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bastaconeurocrisi

Il pensiero unico BCE porta fuori strada

di Marco Cattaneo

Spesso si afferma che un problema della governance BCE è l’assenza di un mandato duale stile Federal Reserve. L’obbiettivo di stabilità monetaria, al contrario che negli USA, non è per la BCE sullo stesso piano rispetto alla massimizzazione dell’occupazione: è, al contrario, nettamente predominante.

Però adottare un mandato stile Fed (parlo in linea teorica perché comunque non c’è assolutamente il consenso politico necessario per un passaggio del genere) sarebbe comunque insufficiente.

Il problema della BCE sta nella sua visione della macroeconomia e delle condizioni necessarie per il raggiungimento della stabilità monetaria.

In buona sostanza – ne parlavo qualche post fa – la BCE è convinta che la leva di tassi, moneta e credito sia tutto quanto serve sia per abbassare l’inflazione che per alzarla.

Altre leve a disposizione, in effetti, non ne ha. Ma il risultato è essersi imbarcati in anni di quantitative easing, tra il 2014 e il 2019, stampando moneta senza che i vincoli fiscali venissero ammorbiditi. Con il risultato che l’inflazione è rimasta troppo bassa e l’economia dell’eurozona ha perso terreno rispetto agli altri grandi blocchi economici mondiali – USA e Cina in primo luogo.

Oggi, la BCE sta alzando i tassi e stringendo il credito per contrastare un’inflazione che non nasce da un eccesso di domanda ma da problemi dal lato di energia e approvvigionamenti. Con il rischio molto fondato di produrre una recessione devastante e/o di non risolvere il problema inflazione.

Il tema è concettuale. Una corretta politica macroeconomica può nascere solo dal coordinamento tra politiche fiscali e politiche monetarie. Ma le politiche fiscali sono condizionate da vincoli privi di senso, e le politiche monetarie da sole sono insufficienti ad affrontare molte situazioni in cui i target di inflazione risultano sforati, in alto o in basso.

La visione UE / BCE delle leve d’intervento macroeconomiche e della loro efficacia è tutta sbagliata. Non è un problema (solo) di mandati e di trattati. Sono sbagliate le idee di fondo dei decisori politici (dove i decisori politici includono anche, e forse soprattutto, i banchieri centrali europei).

Ma non si vedono cambiamenti all’orizzonte.

Comments

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Andrea
Wednesday, 14 December 2022 17:57
Chiedo scusa, ma, pur potendo ossere d'accordo con la critica di fondo espressa dal post, mi permetto di far notare che parlare di "visione macroeconomica sbagliata" dei "decisori politici" è di per sé un controsenso. Se la decisione è politica, non può essere giusta o sbagliata. Evidentemente è funzionale ad altri obiettivi. Se non serve a fare quello che dichiaratamente dovrebbe servire a fare, mi sembra evidente che serva a qualcos'altro. Diciamolo. È necessario dirlo, e che venga compreso. È una decisione politica, cioè basata su certi valori. Se l'EU e la Bce non fanno i nostri interessi (e a mio modesto avviso non li hanno mai fatti), smettiamo di raccontarci che si tratta di un errore. Sanno quello che fanno, diciamolo chiaramente, prendiamone atto, e facciamo FINALMENTE qualcosa a riguardo.
Buone feste.
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