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nicomaccentelli

Bande musicali quelle dei nazisti, banditen i partigiani

di Nico Maccentelli

La mia banda suona il Koch…

L’esternazione di Ignazio La Russa riguardo i “musicisti” che marciavano per via Rasella il 23 marzo del 1944 e fischiati con un bel bombardone dai Gruppi d’Azione Patriottica farebbe ridere se non ci fosse da piangere per una riscrittura metodica che ripercorre le tappe di quella che fu la Resistenza per arrivare dalle foibe che azzerano gli eccidi feroci dell’esercito mussoliniano nei Balcani alle esperienze socialiste del Ventesimo secolo.

Ormai si può dire di tutto senza passare per falsari o imbecilli. Tanto c’è il Parlamento Europeo che ha timbrato col fuoco l’editto che equipara nazismo e comunismo. Dimenticando i tanti partigiani comunisti finiti sotto tortura ed esecuzioni della Gestapo, caduti combattendo per liberare dal nazifascismo quell’Europa che oggi ha altri nazisti, dall’Ucraina agli uffici degli eurodignitari UE che, secondo il mandato del padrone d’oltreoceano e nei suoi esclusivi interessi, pianificano la guerra sin dal golpe di Euromaidan e ai bombardamenti in Donbass nel 2014.

Ma detto questo, e proprio perché ormai è chiaro che se la caduta di Berlino ha segnato la fine del Terzo Reich e Hiroshima e Nagasaki hanno sancito la nascita del Quarto, quello del suprematismo dell’anglosfera e della sua finanza (polo imperialista UE dove sei?), ed è chiaro ai compagni più avveduti e al passo coi tempi chi sia il nemico e cosa stia facendo, con la guerra e passando per la tecno-dittatura pandemica (tra guerra nucleare e batteriologica, interna ed esterna…), si tratta per l’appunto di capire cosa sia oggi il nazismo.

Per questo riporto un pensiero di Andrea Zhok, che condivido in ogni singolo passaggio:

“Dopo l’uscita giovialmente fascista di La Russa sui partigiani, eccoci ricaduti stancamente per la miliardesima volta nel giochino politico più stantio della storia italiana.

A destra ogni tanto si sveglia qualcuno, estraendo l’orbace dall’armadio tarlato del nonno, e per darsi un tono tira fuori qualche trombonata da Cinegiornale dell’Istituto Luce. Sorge naturale il sospetto che gente come il ridente Presidente del Senato siano a libro paga del PD, perché cosa farebbe il comitato di affari multinazionali che risponde a quel nome senza le sue cicliche rimpatriate “antifasciste”?

Se non ci fosse ogni tanto qualche anziano reduce che se ne esce con un bel “Quando c’era LVI!” una buona parte del PD (e dell’odierno arco costituzionale) non sarebbe distinguibile dal reparto pubbliche relazioni di una Corporation multinazionale.

Ma grazie al cielo ogni tanto, come i pugili suonati che menano pugni all’aria al suonare del gong, di quando in quando si riesce ancora a riesumare qualche scampolo di “minaccia fascista” d’antan e a “sinistra” per qualche giorno si può respirare:

“Fiuuu! Abbiamo ancora una ragione di esistere”.

Ora, il punto davvero grave, quello imperdonabile e che se ignorato oramai deve essere inteso come dolo, è non capire DOVE sta il potere oggi e qual è l’orizzonte odierno di pericolo rappresentato da QUESTO potere.

Perché, sia ben chiaro, è sacrosanto tener ferma la condanna del fascismo storico.

È sacrosanto perché è giusto lottare contro un Potere impermeabile alla volontà popolare, contro un Potere che monopolizza la comunicazione mediatica, contro un Potere che censura le voci politicamente sgradite, un Potere dove politica, “padroni del vapore” e magistratura si allineano nello schiacciare ogni contestazione, un Potere guerrafondaio e affetto da un patologico senso di superiorità.

È giustissimo combattere tutto questo.

Solo che oggi tutto questo non lo si trova sotto il nome “fascismo”.

Il Potere reale, il Potere apparentemente illimitato, arrogante e pericoloso oggi è nelle mani di un blocco politico tecnocratico e neoliberale, trasversale a destra e sinistra, un blocco il cui baricentro è il “medio-progressismo” (cit. Fantozzi) rappresentato al meglio da forze come il PD.

