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bastaconeurocrisi

PNRR, oh che sorpresa…

di Marco Cattaneo

Non era difficile prevedere che il PNRR non avrebbe portato nulla di buono all’Italia, e infatti io (come parecchi altri) ho cominciato a dirlo tre anni fa, fin da quando l’idea è stata partorita (e se ne parlava generalmente sotto il nome di Recovery Fund, di cui il PNRR è il "presupposto di attuazione).

Il PNRR non è altro che un’arma di condizionamento e ricatto. Una in più. Si prendono soldi degli Stati (perché gli Stati o si accollano debito o si impegnano a pagare maggiori contributi alla UE in futuro) e si permette “generosamente” agli Stati medesimi di spenderli – ma SOLO per progetti approvati dalla UE.

Non male la generosità della UE, vero? Ti prendo un euro e poi te lo ridò (nel caso dell’Italia, magari te ne ridò un euro e dieci centesimi) ma solo se fai quello che dico io e “ti comporti bene”. Bene a insindacabile giudizio della UE stessa, beninteso.

Salta fuori ora, dopo che il governo Conte II è stato fatto cadere “perché stava preparando male il PNRR”; dopo che Draghi aveva detto e ripetuto che era “tutto a posto”; salta fuori dicevo che le future erogazioni all’Italia sono a rischio perché “gli obiettivi potrebbero non essere centrati”.

Non si è mai capito che cosa era “fatto male” nel piano Conte II e non si capisce (né si capirà) quali obiettivi sarebbero a rischio di non essere centrati dal governo Meloni.

L’unica cosa chiara era che ne sarebbero nati guai, perché il “funzionamento” dei fondi UE che dovrebbero spettare all’Italia è sempre lo stesso. Prima versiamo, poi non riusciamo a utilizzare tutto quello che abbiamo versato, e ci prendiamo pure dei cretini perché non sappiamo “redigere i piani”.

Siccome magari siamo cretini, ma fino a un certo punto, c’è solamente da dire quanto segue. Cara UE, noi ci teniamo i nostri soldi e ce li spendiamo come pare a noi. Gli esamini e le pagelline falli a qualcun altro.

Fantastico poi un commento che si legge ad ogni piè sospinto, specialmente in questi giorni. Il problema sarebbe che la pubblica amministrazione italiana anche quando ha i soldi “non li sa spendere” perché è disorganizzata e inefficiente. E lo dicono gli stessi che discettano di come l’Italia si sia messa nei guai perché “lo Stato spende troppo”… Ai tempi della lira evidentemente si sapeva spendere. E danni al paese questa capacità di spendere non ne faceva, visto che l’economia marciava come, se non meglio, del resto dell’Europa.

Ma lo sappiamo: inutile attendersi logica o coerenza da un europeista. Il loro tratto caratteristico è l’autorazzismo. Interagendo su un social network, uno di loro ha avuto il coraggio di dirmi “preferisco che ci sia un finlandese a controllare, se no sicuramente sprecheremmo i soldi”.

Bella questa, vero? diamo i soldi alla greppia comune e poi “meno male” che c’è il finlandese a impedirci di usare la nostra quota.

Così “ragionano”.

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