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Perché le morti in eccesso sono ancora così elevate?

di Thomas Fazi e Toby Green

Non possiamo semplicemente incolpare un sistema sanitario nazionale in fallimento. Il numero dei morti è così alto e anomalo in così tanti paesi da rendere obbligatorie le domande scomode sulle cause

Intorno alla metà dello scorso anno, i ricercatori di diversi paesi hanno iniziato a notare qualcosa di inquietante: nonostante ci fosse ovunque il calo dei decessi per Covid, i decessi in eccesso (rispetto alla media quinquennale pre-pandemia) erano in realtà in aumento. Cosa ancora più preoccupante, un numero sproporzionato di questi decessi in eccesso si verificava tra i giovani. Questo era l’opposto di quel che ti aspetteresti nella fase di recessione di una pandemia, un tipo di pandemia che dapprima aveva ampiamente risparmiato i giovani.

Alcuni ricercatori avevano lanciato l’allarme, ma sono stati estesamente ignorati dai governi, dalle autorità sanitarie pubbliche e dai media mainstream. È stata una risposta curiosa di chi nei due anni e mezzo precedenti aveva giustificato il completo capovolgimento delle società umane sulla base prioritaria del “preservare la vita”.

Per tutta la seconda metà del 2022, tuttavia, le morti in eccesso hanno continuato a crescere a ritmi più sostenuti, e hanno continuato a farlo nelle prime settimane del 2023, al punto che il problema è diventato impossibile da ignorare.

La BBC ha recentemente riferito che nel Regno Unito nel 2022 sono stati registrati più di 650.000 decessi, ossia il 9% in più rispetto al 2019. Si tratta di circa 50.000 decessi in eccesso, la maggior parte dei quali si sono concentrati nella seconda metà dell’anno (da luglio, c’è stata una media di 1.300 morti in più a settimana). Escludendo la pandemia, questo rappresenta il più alto livello di decessi in eccesso in 70 anni e solo una frazione di questi decessi è attribuibile a Covid. I dati dell’Office for National Statistics (ONS) mostrano che i decessi in eccesso sono stati quasi 3.000 in più del normale nella sola seconda settimana di gennaio: oltre il 20% sopra la media. Il Covid-19 ha rappresentato solo il 5% del totale. La settimana prima, i decessi complessivi erano del 30% più alti del previsto.

Se dividiamo i numeri per fasce di età, i risultati sono ancora più sorprendenti. Mentre i decessi in eccesso nella maggior parte dei gruppi di età, anche se superiori alla media, tendono ad essere inferiori a quelli del 2020 e del 2021, così come ci si aspetterebbe, c’è un valore anomalo: le persone di età compresa tra 0 e 24 anni hanno registrato tassi di mortalità inferiori alla media nel 2020 e nel 2021. Per tutto il 2022, invece, sono morti a tassi più alti del previsto. In altre parole, oggi in Gran Bretagna muoiono più giovani rispetto a al periodo che precedeva, o anche durante, la pandemia, e non sappiamo perché.

Eppure, nonostante questa netta discrepanza, c’è stata una notevole mancanza di consapevolezza pubblica in merito alla crisi della mortalità non Covid, per non parlare di qualsiasi spiegazione significativa su cosa ne sia il fattore guida. All’inizio di questo mese, il segretario alla salute Steve Barclay ha dichiarato a Sky News che «è estremamente complicato sapere quale sia la spinta per queste morti in eccesso». Nel frattempo, gli esperti sanitari affermano che le cause potrebbero includere qualsiasi cosa, dai ritardi delle ambulanze, alle lunghe attese in pronto soccorso, ai grandi arretrati per le cure di routine del Sistema sanitario nazionale, agli alti tassi dell’influenza e al Long Covid. In effetti, l’opinione generale sembra ritenere che la colpa dell’aumento delle morti in eccesso sia da imputare in gran parte al crollo generale del Sistema sanitario nazionale.

Ma c’è un buco in questo argomento: le morti in eccesso sono un problema in un certo numero di altri paesi ad alto reddito, dove l’argomento “la Sanità è a pezzi” non regge. Stando ai dati di EuroMOMO, un’azione di monitoraggio della mortalità europea sostenuta dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), molti paesi europei mostrano livelli elevati di mortalità in eccesso in tutte le fasce d’età, circa il 35% sopra la media – e lo hanno fatto per tutto il 2022. In effetti, nonostante i tassi di mortalità Covid relativamente bassi, le morti in eccesso complessive in tutte le fasce d’età in Europa nel 2022 sono state alte come nel 2020 e superiori al 2021, anche nelle classi di età più anziane. Al di fuori dell’Europa, la situazione è più o meno la stessa: Australia e Nuova Zelanda hanno registrato, rispettivamente, il 16% e il 9% di morti in eccesso in più rispetto alla media storica nel 2022, mentre negli Stati Uniti, i dati del CDC mostrano che il tasso di eccesso di decessi non-Covid nella prima metà del 2022 sono stati addirittura superiori a quelli del 2020 o del 2021.

