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mutanteassoluto

Chi fa la pace

di Nicola Licciardello

 

IL (MIO?) PIANO DI PACE

0,1. Voglio scrivere anch’io un Piano di Pace – un tempo lo scrivevano solo i presidenti o i segretari di stato, quand’erano degni di questo nome, quando avevano il potere su qualcosa, e in primo luogo sulla Parola. Oggi anche Facebook è pieno di analisi, proposte, proteste e mille riprese. Ma tanto meno lì la Parola ha un potere. Non ce l’ha perché ci sono cose che si fanno, ma non si dicono, e nemmeno si scrivono: dettagli sessuali, tecniche di rapina, segreti di viaggio… Inoltre, la cosa più evidente di questi tempi, che il re è nudo, si ripete per abitudine, ma non se ne comprende il vero significato. Appunto perché esso è indecente: non solo il re è fatto come tutti i sudditi, non è divino e ha gli stessi vergognosi attributi che essi nascondono a se stessi, ha gli stessi bisogni, gli stessi vizi, le stesse inconfessabili propensioni agl’inganni, al tradimento, alla corruzione. Non si potrebbe dire che il principale alleato e “protettore” di uno stato è colui che lo abbatte e lo manda al diavolo.

Eppure oggi la brutale arroganza del potere si permette di proclamarlo: “Qualsiasi problema, ce la faremo, toglieremo di mezzo quel gasdotto”, e che “l’Europa si fotta!” aggiunge graziosamente una signora dell’Ufficio.

2. E l’Europa si è fottuta. Gradualmente, inesorabilmente, prevedibilmente. Non si dovrebbe poter dire che il Cancelliere dello stato trainante d’Europa è colui che ha taciuto, al tempo dell’armistizio con la Russia, per dare il tempo agli occupanti Nato in Ucraina di organizzarsi, di armarsi al fine di scacciare la stessa Russia dal consesso delle nazioni, di annichilirla – militarmente, moralmente, politicamente. Ma è lo stesso cancelliere che lo rivela, affossando il suo stesso passato, dichiarando la sua rinnovata fedeltà alla Santa Alleanza, cristiano-occidentale contro l’Alieno, il Folle, il Diavolo. Perché? Un narcisismo ideologico-feticista über alles ? è semplicemente questo narcisismo la minuscola soddisfazione universale da esporre a tutti?

3. Nessun compromesso, e tanto meno pace è possibile con chi si disprezza. Il presente non è il Risorgimento dei poveri Ucraini, mandati al macello da un cinico Commissario del Potere: questa è la GUERRA DELL’OCCIDENTE CONTRO L’ORIENTE. Noi, come Occidente tutto insieme, disprezziamo l’Oriente tutto insieme, ancora come 2500 anni fa, ai tempi degli eroi greci contro i Persiani, “barbari” perché non parlano greco! è questa la semplice, ineludibile verità: disprezziamo l’Oriente, perché ci fa paura la sua saggezza, la sua fedeltà all’armonia e alla natura. Disprezziamo ciò che non capiamo e che non proviamo nemmeno ad assaggiare (tranne i pochi veri eroi), perché è troppo complesso, troppo serio, troppo vero. Ci ricorda troppo da vicino tutti i nostri problemi: ecologici, psicologici, sociali, tecnologici – mentre sarebbe l’unica cosa da fare per poter iniziare un dialogo: CAPIRE IL LINGUAGGIO DELL’ALTRO. Ma oggi, come fosse troppo tardi, si è scelto di fare la guerra definitiva all’Oriente, di rovinarlo per sempre. Ma, se pure rimanesse l’Occidente soltanto al mondo, che comunque è rotondo, non rimarrebbe anche un qualche Oriente dello stesso Occidente?

