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fattoquotidiano

Perché bluffano sulla pace ucraina

di Barbara Spinelli

È abbastanza incomprensibile, perché illogica, l’euforia sprigionata per qualche ora, mercoledì, dai colloqui Biden-Macron a Washington.

Si è parlato di mano tesa a Putin; di una conferenza di pace imminente, fissata per il 13 dicembre a Parigi e destinata in origine al sostegno di Kiev. Si è ipotizzato un allineamento di Biden a Macron, più incline alla diplomazia e portavoce anche se timido dei malumori popolari in un’Europa che paga gli effetti economico-sociali della guerra ben più degli Stati Uniti. Perfino nel governo italiano, che di trattative non discute mai – né con Draghi né con Meloni – si comincia a sussurrare, per tema di figurare come Ultimo Mohicano, che pace o tregua sarebbero auspicabili.

Basta ricordare alcune circostanze per capire che si è trattato, almeno per ora, di un fenomenale bluff. Da mesi esistono sotterranee trattative russo-statunitensi, ed è vero che le guerre si concludono spesso con una finale escalation, come in Vietnam. Ma resta il fatto che nelle stesse ore in cui Macron incontrava Biden, Washington annunciava nuovi invii di armi e ripeteva che Mosca dovrà rispondere di crimini di guerra in tribunali internazionali.

La stessa cosa diceva Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, mentre il Parlamento europeo accusava Mosca, il 6 ottobre, di “sponsorizzare il terrorismo” (unici italiani contrari i 5 Stelle e tre eurodeputati Pd). Intanto Roma e Berlino approvavano nuovi invii di armi a Kiev: 50 carri antiaerei Gepard la Germania, dell’Italia non sappiamo perché vige scandalosamente il segreto.

Ma soprattutto un dato avrebbe dovuto mitigare l’inappropriata euforia. Appena due giorni prima del viaggio di Macron, il 29 novembre, i ministri degli esteri Nato riuniti a Bucarest avevano emesso un comunicato in cui si “riaffermano le decisioni prese nel 2008 a Bucarest, insieme a tutte le susseguenti decisioni concernenti Georgia e Ucraina” (“Porte Aperte” Nato ai due paesi). Il 25 novembre, il segretario generale della Nato Stoltenberg giudicava “irricevibile il veto russo” sugli allargamenti. Non sono stati sufficienti quindici anni di messe in guardia del Cremlino, più otto anni di conflitto in Donbass, più quasi nove mesi di guerra micidiale in Ucraina, per aprire un po’ le menti di Washington, della Nato, dell’Europa. Per capire che almeno quest’ostacolo a un ordine pacifico paneuropeo andava imperativamente rimosso.

Incomprensibile e illogico è appunto questo: l’illusione, la cocciuta coazione a ripetere che spinge il fronte occidentale a infrangere sistematicamente, con qualche effimero ravvedimento, quella che Putin ha definito invalicabile linea rossa sin dalla Conferenza sulla sicurezza del 2007 a Monaco. Nel vertice Nato di novembre tutti hanno sottoscritto il comunicato, Parigi compresa: dov’è il disallineamento di Macron?

Non meno illogica è la volontà Usa – dunque atlantica, dunque europea – di lasciare che sia Kiev a decidere l’ora del negoziato. Difficile “parlare con Putin”, se lo ritieni uno sponsor del terrorismo e se lasci che a decidere sia Zelensky, che oggi non può più fare marcia indietro senza perdere la faccia e forse la vita. Quanto al processo contro Mosca, l’accusa di violazione del diritto internazionale è giustificata ma a formularla non possono essere Washington o la Nato o alcuni Stati europei, colpevoli di ben più numerose violazioni in una lunghissima serie di guerre, da quella di Corea a quelle in Afghanistan, Iraq, Libia.

Gli Stati Uniti non hanno aderito alla Corte Penale, assieme a Russia e Cina oltre a Israele e Sudan. Washington ha auspicato l’intervento della Corte per Belgrado e Libia, e si è scatenata contro la domanda palestinese di processare l’apartheid israeliano nei territori occupati. Ma gli Stati Uniti, che hanno centinaia di basi militari sulla terra, vanno schermati da qualsiasi incriminazione. È il privilegio di una potenza il cui solo scopo è il mantenimento dell’ordine unipolare (detto anche “ordine basato sulle regole”, tutte nordamericane) che Washington ha riservato a sé stessa dopo la prima guerra fredda. L’Italia ne sa qualcosa, dopo la strage del Cermis nel 1998. Nell’ordine unipolare c’è un unico padrone e il padrone non si processa. Nemmeno il dissenso di giornalisti investigatori è ammesso: Julian Assange ha rivelato crimini commessi da Stati Uniti e alleati in Afghanistan e Iraq, e il giorno in cui sarà estradato negli Usa rischia una pena di 175 anni.