In breve, un numero significativo di paesi occidentali sta registrando un’ondata di morti in eccesso in tutte le fasce d’età. E non c’è un’unica spiegazione per questo. Piuttosto, ogni paese sembra avere la propria teoria, nessuna delle quali ha nulla a che fare con il servizio sanitario nazionale. In Portogallo, il mese di dicembre ha visto un eccesso di morti che ha battuto tutti i record dei 13 anni precedenti – compreso il periodo del Covid-19 – che la stampa attribuisce all’invecchiamento della popolazione, e la recrudescenza di altri virus respiratori insieme alle ondate di caldo estivo. Anche in Francia e in Spagna le ondate di caldo estivo sono viste come una chiara causa dell’eccesso di morti, mentre in Cile un’ulteriore causa dell’aumento della mortalità è stata vista nelle «morti evitate durante la pandemia a causa del minor rischio di alcuni eventi, come incidenti stradali o infortuni sul lavoro».

Laddove i paesi condividono un fenomeno – in questo caso, l’eccesso di morti – e lo attribuiscono a cause diverse, è ragionevole porsi alcune domande; il problema oggi sembra essere che i nostri esperti di salute pubblica non stanno facendo quelle giuste. Alla fine del mese scorso, ad esempio, il Chief Medical Officer (CMO) del Regno Unito Chris Whitty ha suggerito che la mancanza di accesso alle statine durante la pandemia potrebbe aver causato un’impennata della malattia coronarica, che è stata la principale causa di decessi in eccesso. Le persone non frequentavano i servizi medici come d’abitudine e dunque la carenza stava avendo conseguenze devastanti. Tuttavia, come hanno sottolineato poco dopo Carl Heneghan e Tom Jefferson, ci vogliono circa cinque anni prima che le statine abbiano un impatto notevole sulla riduzione della mortalità, quindi la riduzione dei farmaci dal 2020 non può aver portato a questi risultati.

Dunque, cosa spiega l’aumento delle malattie cardiache? Il crollo degli appuntamenti sanitari abituali (visto che ci si concentrava solo e soltanto sul Covid a scapito di tutte le altre patologie) è quasi ovvio che sia un pezzo di questa vicenda. Ma non è che in gioco c’è qualcos’altro? Una possibile spiegazione è l’impatto dei lockdown sulla salute fisica delle persone. Dopotutto, lo stesso Whitty ha notato nel marzo dello scorso anno che i confinamenti avevano aumentato l’obesità dei giovani, il che potrebbe portare a un abbassamento dell’aspettativa di vita. Inoltre, è noto che l’intrusione politica e sociale dello Stato nel benessere emotivo delle persone e la conseguente rottura del contratto sociale preesistente incidono sulla salute dei cittadini. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ad esempio, c’è stato un aumento significativo della mortalità in Russia, in gran parte causato da malattie vascolari. C’è un chiaro precedente a memoria d’uomo, quindi, di immensi shock sociali ed economici che hanno portato a picchi di malattie cardiache.

È rilevante anche per gli anziani l’aumento dell’isolamento prodotto dalle politiche di confinamento. Secondo la scheda informativa dell’OMS sulla demenza, «i fattori di rischio includono la depressione, l’isolamento sociale [e] l’inattività cognitiva», tutti ampiamente aumentati dalla risposta al lockdown; uno studio del 2015 ha persino rilevato che l’isolamento sociale ha aumentato il rischio di mortalità tra il 26 e il 32%. I confinamenti quindi sono quasi certamente un fattore in grado di contribuire a ciò che stiamo vedendo attualmente, specie perché lo stesso governo del Regno Unito ha documentato il fatto che coloro che muoiono di demenza spesso hanno prossime cause aggiuntive di morte per ictus o malattie cardiache.