4. È difficile innanzitutto fare la pace con se stessi, perché troppo abbiamo sacrificato la nostra stessa natura nella “colonia penale”, e troppo alla stessa colonia penale abbiamo affidato il riscatto dell’Europa – che si è rovesciata in colonia degli antenati, nella vergogna indicibile degli eccidi, degli olocausti, degli stermini di massa che ci siamo scambiati nella storia. E chi più ne ha più ne metta, sono questi i degni titoli che ogni giorno esponiamo e rivendichiamo, la fierezza dell’annientamento. E perciò è risalito alla ribalta il nichilismo. Viene prima la struttura, la produzione, la guerra e i suoi eccidi, o prima la sovrastruttura, l’ideologia per cui la guerra si organizza ed attua? Lascio ai filosofi la risposta, mi accontento del problema. So che forse è troppo tardi per lasciare Cesare, Napoleone, Kennedy – e soprattutto Dylan, Marilyn, il ’68, e cominciare a studiare il Vedanta e Lao Tsu, se non lo si è già fatto. Certo sarà possibile oltre l’intelligenza artificiale.

 

IL (MIO?) PIANO DI PACE (continua)

5.Ora è troppo tardi per risalire alle cause lontane, alle ideologie che precedono le guerre, non ci si può affrontare, prima o per fare la pace… la pace non si fa confliggendo, si fa accettando di non essere completamente d’accordo, diciamo che basta il 50%! sul fatto che c’è questo bene supremo, più in alto di qualsiasi popolo e nazione particolare: si fa (terra terra) per NON CONTINUARE AD AMMAZZARSI, SOSPENDENDO QUESTA PRATICA IRREVERSIBILE PER VEDERE SE È POSSIBILE CON- VIVERE. Qualcuno on-line ha approvato il mio riferimento all’Oriente come metafora di una pace possibile. E indipendentemente, tanti altri, televisivi e non, in Italia e nel mondo cominciano a manifestare stanchezza per la guerra. I media non possono troppo a lungo ignorare la maggioranza degli italiani, contrari all’invio di armi in Ucraina, e perplessi sull’intransigenza e maleducazione del suo leader (ex-attore), che comincia a risultare antipatico a molti, in quanto potenziale attizzatore di una guerra nucleare, sgradita alla maggioranza della gente comune (forse suicidamente appetibile a qualche gruppo americano). Certo l’insistenza del leader ucraino non è condivisibile a settori di Forza Italia, a cominciare dal suo capo, e pubblicamente per il senatore Gasparri su La7 (incredibilmente pacata la Selvaggia) in dialogo con l’artista Moni Ovadia, il quale da tempo si affanna a distinguere la Bibbia dall’aggressiva politica israeliana (ultimo mezzo secolo), e a proporre un qualsiasi compromesso di pace in Ucraina.

6. Ma non solo politici e artisti e non solo in Italia: nientemeno che generali americani e il New York Times! Tradotto da “piccole note” è commentato un articolo di Sergej Radchenko dal titolo Modello coreano, in cui si profila un “congelamento” del conflitto, quindi senza alterare le avanzate territoriali russe (Donbass e Crimea), possibilmente in vista di un armistizio divisivo “alla coreana”… addirittura vi si cita la circostanza storica per la quale la Corea si trova ancora divisa in Nord e Sud. Vi si spiega cioè che l’invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord, suggerita da Stalin (e quindi l’avvio nel 1950 alla Guerra di Corea americana), fu favorita dai “segnali fuorvianti provenienti dagli Stati Uniti. Primo tra tutti la famosa dichiarazione del Segretario di Stato Dean Acheson del 12 gennaio 1950, che escludeva la Corea dal perimetro difensivo americano. Combinato con intercettazioni di intelligence, ciò fu sufficiente per rassicurare Stalin – a torto – che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti in Corea”. La stessa meccanica in Ucraina: prima del 24 febbraio 2022, Biden rispose a domande su una possibile invasione russa, spiegando che l’America avrebbe difeso ogni centimetro dei Paesi Nato, ma siccome l’Ucraina non era parte della Nato… IL SISTEMA DELL’IPOCRISIA OCCIDENTALE è ANCORA IDENTICO.

