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lantidiplomatico

“Il conflitto russo-ucraino” di Giulio Palermo, la guerra mondiale per l'egemonia digitale

di Giulia Bertotto

“Se l'Europa si finge antifascista mentre, obbedendo agli Stati Uniti, arma i nazisti, la Russia risponde ricordando chi sconfisse veramente il nazismo in Europa e chi innalzò la bandiera della vittoria sul Reichstag”. È anche per enunciati limpidi e incisivi come questo che Il conflitto russo-ucraino. L'imperialismo USA alla conquista dell'Europa del professor Giulio Palermo[1] va letto, per acquisire una visione più completa e coraggiosa del conflitto nel cuore del vecchio Continente.

La pubblicazione, (L.A.D. 2022) è un saggio breve e lineare che ripercorre il lungo e intricatissimo processo che ha portato alla guerra in Ucraina scoppiata nove anni fa e alla “operazione militare speciale” russa il 24 febbraio 2022. La guerra non è tra Ucraina e Russia, ma tra Nato e Russia, e l'obiettivo statunitense è l'Ue[2].

Con la puntualità e il rigore di una perizia, l'autore smonta i costrutti totemici e propagandistici della dialettica aggredito/aggressore riportando fatti storici, dati economici, istigazioni militari, accordi mai osservati, in una ricostruzione rigorosa e asciutta, ma ricchissima.

Dopo la Seconda guerra mondiale “la Russia viene sfregiata economicamente, politicamente e culturalmente”[3]; in seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, gli uomini dell'esercito e quelli dei palazzi che contano nell'Est Europa, vengono più o meno direttamente piazzati da Washington, come il presidente Boris Eltsin conforme agli interessi d'Oltreoceano. Ma l'avvento di Putin, deciso a risanare il rublo e l'orgoglio nazionale, tende in una direzione diversa da quella forzata dalla Casa Bianca. L'espansione Nato verso Mosca tuttavia, prosegue anche in spregio ai trattati ONU; intanto in Ucraina Soros è così magnanimo da finanziare la vittoria del presidente filo-occidentale Yushchenko, rivale di Yanukovich, originario del Donbass.

Proseguono negli anni Duemila le gravissime ingerenze Usa in Ucraina che si spingono fino a finanziare e addestrare gruppi paramilitari neonazisti come Pravi Sektor e il Battaglione Azov, in Italia presentato oggi come una compagnia folkloristica. Si tratta di una delle violenze più aberranti sulla sovranità ucraina, che ora ci raccontano di voler tutelare dall' “invasore russo”. Queste bande armate, accusate di tortura anche dall'OSCE, serviranno da braccio armato per il colpo di stato del 2014. L'escalation delle offese e delle intimidazioni da parte dell'Occidente è impressionante.

Gli accordi di Minsk I e II siglati nel 2014 e '15 non vengono mai rispettati, le sanzioni a danno della Russia vengono inasprite, gli annunci di entrata di Kiev nella Nato si susseguono accompagnati dall'arroganza militare di esercitazioni imponenti come la “Trident Juncture 18” in Norvegia. Il culmine surreale viene raggiunto nel 2019 con l'ascesa presidenziale dell'attore che ha dato lacrime e sangue, ma dei suoi cittadini: Volodymyr Zelensky. Nello stesso anno viene formalizzato il ritiro Usa, testa dell'idra Nato, dal trattato nucleare firmato nel 1987: è una delle minacce più gravi per la Russia.

Palermo mette in chiaro anche cosa in questi anni abbia rappresentato l'Ucraina per gli Usa, ovvero la pedina golosa di una strategia ingorda, e cosa significhi invece per la Russia: un problema di sicurezza nazionale, perché il Cremlino si è trovato sempre più accerchiato da un nemico storico[4]. Per gli Usa l'Ucraina è un'area strategica, per la Russia il mantenimento della sua neutralità, è vitale.

L'Ucraina, in questo scenario di guerra, subisce la svalutazione della grivna, sopporta la presenza di biolaboratori Usa a scopo militare, è condannata a un debito che mai potrà estinguere, alla perdita della metà dei posti di lavoro, ad una ricostruzione impossibile[5]. “Aiutare l'Ucraina” è il mantra occidentale a reti unificate, ma è proprio il Patto Atlantico a trascinare Kiev verso la bancarotta, mentre la sua sua terra viene stuprata, la popolazione massacrata, i giovani sacrificati in nome di questa pluridecennale mistificazione.

