Egitto hanno ottenuto lo status di ‘partner di dialogo’, a cui aspirano anche Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Siria e Iraq. Altri paesi Armenia, Azerbaijan, Nepal, Cambogia e addirittura l’Afghanistan hanno chiesto lo status di osservatore. La Bielorussia sta per diventarne membro.

Della SCO, fondata nel 2001 nella metropoli cinese da cui prende nome, fanno già parte Cina, Russia, India, Pakistan e quattro repubbliche asiatiche della ex Urss. Già oggi rappresentano il 40% della popolazione e il 30% del Pil mondiale ma con una differenza: in questi paesi sono in crescita, in quelli occidentali sono in ritirata.

Una notizia al margine, ma estremamente significativa nel processo di “de-dollarizzazione” in corso a livello mondiale, è che l’India comincerà presto a commerciare con la Russia in rupie. La State Bank of India ha accettato di facilitare questo nuovo meccanismo.

A luglio, la Reserve Bank of India ha introdotto un meccanismo per regolare il commercio internazionale in rupie, per evitare l’impatto del deprezzamento delle valute globali. La mossa è stata vista come un aiuto al commercio con la Russia, colpita dalle sanzioni, in quanto un meccanismo simile è stato utilizzato in precedenza per regolare i pagamenti con l’Iran, anch’esso colpito da sanzioni. Le aziende indiane stanno già scambiando i dollari e gli euro con le valute asiatiche per regolare le transazioni, al fine di evitare le sanzioni occidentali contro la Russia.

Un editoriale del quotidiano cinese Global Times chiarisce chiaramente il senso che Pechino attribuisce all’evento: rimettere in discussione l’attuale egemonia occidentale, stabilendo un nuovo ordine internazionale. Nel vertice di Samarcanda le premesse di tutto questo sono state indicate piuttosto chiaramente.

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