La verità è che c’è del metodo, nella marcata volontà d’ignorare le linee rosse indicate da Mosca. Non è per patologica cocciutaggine che si nega al Cremlino il diritto a spazi pacifici e neutrali ai suoi confini ma perché si ritiene che tali spazi appartengono alla sfera d’interesse Nato, quasi che Ucraina, Georgia o Moldavia fossero paragonabili a Cuba, immerse nell’Atlantico. Per questo la guerra ha da esser lunga e per procura, in modo da sfibrare la Russia in vista dello scontro giudicato prioritario: quello con la Cina. Con un alleato russo sfibrato, Pechino sarà meno forte.

Il problema è che a patirne è l’Ucraina. Il paese sta morendo sotto i nostri occhi, ridotto a un moncone privato dei territori più produttivi a Sud-Est, e a noi sta evidentemente bene così. Sta morendo perché l’invasore ha violato la sua sovranità ma anche a causa di un nazionalismo che Bush senior denunciò fin dal 1991 a Kiev, commentando la fine dell’Urss e l’indipendenza ucraina: “Non appoggeremo chi aspira all’indipendenza per sostituire una remota tirannia con un dispotismo locale. Non aiuteremo chi promuove un nazionalismo suicida fondato sull’odio razziale” (sia detto per inciso: anche la Lettonia che è nell’UE attua politiche segregazioniste verso il 48% dei cittadini, che sono di etnia russa). La guerra di Kiev e delle milizie naziste contro i russofoni del Donbass, iniziata nel 2014, convalida i timori di Bush sr, oggi dimenticato. L’inverno senza elettricità sarà atroce per gli ucraini, e noi guardiamo rapiti l’eroe che stramazza.

Chi esce spezzato dalla tragedia è l’UE: impoverita dalle sanzioni a Mosca, egemonizzata da un Est che ancora regola i conti (Ungheria esclusa) con l’ex Urss. Ursula von der Leyen ama indossare completini colorati di ucraino giallo-blu, sbaglia il numero dei morti ucraini, reclama sempre più sanzioni. Macron prova a differenziarsi ma è debole in patria e nell’UE.

Il governo italiano è allineato a Washington fin dai tempi di Draghi, manda armi ma non ha peso, affetto com’è da afonia. È ancora più afono con Meloni, perché ogni discordanza dalla Nato è fatale per l’estrema destra. Aveva un’occasione con Draghi, visto il prestigio. L’ha persa.

E forse nell’UE siamo uno Stato tra i più torbidi: perché l’unico a chiedere trattative, trasparenza, dibattiti parlamentari chiarificatori su guerra e pace è Giuseppe Conte, leader di un partito cronicamente etichettato come filorusso e filocinese e che tutti – a destra, al centro, nell’ex sinistra, nei media dominanti – desiderano delegittimare, senza riuscirci.


Da «Il Fatto Quotidiano», 4 dicembre 2022.

