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multipolare

L’occidente non riconoscerà alcun referendum in Ucraina

di Mikos Tarsis

Le Repubbliche popolari di Luhansk e di Donetsk, e le regioni di Kherson e Zaporizhia terranno un referendum sull’adesione alla Federazione Russa dal 23 al 27 settembre. Lo chiedono proprio perché le condizioni di sicurezza ideali non esistono. Sono convinti che quanto prima apparterranno alla Russia, tanto prima avranno la pace.

Infatti quando questi territori faranno parte della Russia e continueranno a essere bombardati dai missili della NATO sparati dai nazisti ucraini, non si potrà più parlare di “operazione speciale” ma si dovrà per forza usare la parola “guerra”. A quanto pare la Russia ci tiene alle questioni giuridiche. Non si muove militarmente se prima non si sente autorizzata dal diritto. È quindi pronta a introdurre in queste regioni un esercito permanente e a utilizzare le armi più opportune, se l’esito dei referendum sarà favorevole e se si sentirà gravemente minacciata.

“Qualsiasi falso referendum russo in Ucraina sarebbe illegittimo, perché violerebbe la sovranità e l’integrità territoriale che sono alla base della Carta dell’ONU”. Così invece scrive in un tweet il segretario di Stato americano, Blinken.

Questo povero essere analfabeta dovrebbe sapere che una dichiarazione come la sua dovrebbe farla l’ONU e non gli USA, senza poi considerare che proprio l’ONU garantisce la sovranità o autodeterminazione popolare, che, essendo un diritto umano, è un diritto più importante della sovranità statale e integrità territoriale, che sono diritti politici. La stessa Ucraina si avvalse nel 1991 dello strumento del referendum per staccarsi dall’URSS moribonda.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita attraverso lo Stato, ma se lo Stato è nemico del popolo, il popolo ha diritto a esercitare la propria sovranità come meglio crede: dal tirannicidio previsto da Tommaso d’Aquino alla disobbedienza civile di Gandhi, sino alla resistenza popolare di Locke. Il diritto alla ribellione è previsto dalle Costituzioni di 37 Paesi del mondo.

Anche la Scozia, se deciderà di staccarsi dal Regno Unito, lo farà tramite un referendum. Anche la Catalogna, se glielo avessero permesso, avrebbe fatto la stessa cosa.

L’intero occidente ha permesso al Kosovo di staccarsi dalla Serbia nel 2008 senza neanche l’uso del referendum, che è il principale strumento della democrazia diretta, usatissimo in Svizzera.

Kiev non riconosce neanche il referendum fatto in Crimea nel 2014, dove quasi il 100% dei partecipanti chiese di stare sotto la Russia. È che quando si è fondamentalmente fascisti non si riconosce mai alcuna volontà popolare. Fare trattative di pace con un governo così, sostenuto da un occidente ancora più fascista, è impossibile. Non a caso il Dipartimento di Giustizia degli USA ha subito chiesto al Congresso di legalizzare il trasferimento dei beni russi (almeno 300 miliardi di dollari) all’Ucraina in risposta agli annunciati referendum. Hanno il terrore dello strumento del referendum popolare, perché sanno benissimo che vari Stati federali americani lo vogliono usare per staccarsi dal governo centrale.

Vorrei inoltre ricordare che non esiste solo l’ONU come organismo internazionale. In America Latina funziona il Parlamento latinoamericano, chiamato anche “Parlatino”. In Africa è entrato in funzione il Parlamento Panafricano. Ci sono anche l’Assemblea parlamentare paritetica UE-ACP (Paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico) e l’Assemblea parlamentare Euromediterranea nel quadro del Partenariato Euromediterraneo. E naturalmente c’è il Parlamento Europeo, direttamente eletto dai cittadini della UE. Non può più essere solo l’ONU a decidere che cos’è la democrazia e la sovranità popolare.

 

Contro Draghi

Il diritto al referendum non va mai condannato a priori. L’ha fatto Draghi, mostrando tutto il suo analfabetismo giuridico. Ha detto che sarebbe contrario al diritto internazionale, quando invece è uno strumento fondamentale della sovranità popolare. Solo una persona strapiena di pregiudizi e lontanissima dalla democrazia può sostenere una cosa del genere. Appare evidente che è convinto, come i suoi amici americani, che un qualunque referendum nel Donbass verrà perso dai filo-ucraini.

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