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ilsimplicissimus

Grottesco finlandese

di ilsimplicissimus

Ogni tanto arriva una buona notizia e quella di oggi è la sconfitta della “weffinette” finlandese Sanna Marin, una specie di prodigio di  ottusità e futilità, come si può facilmente accertare se solo si vanno a leggere le dichiarazioni impromptu di questi anni Ma insieme alla buona notizia arriva per i finlandesi quella cattiva, anzi grottesca ovvero il fatto che ormai l’ingresso nella Nato è stato concordato e sarà siglato domani,  che il Paese entrerà giocoforza nel novero degli obiettivi russi in caso di guerra aperta con la Nato senza peraltro aver alcun  vantaggio, ma enormi svantaggi da questa mossa . Del resto la sciacquetta stuporosa, tipica creatura del Wef  aveva esaurito il suo compito proprio nel portare il Paese nell’alleanza atlantica con la conseguente accettazione di rischi in cambio di nulla anzi di una probabile continuazione della recessione in cui il Paese è entrato proprio quando si è cominciato a parlare della sua adesione all’alleanza delle menzogne. Mancano evidentemente le materie prime della Russia.

La Repubblica, ovvero il più affidabile foglio di Davos, scrive per attutire la sconfitta, che Sanna Marin ha perso le elezioni, ma non la Finlandia, dal momento che il suo partito ha preso il 19 per cento al posto del 17 per cento delle precedenti elezioni. Semmai si potrebbe anche dire che la Marin ha perso la Finlandia, man non le elezioni, ma è del tutto inutile pretendere troppa logica dai valletti del potere: il problema è che gli altri partiti sono cresciuti parecchio nonostante una campagna a tappeto a favore di questa insulsa hostess del Wef, certo di pochi punti percentuali il che tuttavia è tantissimo in un Paese dove ci sono almeno tre partiti attorno al 20 per cento ciascuno. e altri tre intorno al 10. In effetti nel 2019 i cosiddetti socialdemocratici ottennero il governo prendendo, appena lo 0,25% in più dei loro rivali conservatori e fondando il governo su alleanze con liste civiche e verdi che sono stati spazzati via nell’ultima tornata elettorale: la vera grande sconfitta viene a lì. C’è tuttavia una ragione in questa interpretazione benevola di Repubbl.ca: secondo cui non si è persa la Finlandia   tentare appunto di nascondere almeno in parte il grottesco della situazione visto che i due partiti che hanno preso più voti di quello socialdemocratico avevano una posizione molto più prudente se non addirittura contraria sull’ingresso nella Nato. Ma ormai non possono più fermare un’adesione che di fatto risulta molto minoritaria: i tempi sono stati calcolati al millesimo proprio per evitare marce indietro visto che il nuovo governo non potrà essere formato in poche ore. E così si capisce la grande accelerazione che ha avuto l’adesione all’alleanza atlantica negli ultimi 60 giorni, dopo le molte esitazioni dei mesi scorsi, probabilmente studiate proprio per non mettere in allarme la popolazione e non farle comprendere che sarebbe stata di fatto esclusa dalla decisione finale.

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