Comments

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Franco Trondoli
Tuesday, 06 December 2022 12:13
Una ipotesi potrebbe essere una Europa sottomessa (compresa la Russia) ?.
In modo tale da ridurre il triello al duello ?. (Usa e Cina).
Potrebbe convenire anche ai Cinesi ?.
La Cina egemonizza la Russia ?.
Gli Usa egemonizzano l'Europa ?.
Mah !
Cordiali Saluti
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Alfred
Tuesday, 06 December 2022 13:00
Un solo ma importante problema
Chi e cosa resterebbe di vivo sulla terra se si cercasse di fare una cosa del genere manu militari?
Credo che la risposta se la siano data anche i nostri Padroni e non credo sia quello che vogliono.
Mettere l' Europa sotto il loro tallone?
Lo e' gia e dopo aver fatto saltare i gasdotti, averci fatto indossare le sanzioni... lo e' solo di piu
Purtropo a furia di trattamenti Ludovico l'europa rischia di essere inservibile e forse un peso morto.
Comunque la fantasia dei nostri padroni puo partorire mostri che noi ancora non immaginiamo...
Attendiamo fiduciosi ... in vigile attesa ...
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Alfred
Tuesday, 06 December 2022 13:09
Ps... non resterebbe niente di vivo perche per arrivare a duello i russi non starebbero a guardare e fine per fine finirebbe tutto
Pps credo che ai cinesi interessi molta della terra russa, ma se i russi sganciano delle bombette men che hiroshima, con la densita' di popolazione che si ritrovano a ogni tiro fanno fuori popolazioni equivalenti alla svizzera. Temo che se qualcuno restera' vivo dopo un conflitto tra potenze nucleari sara' la russia, avra' sempre abbastanza spazio per 150 milioni di persone anche se dovesse rinunciare a meta' del suo territorio. Lo stesso non si puo dire ne di Usa ne di Cina.
Se i cinesi vogliono inglobare la russia o parte di essa ... si affideranno al ... tempo e alle migrazioni, non certo ad accordi con gli Usa che il giorno dopo sono carta straccia. Non sottovalutiamoli
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Alfred
Tuesday, 06 December 2022 14:10
PPPS propongo un elemento aggiuntivo di meditazione: se l'Eutopa era manifattura importante (sino a quando aveva energia russa a costo decente) con tecnici e anche strutture d'avanguardia ... indovina indovinello: dove andranno tecnici, personale specializzato, interi settori produttivi? In turchia? None, in arabia saudita? None, che ne dite degli Usa che potrebbero abbisognano di personale altamente specializzato e strutture idem oer ricostruire un minimo di tessuto industriale improvvidamente delocalizzato in anni di entusiasmi da dominatori? O credete che gli incentivi per le nuove tecnologie siano concorrenza inutile cosi come la vivono in europa? Quante eccellenze produttive e universitarie prenderanno il largo?
In europa? In europa resterebbero cani e cagnoni a guardia del mostro russo a lavorare per gli Usa nelle aree piu basiche delle produzioni. Poi sarebbero ottima forza militare che non guasta mai e anche migranti graditi in quantonprevalentemente bianchi e con qualche base di studio.
Europa posto in cui passare le vacanze low cost
Sotto il tallone? Somiglia piu a una spoliazione, ma ... e' un esercizio di fantapolitica.
Von der l, borrell e giorgia ci porteranno verso un futuro radioso
Stiamo sereni
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Alfred
Monday, 05 December 2022 23:18
Condivido tutto.
E ribadisco che la Nuland era sta chiara nel suo fuck the eu.
Quello che non capisco e' se gli Usa si rendono conto che a breve (meno di un altro anno di conflitto in Ucraina) perderanno la loro colonia europea.
Comunque vadano le cose l'Europa collassera'
Sia da un punto di vista economico che politico.
Gli Usa cosa ci guadagnano nel suicidare l'Europa?
Sentono di potersi confrontare con la Cina senza gli scodinzolanti europei?
Per una mattanza del genere bastano
- eliminare un concorrente economico
- distruggere un florido mercato per Russia e Cina
- sfiancare la Russia con avanzamento in territorio europeo
????
Queste sono le ragioni di cui sento parlare ... non mi convicono ne singolarmente ne accorpate.
si accetta un toto-strategie.
Forse non ci sono grandi strategie, ma per alcuni vale il solido detto cinese ... grande il disordine sotto il cielo, la situazione e' eccellente ..
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Alfred
Tuesday, 06 December 2022 12:01
Rileggo questo articolo di gianandrea gaiani https://www.sinistrainrete.info/geopolitica/23951-gianandrea-gaiani-l-attacco-ai-gasdotti-nord-stream-il-bersaglio-e-l-europa.html ( non siamo della stessa parrocchia, ma dice cose interessanti) e mi chiedo altre cose, spero non troppo complottare:
- Per i nostri Padroni Usa come deve diventare (oltre al caos e dopo il caos) l'europa (o i singoli stati europei) per rientrare nei loro standard e nel ruolo che vorranno assegnarci?
- che posto avranno i cagnoni polacchi, i cagnetti baltici e i disperati superstiti (e suprematisti) ucraini nel tenere a bada quello che restera' a occidente dell' ex locomotiva Europa?
Credo che non abbiano risparmiato studi sugli scenari e su come gestirli.
Come non avevano risparmiato nel progettare situazioni e strutture per stay behind
I nostri governi cosa sanno?
 Si stanno e ci stanno suicidando increduli e ignari della volonta' ultima dei nostri Padroni?  o come per gladio esistono categorie di persone coinvolte (non da oggi) e che lavorano dietro direttive Usa?
Immagino che la Storia lo dira' ai superstiti, ma noi non dovremo mai dimenticare cosa e' stata ed e' la Nato per noi, non certo questo angelo salvatore di democrazie  che ci vogliono vendere. Se dovessero salvare qualcuno sceglierebbero il battaglione Azov, per affinita'

Cito dal link sopra
Circa i gasdotti esplosi sarebbe forse il caso di chiedere qualche chiarimento anche a Varsavia dopo che Radek Sikorski, eurodeputato presidente della delegazione parlamentare Europa-USA ed ex ministro degli Esteri, ha scritto su Twitter “Grazie Stati Uniti” sull’immagine della fuga di gas sulla superficie del Mar Baltico.
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