“In tempo di pace i figli seppelliscono i padri, ma in tempo di guerra sono i padri a seppellire i figli[6]” disse lo storico Erodoto. La guerra eclissa la verità e rovescia le leggi di natura. L'America sembra mossa da una sorta di impulso irrazionale che fa di tutto per spingere la Russia verso quelle risposte geopolitiche fisiologiche e facilmente prevedibili, come stringere sempre più i suoi accordi commerciali e finanziari con la Cina in funzione anti-americana.

Ma perché gli Usa sembrano seguire questa piega suicida? No, non sono animati da una pulsione di morte come elaborata dalla teoria freudiana, leggendo Palermo si scopre una coerenza e una razionalità capitalistica che ha raggiunto il suo più spaventoso apice.

Per quanto riguarda l'Europa, dal punto di vista di Washington occorre “impedire lo sviluppo dei rapporti tra la Russia e l'Ue, indebolendo entrambe”[7] , il peggior incubo americano è infatti quello del sodalizio energetico tra Berlino e Mosca[8]. E perché dal canto suo l'Europa accetta di comprare gas a prezzo maggiorato, svenarsi per offrire armi mentre soffre carenze nella sanità e nella scuola, e ora anche di intossicare acqua e suolo con armi all'uranio impoverito?

La risposta, che non vi diremo, ci avvicina al capitolo della vetta, quello che inserisce le mosse Usa in Ucraina nell' "instaurazione in tutto il mondo di un nuovo modello di rapporti economici e sociali, incentrato sulle nuove tecnologie" le quali vedono gli Usa tra i principali protagonisti di questa trasformazione epocale delle relazioni di potere imposte con la digitalizzazione. Qui si rivela la posta in gioco: la guerra mondiale per l'egemonia anche informatica.

Gli Stati Uniti, con il sistema capitalistico unipolare già in crisi, hanno fatto di tutto per provocare una reazione russa, poiché smaniavano di mettersi al comando della transizione tecnologica, di cui la pandemia aveva già offerto un'occasione ghiottissima e irripetibile. Legata al virus c'è la religione green, fenomeno dogmatico pilotato dall'alto e non nato spontaneamente dal basso -checché ne dica l'oscurantismo globalista- stretto alla svolta hi-tech: “sono i giganti tecnologici dell'informatica e delle piattaforme informative e di scambio che traggono i maggiori guadagni da questo processo”[9]. “I settori economici più penalizzati sono quelli tradizionali: agricoltura, industria, trasporti, turismo, commercio, cultura, sport, svago (…) i settori ecologici green, invece, oltre ad aver moltiplicato i profitti durante la pandemia raccolgono anche il 90% degli stanziamenti statali nei Piani di ripresa e resilienza”[10]. Insomma, è tanto cattivo questo Covid-19...ma ci voleva proprio!

Il conflitto russo-ucraino spiegato da Palermo è un libro illuminante per il lettore abituato alla sola fruizione dei giornali mainstream, ed è un compendio essenziale e tagliente per il lettore più abile ad orientarsi nella politica internazionale. “La pace di Dio, in Dio. La pace degli uomini, tra gli uomini, è un contratto, a scadenza”[11], scrive senza più fiducia nelle possibilità umane il salmodiante. Possiamo ancora sperare che chi la pensa così si sbagli, che l'informazione indipendente e il contributo di opere come questa possano lavorare per la diplomazia e il dialogo?


Note
[1] Giulio Palermo, ex analista economico-finanziario è docente all'Università di Brescia e ricercatore di economia politica.
[2] Giulio Palermo, Il conflitto russo-ucraino. L'imperialismo USA alla conquista dell'Europa, L.A.D. 2022, p. 41.
[3] Ivi p. 12
[4] Ivi p. 16.
[5] Alcune delle donne più indigenti sono costrette a fare da schiave-fattrici e non a caso a Kiev si offrono gli uteri a noleggio tra i prezzi più bassi del mondo.
[6] Erodoto, Storie, libro I, 87
[7] Ivi p. 60
[8] Già in atto prima dell'attentato ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 e proprio per minarne l'attività.
[9] Palermo, op. cit. p. 84.
[10] Ivi p. 74
[11] Giovanni Lindo Ferretti Óra, Aliberti 2022, p. 88.

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