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lantidiplomatico

Donbass: la sinistra europea che copre l'imperialismo

di Paolo Pioppi*

Nel corso della campagna elettorale è avvenuto un fatto che ha poco di elettorale e induce invece una riflessione più generale che riguarda la sinistra europea sulla questione della guerra in Ucraina. A Roma, a sostegno della lista di Luigi De Magistris organizzata in fretta e furia e chiamata Unione popolare, sono arrivati esponenti di rilievo della sinistra europea, come Mélenchon e Iglesias.

Abbiamo già rilevato nel corso della campagna elettorale[1] come alcune liste di sinistra si premurassero di mettere in evidenza la loro condanna dell'intervento russo in Ucraina, come Rifondazione con Paolo Ferrero alla festa di Padova “contro Putin, contro la NATO, contro la guerra” o l' Unione popolare che apriva le danze con un appello in cui si mette subito in chiaro “condanniamo l'aggressione russa all'Ucraina”; per non parlare di Sinistra Italiana e Verdi che manifestavano all'ambasciata russa a Roma contro il bombardamento della centrale nucleare di Zaporijjia, disinvoltamente attribuito ai russi che la presidiavano.

Ma la missione in Italia di Mélenchon e di Iglesias era servita a dare a questo orientamento il massimo risalto. Mélenchon è stato infatti ospite di Mentana e ne ha approfittato per ribadire da lì la sua condanna della Russia. Queste cose non avvengono per caso, per cui ci siamo chiesti come mai una rete televisiva così importante si sia preoccupata di intervistare in piena campagna elettorale il leader francese. A pensar male si fa peccato, ma se si analizza il ruolo che Mélenchon sta ricoprendo in Francia sulla questione della guerra si può inquadrare meglio anche il senso della sua trasferta italiana.

Il 23 settembre sul suo sito Mélenchon informa di aver ricevuto da non meglio precisati 'socialisti contro la guerra' russi un appello, che pubblica integralmente, in cui si chiede sostegno alla campagna che essi stanno conducendo in Russia per il rovesciamento di Putin che secondo loro aprirebbe al popolo russo magnifiche sorti e progressive[2]. L'appello viene accolto calorosamente con queste parole: “Piena solidarietà a coloro che combattono contro questa guerra nella stessa Russia. Perché il nostro dovere è ricordare costantemente che il nostro Paese non sta facendo la guerra al popolo russo. Il nostro obiettivo è il regime dell'oligarchia russa e la strategia ultranazionalista che ha costruito con Vladimir Putin." Insomma Mélenchon si identifica pienamente con la guerra che la Francia (“il nostro paese”) sta facendo alla Russia, guerra contro Putin, non contro il popolo russo, quindi condivisibile!

Guardando il sito ci si accorge del resto che il partito di Mélenchon è impegnato anche su altri terreni su cui l'imperialismo occidentale sta operando, in particolare sull'Iran. Ora, se si prescinde dalla propaganda americana e occidentale sui fatti che stanno avvenendo in quell'area del mondo si vedrà che a gestire i movimenti di protesta sono non gli iraniani, ma minoranze curde che in tutta l'area mediorientale stanno operando a fianco degli USA, come accade in quella parte della Siria occupata da truppe americane dove i curdi collaborano attivamente e come avviene ora nel Kurdistan iracheno dove le basi dello stato sionista che agiscono sotto la protezione del governo regionale vengono scoperte e attaccate dal governo iraniano.

Ci troviamo di fronte dunque a una linea di fondo del 'socialista' Mélenchon che si muove nel solco della strategia imperialista a guida americana, il che ci sembra francamente incompatibile con l'immagine di alternativa a Macron. Sulla vicenda specifica dei curdi è peraltro il caso di sottolineare che in Italia alcuni gruppi della sinistra sostengono da anni le scelte dei loro gruppi dirigenti che nel grande scontro col ruolo americano e sionista in Medio oriente che ha interessato la Siria, l'Iraq, il Libano e lo stesso Iran si sono collocati sotto l'ala protettrice americana diventando mercenari al servizio della strategia USA. E' bene dunque che questi fatti vengano messi in evidenza e soprattutto collegati su scala europea per ricavarne le dovute conseguenze.