È così negli USA, è così nell’UE ed è così in Italia.

E riciclare oggi il “pericolo fascista” non è più un errore di analisi: è una colpa politica grave, è complicità con il potere nella sua forma più pericolosa.”

Proprio perché si è antifascisti veri e seri e non quelli da strumentalizzazione elettorale e da consenso nei sondaggi, il fascismo vero e serio, pericoloso e pervasivo va individuato com’è e dov’è, riconosciuto nelle sue forme politiche e combattuto senza esclusione di mezzi.

Il 25 aprile si avvicina e con esso lo scadenzismo che oggi serve liturgicamente allo stato per sancire ogni depotenziamento dei valori fondativi della Resistenza, ma anche a certa sinistreria per suonarsela e cantarsela dopo due anni di infame complicità con il fascismo contemporaneo dello stato e dell’oligarchia liberale atlantista che mirabilmente cita Zhok.

I pugili suonati sono proprio questi. Voglio ancora pensarli inconsapevoli. Gli altri, i dem e cespugli, sono proprio i fascisti di oggi. In buona compagnia con la Meloni. Tutti servi dell’unico vero manovratore.

Comments

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Enzo Rossi
Thursday, 06 April 2023 22:15
Bell'articolo! Ci voleva!
Dopo questo capolavoro scritto dal compagno Maccentelli con riferimento all'ottimo articolo di Zhok sarebbe necessario definire le tappe del percorso di tradimento della Resistenza, dei suoi ispiratori ed attori, compiuto dal PCI nelle sue successive metamorfosi che risalgono agli anni sessanta e si articolano nel tempo fino al giorno d'oggi. Un disegno che puntava e che punta a riscrivere in chiave revisionista la “memoria storica” ancora viva nel popolo italiano; memoria che con la Carta costituzionale vigente è il più forte ostacolo al totale allineamento istituzionale all'unipolarismo voluto e perseguito nel tempo dall'imperialismo americano.
Un analogo esame collaterale andrebbe effettuato anche negli organismi cinghia-di-trasmissione del PCI prima e del PD poi come l'Anpi e la Cgil. Senza una ridefinizione e acquisizione nel quadro rivoluzionario di tali organismi è difficile o quasi impossibile conquistare alla lotta almeno la parte più avanzata del mondo del lavoro e di conseguenza delle masse popolari italiane.
Questo per mettersi d'accordo sul che fare.
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marku
Thursday, 06 April 2023 20:00
è credo indiscutibile che la base
di fratelli italioti sia neofascista
quando non anche neonazista
ed appunto lamorte
a questi si rivolge
qundo scoreggia
con quella faccia
da assatanato
le sue luride
fandonie
che poi i piani alti del partito
siano in puro stile littorio
dei portaborse della massoneria
e del capitale transanazionale
(da poco sono uscite notizie storiche

https://ilbiondino.org/nero-di-londra-mussolini/

di come
il loro duce sia stato un fantoccio creato
dai servizi segreti di sua maestà
in combutta con industriali ed agrari
permettere un freno albiennio rosso.
il capoccione una volta salito al potere
essendo affetto da manie stragiste
e di onnipotenza si era messo in proprio
ed in alleanza con i socialnazionalisti
(iniziatori dell'epopea sovranista)
voleva addirittura ricreare l'impero e dominare il mondo (sic)

dementi allo sbando in un mondo occidentale in piena crisi
esistenziale
e sull'oro di una
WW3.

dicevo quindi che i federali oggi al governo
non possono che essere
e non possono che fare
gli ennesimi
servi della trilaterale
in cambio dell'assalto alla diligenza
delle casse erariali
e del sottogoverno
prenditoriale.

Il tutto chiaramente con il beneplacito
della mummia del colle
vero garante
dell'italiota
€uroatlantismo.

Tutto ciò premesso
vengo al dunque
se i miserrimi di cui sopra
sono neofascisti

faccio un nome
per voi
lothar minniti
ed il suo mentore
baffino assassino d'alema
sono più
neoliberal/liberisti
o neofascisti?

ed il sindacalista
per mancanza di prove
lando landini
è più rivoluzionario
o più codino

alle genti di francia
l'ardua sentenza

CHE VIVA ROBESPIERRE
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