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bastaconeurocrisi

Le spese del tubo e i greti dei torrenti

di Marco Cattaneo

Come sempre quando accadono catastrofi naturali ed eventi funesti che toccano il territorio e chi ci abita, la recente alluvione di Senigallia ha suscitato dibattiti e polemiche in merito a come poteva essere prevenuta.

Al di là delle mie perplessità, mi dichiaro incompetente a stabilire se questi fenomeni meteo stiano diventando più frequenti (o no) a causa del climate change.

Mi sembra però incontestabile che azioni preventive perfino banali, quali una migliore manutenzione degli argini e la ripulitura periodica dei greti dei torrenti, avrebbero quantomeno limitato i danni.

Ed è anche difficile negare che esista un nesso tra la continua compressione degli investimenti pubblici (regalo dell’eurosistema e delle sue regole) e gli insufficienti livelli di manutenzione.

Di fronte a questa affermazione, mi sento spesso obiettare che certo, i greti dei torrenti si possono e si devono tenere più puliti, ma non è il caso – prima di dare più soldi agli enti pubblici territoriali – di tagliare spese per mostre, fiere, convegni del tutto discutibili – per non dire perfettamente inutili ? insomma, di evitare le “spese del tubo”?

Sembra una considerazione molto assennata.

Ma.

Ma bisogna ricordare che la politica è anche fatta di queste cose. Di promozione di iniziative sul territorio con un occhio all’acquisizione di consenso. Del dare alcune soddisfazioni a segmenti di elettorato locale. Chiamatele scambi di favori a clientele, se ritenete. Ma non pensate di eliminarle, perché succede dappertutto.

Le spese inutili vanno azzerate ? certo, è un obiettivo da perseguire. Però ricordiamo anche che le definizione di “spesa inutile” è un’opinione. Se la promuovono partiti eletti localmente, significa che i votanti del territorio così inutile non la ritengono.

Pragmaticamente: se aspetti di azzerare le “spese del tubo” per avere i soldi che servono a pulire i greti, finisce che non le azzeri e continui a non pulire i greti.

E rendi le alluvioni molto più disastrose.

L’Italia soffre di sottoinvestimento da molti anni, nonostante non ci fosse alcuna ragione sensata – l’inflazione era troppo bassa – per non spendere più soldi (anche) in iniziative di manutenzione del territorio. Naturalmente esisteva invece una ragione INsensata, come detto: le deliranti regole di funzionamento dell’eurosistema.

“Grazie” ai dissesti delle catene di fornitura post fine Covid lockdowns e alla crisi ucraina, oggi invece l’inflazione c’è, ma non la curi tagliando ulteriormente gli investimenti. Casomai riducendo le imposte indirette su gas, energia, carburanti, beni di prima necessità.

Tornando alle “spese del tubo”, la realtà dei fatti è molto semplice, in Italia come in qualsiasi altro paese. Dire “diamo più soldi per le manutenzioni ma solo dopo aver tagliato le spese inutili” è la ricetta ideale per continuare a non far nulla. Perché qualche spesa inutile (a giudizio di qualcuno) ci sarà sempre.

E continuando a non far nulla, i risultati, a Senigallia come altrove, si vedono.

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