Print Friendly, PDF & Email

contropiano2

L’attacco al ponte in Crimea

di Fa. Po.

Non sembrano sussistere dubbi sulla paternità dell’attentato esplosivo al ponte sullo stretto di Kerč’, che unisce la Crimea alla terraferma, anche se qualcuno ipotizza altre direzioni di indagine. Pare proprio una fotocopia dell’attacco al gasdotto Nord Stream 1 e 2: in entrambi i casi, una linea è comunque rimasta non danneggiata. A parte questo, non ci sono dubbi sul fatto che il livello di provocazioni da parte dei golpisti neonazisti di Kiev si stia innalzando pericolosamente.

Vladimir Putin ha incaricato di creare una commissione governativa d’indagine, composta dal premier Mikhail Mishustin, dal Vicepremier Marat Khusnullin, dai capi del Ministero delle situazioni di emergenza Alexandr Kurenkov e del Ministero dei Trasporti Gennadij Savelëv; ne fanno parte anche i governatori del territorio di Krasnodar e della Crimea, rappresentanti di Guardia nazionale, FSB e Ministero degli interni.

Un camion carico di esplosivo è stato fatto saltare in aria intorno alle 5 (ora italiana) provocando l’incendio di sette cisterne di carburante di un convoglio della linea ferroviaria che affianca quella stradale, col conseguente crollo parziale di due campate automobilistiche del ponte.

Già nel recente passato, a proposito delle nuove tattiche del regime di Kiev, il mensile Vita Internazionale aveva scritto che si attendevano «ulteriori azioni militari ucraine nel prossimo futuro, e forse a lungo termine. Saranno tattiche implementate con l’aiuto di armi straniere – obici, MLRS a lungo raggio, HIMARS, ecc., missili antinave – tutto questo sarà utilizzato dall’Ucraina su istigazione dei suoi curatori.

Attacchi alle infrastrutture e ai territori civili con armi occidentali a lungo raggio, con l’aiuto di satelliti e aerei occidentali… Continueranno a “stirare” Donetsk e il ponte di Crimea… Né l’Ucraina né la NATO sono in grado di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia. Così hanno deciso di prolungare il conflitto. Contano di “esaurirne le risorse” e sperano nel “crollo del regime”».

In effetti, il consigliere “presidenziale” ucraino, Mikhailo Podoljak, ha ammesso la responsabilità di Kiev per l’attacco terroristico: «La Crimea, il ponte, l’inizio. Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è stato sottratto deve essere restituito all’Ucraina, tutto ciò che è occupato dalla Russia deve essere distrutto».

La portavoce del Ministero degli esteri russo, Marija Zakharova, gli ha risposto indirettamente, affermando che la reazione ufficiale ucraina all’accaduto testimonia dell’essenza terroristica del regime di Kiev.

Il vicepresidente della Duma cittadina di Mosca Andrej Medvedev esige una risposta di eguale portata all’attacco al ponte di Crimea: «non importa come sia stato attaccato. Il fatto è grave. L’Ucraina colpisce obiettivi della nostra infrastruttura critica. In qualche modo voglio vedere una risposta di eguale peso. E non è che sia solo io a chiederlo. È il desiderio di un gran numero di nostri cittadini».

Realtribune ricorda come già lo scorso 18 luglio, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitrij Medvedev avesse dichiarato di come la Russia avrebbe risposto a un attacco alla Crimea: «Singoli clown sanguinari esaltati che periodicamente si mostrano con dichiarazioni cercando di minacciarci – intendo l’attacco alla Crimea e altro… è abbastanza ovvio che comprendano le conseguenze di tali affermazioni. E le conseguenze sono ovvie: se succede qualcosa del genere, per tutti loro il Giorno del Giudizio arriverà subito. Molto veloce e pesante».

Secondo il politologo Dmitrij Fetisov, «se il Cremlino non risponderà in modo appropriato all’attacco terroristico al ponte di Crimea, la società russa non capirà; allo stesso tempo, in caso di risposta, lo stato dell’operazione militare speciale cambierà in stato di guerra, con tutte le relative conseguenze. Il Cremlino dovrà cercare una terza opzione. Ma dovrebbe comunque essere dura e dolorosa per Kiev».

Ancora su Realtribune, il corrispondente di guerra Alexandr Sladkov ha parlato del debole sistema di sicurezza sul ponte: «I sabotatori hanno avuto le più ampie opportunità. Sono andato un paio di mesi fa in Crimea, attraverso il ponte. Mi hanno fermato per un controllo; hanno ispezionato l’auto (“Apri, grazie, chiudi”). Suppongo che sistemi di ricerca degli esplosivi sarebbero più affidabili. E anche i cani che rilevano le mine, sentono l’odore di una granata a due metri sottoterra.

Alle diverse estremità del ponte, vari canili con centinaia di cani… i cani lavorano, ma si stancano in fretta, hanno bisogno di essere sostituiti spesso… cinque tonnellate di esplosivo in un camion sarebbero state annusate dai cani in un secondo. Ho anche una mia versione: potrebbe esserci un accordo Mosca-Kiev sulla sicurezza del ponte. Ma qualcun altro poteva voler peggiorare le cose. Gli attentatori suicidi, dopo tutto, non sono solo un tema ucraino».

Add comment

Submit