Infine, c’è una possibile spiegazione da considerare, almeno come fattore che contribuisce all’aumento delle morti in eccesso non Covid: il ruolo dei vaccini, in particolare quelli di Pfizer e Moderna che utilizzano la nuova tecnologia a mRNA. Questa è una questione iper-polarizzante, quindi iniziamo con quel che sappiamo: i vaccini Pfizer e Moderna sono associati a un rischio più elevato di sviluppare miocardite (infiammazione del cuore), soprattutto nei maschi più giovani (probabilmente a causa della proteina spike generata dal vaccino che circola nel sangue) e altri eventi avversi gravi come coaguli di sangue. Ciò è confermato da una serie di studi (vedi, ad esempio, qui, qui, qui, qui, e qui) e persino dagli stessi dati del CDC. C’è molta variabilità tra gli studi, ma sembrano suggerire che, con i giovani, il rischio derivante dal vaccino potrebbe superare il rischio di Covid o di miocardite post-Covid.

Detto questo, dimostrare una connessione tra i danni legati al vaccino e il numero sproporzionatamente elevato di giovani che muoiono in questo momento non è semplice. Tuttavia, una serie di studi, come una recente analisi di Martin Neil, professore di informatica e statistica alla Queen Mary University di Londra, e Norman Fenton, matematico e eminente esperto di valutazione del rischio e statistica, mostrano una correlazione statisticamente significativa tra i tassi di vaccinazione e l’eccesso di mortalità.

Fino a che punto questa correlazione implichi effettivamente la causalità, ovviamente, rimane poco chiaro. Ma proprio siccome i lockdown sono chiaramente un fattore, non sembra saggio escludere i vaccini – in quanto costituenti un fattore che contribuisce – senza un’indagine adeguata: il punto è che semplicemente non lo sappiamo, poiché non disponiamo di dati sufficienti per stabilire o confutare un collegamento. In definitiva, le cause delle morti in eccesso sono probabilmente varie e coinvolgono una combinazione di fattori. Ciò non dovrebbe sorprendere, dal momento che confinamenti e vaccini sono sempre stati collegati nella risposta alla pandemia. Ma non lo sapremo mai con certezza se non iniziamo a porre queste domande scomode, specialmente quando i nostri politici ed esperti di salute pubblica sembrano riluttanti a farlo da soli.


Fonte: https://unherd.com/2023/01/why-are-excess-deaths-still-so-high/

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.

Comments

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E Sem
Friday, 03 February 2023 14:26
Forse non abbiamo ancora capito che abbiamo imboccato la strada sbagliata. Alcune piccole trascurate cose ci stanno portando ad una "parziale" estinzione. La "scienza" usata esclusivamente come profitto immediato e come strumento bellico (ora anche nei confronti del resto dei viventi del pianeta) non aiuta. Forse cercare di capire quanto lo studio delle cose dovrebbe farci comprendere quanto poco sappiamo e non un traguardo ci metterebbe pochi soldi in tasca, ma ci eviterebbe decisioni a dir poco demenziali. Ci poniamo delle domande, ma le risposte piu' ovvie le evitiamo. Mai come ora i "malati da denaro e potere" usano la nostra atavica non conoscenza per finalità omicide ed ecocite: come da sempre siamo vulnerabili al condizionamento comportamentale generato da antiche paure e superstizioni. Parlare di pandemia e pre/post pandemia non serve a molto, abbiamo e stiamo vivendo anni di profondi cambiamenti, purtroppo pilotati in esclusiva dalle criminalità economiche. Non sappiamo quasi nulla, sappiamo a malapena qualche cosa che i nostri limitati sensi ci aiutano a capire e cerchiamo in tutti i modi di convincerci di essere "viventi superiori", solo perché la nostra ignoranza ci impedisce di vedere il mondo che ci circonda (mondo che rimane un' infinitesimale parte del tutto). Se dovessi fare una diagnosi non avrei dubbi: "morti per aggravamento della imbecillità di specie".
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Alessio
Thursday, 02 February 2023 19:35
Beh, che dire? Che sicuramente lo studio dell’andamento dell’eccesso della mortalità “per tutte le cause” è l’unico metodo obiettivo attualmente a disposizione per porsi delle domande sui fattori di causalità tra “salute generale” ed il sistema delle attività produttive dell’uomo in relazione agli strumenti della produzione ed in relazione alla natura. Non esiste altro metodo, anche le lontane epoche storiche hanno dimostrato l’intreccio indissolubile tra mortalità, calo demografico o dei tasso di natalità e disfacimento/decadenza di una intera società. Ci sarebbe da aggiungere che ancor prima del 2020 gli Stati Uniti hanno visto aumentare la mortalità giovanile. Qui la mortalità giovanile (tra i 0 ed inferiori ai 18 anni) è quasi del 60% superiore alla media dei paesi OCSE.

https://www.sinistrainrete.info/societa/22136-noi-non-abbiamo-patria-antibiotici-vaccini-e-pandemia.html
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