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multipolare

Quali rischi militari stiamo correndo?

di Mikos Tarsis

Se l’Unione Europa fosse priva di pregiudizi antirussi, se non fosse dominata dalla propaganda guerrafondaia degli americani (che devono per forza crearsi dei nemici da combattere), se accettasse definitivamente l’idea di un mondo multipolare, avrebbe potuto giudicare la cosiddetta “operazione speciale militare” voluta da Putin sulla base di criteri diversi da quelli che sta usando.

Al momento quell’intervento viene risolutamente condannato sulla base di due criteri: violazione della sovranità politica di uno Stato indipendente e dell’integrità nazionale del suo territorio. È un modo schematico di dire: la Russia è un Paese aggressore, quindi ha torto; l’Ucraina è un Paese aggredito, quindi ha ragione. E in questa maniera vengono giustificati il golpe neonazista del 2014 e la guerra civile del governo di Kiev contro le due repubbliche autonome del Donbass condotta per 8 anni, che ha comportato 14.000 morti e milioni di profughi.

In realtà c’era un altro criterio per giudicare la Russia, anch’esso previsto dalla Carta dell’ONU: Putin e i suoi generali stanno conducendo l’operazione militare in maniera tale che l’aiuto offerto alle due repubbliche del Donbass è o non è superiore all’offesa ch’esse hanno subìto? Cioè stanno rispettando il criterio della proporzionalità oppure no?

Questo è un criterio importante, perché per es. Israele nella sua guerra contro i palestinesi non lo rispetta mai, proprio perché sa a priori che non verrà mai condannata dagli USA e dalla UE.

Se gli analisti tenessero questo criterio in considerazione, smetterebbero di dire che l’esercito russo non vale niente o è costretto a compiere nefandezze proprio perché non è all’altezza della situazione e altre stupidaggini del genere. E dovrebbero finalmente accettare l’idea di distinguere tra un’operazione militare condotta in un territorio in cui esistono molti amici e parenti dei russi e una guerra in cui non si guarda in faccia a nessuno.

Ora, siccome l’occidente non ha accettato d’intavolare trattative di pace sul criterio della proporzionalità, ma anzi ha preferito armare il più possibile il governo di Kiev, facendo capire che è in atto una guerra per procura tra NATO e Russia, ci troviamo di fronte a una svolta capitale: se i cittadini dei territori già liberati dai neonazisti ucraini accettano, tramite i referendum, di far parte integrante della Federazione Russa, allora il conflitto in atto si trasforma in una guerra esplicita o diretta tra NATO e Russia. A questo punto tutti i Paesi NATO che vi partecipano inviando armi e personale militare possono essere oggetto di bersaglio da parte dei russi. Cioè potremmo aspettarci degli attacchi militari all’interno dei nostri confini nazionali contro le basi da cui partono gli aiuti militari.

Ora chiediamoci: le popolazioni europee degli Stati cobelligeranti sono consapevoli del rischio che stanno correndo? Se Putin non sapesse che le basi NATO possono contenere armi nucleari, non avrebbe mai usato il criterio della proporzionalità dicendo che, in caso di un nostro attacco nucleare, la risposta sarebbe stata conseguente. La dottrina militare russa (a differenza di quella americana) esclude che l’arma nucleare possa essere usata in maniera preventiva, ma ovviamente non esclude che venga usata in maniera ritorsiva. E se ciò dovesse avvenire, non facciamoci illusioni sulla differenza tra armi nucleari tattiche e strategiche: l’Europa tornerebbe comunque al Medioevo.

Mi chiedo come mai i nostri statisti non riescano a capire dei concetti così elementari. Sembra che la politica non abbia facoltà di ragionare in maniera autonoma, ma sia continuamente condizionata da una visione militare delle cose, necessariamente schematica, che supera addirittura la tradizionale visione economicistica con cui stabiliamo i rapporti con gli Stati non europei.

Comments

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enrico
Sunday, 02 October 2022 14:00
Splendidamente sintetizzata la ragione; bravissimo ndr60.

Vorrei tuttavia ampliare un poco il discorso.

Chi è al parlamento (gente furbissima e scaltra molto sopra la media), cioè gente a cui i canali informativi non mancano, certamente opera una deliberata, conscia, tacitazione della coscienza per non contrariare il loro "proprietario" e conservare lo stipendio.

Come mai però non lo capiscono i parrucchieri, gli avvocati, gli elettricisti, i manovali, le casalinghe, gli insegnanti, i consiglieri comunali, i disoccupati, gli studenti "de sinistra", gli operai specializzati e tutto il resto della fauna umana delle nostre città, campagne e mari?
Semplice: c'è una macchina mediatica enorme, strabiliantemente potente, ramificata anche in anfratti della nostre vite private, colonizzante il nostro pranzo-pomeriggio-cena con sapienza tecnica e psicologica avanzatissime e calibratissime da specialisti profumatamente pagati, una macchina che, al contrario delle apparenze, sta rispondendo in questo frangente ad una regìa monarchica, una macchina che costantemente, h24, 7/7, demonizza la Russia.

Secondo me, della potenza di questa macchina mediatica (ripeto: della sua potenza, non del fatto che esista) si parla incredibilmente poco. Nonostante tutte le enormi nefandezze che in questo conflitto sta coprendo o generando.
Questa macchina mediatica è a mio avviso "l'arma totale": più potente della classe politica in quanto può benissimo pilotare le scelte elettorali (il "proprietario" da cui tutti i parlamentari dipendono, altrimenti macchina del fango e li si manda a casa); più potente dei cittadini, in quanto si presenta credibilissima (sotto le false spoglie dell'amichevolezza premurosa verso gli aspetti insignificanti della vita privata) e rilassante.
Su internet, questa arma ha il nome dello "ambiente google", ambiente così pieno di rassicurazioni.

Questo scenario da "grande fratello" è purtroppo GIA' qui, ed imperversa nella visione totalmente distorta e disinformata degli eventi da parte della gente comune.
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ndr60
Tuesday, 04 October 2022 15:36
Un vecchio detto recita così; un pesce dice a un altro pesce: - Com'è l'acqua, oggi?
E l'altro risponde: - Che cos'è l'acqua?

Il problema è che il 90% o giù di lì della popolazione "nuota" nei media ufficiali (tv e social) e non sa, per pigrizia o ignoranza, che sopra la superficie dell'acqua c'è qualcos'altro.
Giulietto Chiesa ne aveva fatto una battaglia personale, con Pandora tv, ora ci sono Byoblu e altri canali web, ma sempre visti da una quota molto ristretta di cittadini e che sopravvivono con donazioni volontarie.
Il compito dei prossimi mesi (e anni) per chi vuole conservare un residuo di pensiero indipendente è di aiutare queste piccole realtà a non morire e semmai a diventare sempre più importanti.
Un saluto
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ndr60
Saturday, 01 October 2022 12:29
"Mi chiedo come mai i nostri statisti non riescano a capire dei concetti così elementari": difficile che lo capiscano, se il loro stipendio dipende dal non capirlo.
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