7. Ed è per questo che il Piano di Pace cinese, curiosamente registrato da Kiev, è stato respinto dal segretario della Nato Stoltenberg e a ruota dal commissario agli esteri UE Borrell: perché l’amico Xi del nostro nemico Putin è nostro nemico, suona il punitivo approccio occidentale. Anzi, definendolo “non un piano di pace, ma un insieme di punti vista per la de-escalation”, si sminuisce o si disprezza la struttura di questo Piano – formulato dopo un anno di vano spargimento di sangue, e articolato come espressione di una nuova filosofia eco-pacifista mondiale. A differenza dell’ONU, (con sede guarda caso a New York), che nel 1946 propose la Pace dei Vincitori della II guerra mondiale, la proposta cinese del 2023 nasce da un paese non-belligerante – certo alfiere di un NUOVO ORDINE MONDIALE, la vera ragione del suo rifiuto da parte dell’occidente. Sono passati circa 80 anni, quasi un secolo, e quasi 5 o 6 secoli dal predominio coloniale dell’Occidente, il quale costituisce una minoranza, circa il 20% della popolazione del globo. Il fatto che si possano DIRE I PROBLEMI è la bellezza dell’occidente, ma il fatto che i problemi rimangono, a danno della MAGGIORANZA del FUTURO DELL’UMANITA’, non è più tollerabile.

 

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Certo, ancora una volta il problema è (anche) FILOSOFICO: l’ESSERE dell’occidente contro il DIVENIRE dell’oriente. Non sono bastati Eraclito, Spinoza, Marx, le varie Rivoluzioni – e infine la crisi della scienza (a partire da Heisenberg) e della filosofia (con tutto il Pensiero Debole), a distruggere le certezze politiche dell’Europa e dell’America, cioè il LIBERISMO.

Ma torniamo al piano cinese. È proprio l’insieme degli aspetti che ne fa un discorso nuovo. Per esempio, la decisione con cui si afferma che la “GUERRA NUCLEARE NON PUO’ ESSERE COMBATTUTA” (8) e la cura delle centrali nucleari è una priorità condivisa. Altrettanto dicasi per quanto riguarda le sanzioni: STOP ALLE SANZIONI UNILATERALI (10), perché “le sanzioni unilaterali e le pressioni estreme non solo non risolveranno i problemi, ma ne creeranno di nuovi”. Non c’è chi non veda che l’abuso delle sanzioni negli ultimi 10-15 anni, da parte di Usa ed Europa, non solo mostra l’illegittima arroganza giudicatrice di alcuni paesi nei confronti di altri, ma suscita risentimenti e ritorsioni. Ma ancora più basilari sono i primi punti: il primo, la garanzia della sovranità, indipendenza e integrità territoriale si fonda sul fatto che, come tutti gli uomini, così TUTTI I PAESI SONO UGUALI, INDIPENDENTEMENTE DALLE LORO DIMENSIONI, FORZA E RICCHEZZA. Altrettanto è di fondamentale importanza il secondo punto: l’ABBANDONO DELLA MENTALITA’ DA GUERRA FREDDA, quindi di blocchi militari a scapito di qualche paese – abbracciando invece l’idea di “sicurezza globale, cooperativa e sostenibile” nel LUNGO PERIODO. Tutto ciò senza ricorrere ad alcuna ideologia pacifista, irenica e nemmeno pseudoscientifica come Gaia. Sì invece al cessate il fuoco, ai colloqui e a tutti i possibili provvedimenti umanitari, inclusi i corridoi alimentari, lo scambio di prigionieri e la ricostruzione. In questo quadro, persino l’accenno alla “salvaguardia della pace e della stabilità del continente euroasiatico” (al punto 2) appare concreto e non-intrusivo.

La proposta è un grande passo, e la responsabilità di una sua non-accettazione diventerebbe insostenibile. Insostenibile come l’attesa al varco degli Usa su Taiwan, per l’ennesimo e definitivo progetto di supremazia mondiale una volta ELIMINATI tutti i concorrenti. Invece sull’esclusione occidentale, verrà l’inclusione orientale.

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