In effetti il rapporto tra sinistra europea e guerra in Ucraina presenta una situazione sostanzialmente generalizzata a livello continentale. Di Italia e Francia abbiamo detto, e se da noi i gruppi di sinistra che condannano l'intervento russo hanno dimostrato il 25 settembre la loro inconsistenza, in Francia il movimento di Mélenchon ha un grosso peso elettorale e incide sull'orientamento di milioni di francesi.

Se allarghiamo l'orizzonte alla Spagna constatiamo la paradossale situazione che il movimento di sinistra Podemos partecipa al governo del socialista Sanchez, anch'esso impegnato nella guerra in Ucraina e, come Mèlenchon, anche Iglesias è venuto in Italia a sostenere Unione popolare. In ambedue le situazioni, Francia e Italia, i sopravvissuti partiti comunisti, con poche eccezioni, partecipano alle liste elettorali della sinistra coalizzata con le stessa posizioni rispetto alla guerra. Il fronte anti-russo quindi si allarga. In Germania la Linke condivide la scelta delle sanzioni e a contrastare questa linea rimane la esponente di sinistra Sarah Wagenknecht. I verdi poi, com'è noto, con la loro ministra degli esteri sono i più accesi sostenitori dell'interventismo tedesco.

Il panorama che abbiamo descritto chiarisce dunque qual è la funzione della sinistra europea sulla guerra e questo spiega la difficoltà nello sviluppo di un grande movimento continentale per bloccarla. La sola eccezione è la Repubblica Ceca dove si è svolta una grande manifestazione in cui comparivano anche bandiere russe e da cui erano estranei movimenti di sinistra anti-russi.

Le conclusioni quindi a cui dobbiamo giungere si basano su due punti. Il primo riguarda il ruolo delle forze antimperialiste nella battaglia contro le posizioni della sinistra che si dichiara 'contro Putin'. Questa posizione è intollerabile per settori politici che dicono di essere contro la guerra e gli embarghi. Non è possibile infatti coniugare una effettiva volontà di lotta contro la guerra con la denuncia della responsabilità russa. Questa scelta mistifica i dati reali e depotenzia la possibilità di lotta contro la guerra e contro il vero nemico, gli USA e i loro alleati occidentali. Per questo non bisogna solo invocare unità nella lotta contro la guerra, ma anche fare chiarezza sulle posizioni. La denuncia della Russia come aggressore aiuta la propaganda di guerra della NATO ed è una falsificazione dei dati storici.

Un secondo aspetto che ci riguarda da vicino è la capacità di esprimere una valutazione lucida sulla portata internazionale dello scontro in Ucraina e la vera posta in gioco. E' vero che la guerra in Ucraina nasce da fattori specifici, la crisi dell'URSS, l'assedio militare NATO alla Russia, il colpo di stato di Maidan, la repressione del Donbass, ma ormai lo scontro si colloca su un livello globale. L'esito della guerra, in particolare per gli americani, assume ormai il carattere di una sfida da cui dipende l'accelerazione della crisi del sistema imperiale occidentale e per questo gli sbocchi possono essere imprevedibili e vanno ben oltre il Donbass.

Avendo presente dunque sia il fattore responsabilità della guerra, sia la posta in gioco nello sviluppo di nuove relazioni internazionali non dominate dagli USA bisogna lottare per la pace, ma insieme anche contro coloro che in nome della pace ci portano fuori strada.


* Aginform

Note
[1]http://www.aginform.org/nota190922.html
[2] https://melenchon.fr/2022/09/23/nous-vous-demandons-de-devenir-notre-voix-commune-dans-les-tenebres-et-le-silence/

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