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Pisa: Cumpanis e No Camp Darby hanno discusso il libro di Formenti “Guerra e Rivoluzione”

di Stefano Zecchinelli

Pisa, 22 aprile u.s.: “Cumpanis” e Il Comitato No Camp Darby hanno discusso, presso la Libreria Pellegrini, con Alessandro Volponi (Associazione politica e culturale Cumpanis) e Carlo Formenti l’ultimo lavoro di quest’ultimo: Guerra e Rivoluzione. Le macerie dell’Impero (Editore Meltemi). Il dibattito, ricco di domande da parte del pubblico, ha preso in considerazione alcune tematiche centrali nella ricerca politologica di Formenti: la guerra di classe dall’alto e la decomposizione della ragione (neo)liberale, inquadrando la natura senile dell’odierno capitalismo

L’ascesa del ‘’capitalismo dei disastri’’

La transizione dal capitalismo-dirigista ai regimi neoliberisti-falliti è stata caratterizzata, a cavallo fra la fine degli anni ’70 ed i primissimi anni ’80, da quattro armi di distruzione di massa:

-La finanziarizzazione e globalizzazione dell’economia.

-Il progressivo affossamento della democrazia rappresentativa.

-Una rivoluzione tecnologica ‘’dall’alto’’ rivolta a potenziare gli apparati repressivi dello Stato neocapitalista.

-Una controrivoluzione antropologica, la quale ha totalmente disintegrato l’etica comunitaria.

La disamina del professor Volponi (in totale accordo con l’analisi proposta da Formenti) ha inquadrato la nascita d’un flagello per le classi lavoratrici: l’economia del debito. A partire dagli anni ’80, i governi hanno ridotto drasticamente la pressione fiscale sulle grandi multinazionali, alimentando la speculazione finanziaria invece degli investimenti produttivi. Il modello economico, basato sostanzialmente sul soft power, teorizzato da Keynes (fortemente criticato nella relazione di Volponi) è stato distrutto con la nuova lotta di classe dall’alto. Le lobby finanziare si sono sovrapposte ai governi trasformandoli in ‘’comitati d’affari’’ del capitalismo parassitario, egemone nell’Occidente imperialista.

La trasformazione dello Stato borghese in un’arma da guerra dell’oligarchia capitalista (categoria sociale differente rispetto alla borghesia tradizionale/padronale) ha caratterizzato (1) l’affossamento della democrazia rappresentativa (parlamentale) e (2) la distruzione del potere d’acquisto dei salari, una scelta deliberata dell’establishment, ma tutt’altro che folle: l’élite aziendale, all’inizio degli anni ’80, iniziò una controrivoluzione antropologica la quale, disgregando l’etica comunitaria delle società europee post-belliche, ha accelerato l’americanizzazione del tessuto sociale. La ‘’sinistra radicale’’, archiviata la lezione di Lenin sull’Imperialismo, s’è ben presto trasformata nella sinistra del capitale; pavida e sottomessa, anche nella sua variante movimentista, al padrone a ‘’stelle e strisce’’.

La rivoluzione digitale è la tappa d’approdo ad un nuovo regime capitalista, ben più cinico ed oppressivo. Nel dibattito sono emerse due criticità dell’Intelligenza Artificiale:

-La superiorità dell’IA rispetto a quella tradizionale.

-Le capacità delle ‘’macchine intelligenti’’ di rimpiazzare tanto i lavori esecutivi quanto quelli cognitivi.

Queste nuove tecnologie incarnano lo spirito dell’uomo nuovo; un individuo alienato-programmato ed imprenditore di sé stesso, totalmente avverso a qualsiasi etica comunitaria; la lobby progressista (es. le femministe liberali) ha fascistizzato i legami che liberano, rafforzando i legacci che opprimono. La ‘’sinistra’’, censurando le voci eretiche, ha iniziato a condividere con l’oligarchia capitalista l’ideologia ‘’politicamente corretta’’.

 

La sinistra ‘’politicamente corretta’’ al servizio dell’imperialismo USA

Il dibattito ha permesso ai due studiosi marxisti di contestare la tesi sionista sull’unicità della Shoah, ricordando quanto scritto da Jean Paul Sartre (ma anche da storici come Domenico Losurdo) sull’esaltazione da parte di Hitler dello sterminio puritano ai danni dei nativi americani. Gli Stati Uniti d’America, ‘’una nazione nata nel sangue’’ nella disamina storica di Carlo Formenti, hanno replicato ed approfondito le dinamiche burocratiche-repressive della Germania hitleriana, pianificando con le ‘’guerre eterne’’ la distruzione d’una porzione del pianeta.

A riguardo è bene riportare una citazione dal libro di Formenti:

‘’Pegoraro ricorda come nel Mein Kampf Hitler tributasse lodi sperticate ai metodi dei coloni americani per liquidare la resistenza dei nativi: il Fuhrer considerava le migrazioni forzate degli indiani verso le riserve come deliberate politiche di sterminio, da cui trarre ispirazione per risolvere la questione ebraica’’ (pag. 135).

Formenti nella critica economica e sociale del ‘’capitalismo dei disastri’’ attinge da autori come Samir Amin, Hosea Jaffe, Giovanni Arrighi, ma anche Luciano Gallino da cui mutua il concetto di ‘’lotta di classe dall’alto’’. Nella decostruzione storica dell’ideologia dominante, il suo punto di riferimento principale è senza dubbio Domenico Losurdo. I crimini dell’imperialismo USA, minimizzati dalla ‘’sinistra invertebrata’’ (cit. Perry Anderson), sono totalmente imputabili alle oligarchie capitalistiche che controllano il potere politico? Formenti dà una risposta ‘’politicamente scorretta’’:

‘’Non del tutto, perché il potere di queste élite si basa sul consenso di ampi strati sociali che condividono l’american dream di una promozione sociale fondata sulla più sfrenata competizione individuale e sul disprezzo dei ‘’perdenti’’’’ (pag. 143)

La sinistra del capitale, senza accorgersene, nella globalizzazione dell’indifferenza ha adottato l’americanismo come paradigma ideologico. In realtà, l’imperialismo non solo non è morto, ma come hanno sottolineato Formenti e Volponi confrontandosi col pubblico, ha trovato negli Stati Uniti il proseguo naturale della tragedia nazista. I comunisti, senza rigettare la categoria di nemico principale (attribuibile a Marx, ma anche a rivoluzionari come Lenin e Mao), devono sapere chi sono i propri alleati tattici/strategici e quali nemici combattere: una parte importante della sinistra progressista, rompendo l’’’alleanza illuminista’’ (cit. Jean Claude Michea) s’è schierata dalla parte dell’imperialismo statunitense.

La denuncia di Formenti è tanto chiara quanto coraggiosa: l’attuale sinistra, sostituendo il marxismo col progressismo, ha condiviso una parte delle istanze della classe dominante rimanendo invischiata (scrive Il Nostro nel paragrafo conclusivo del libro) col liberalismo borghese. La deriva geopolitica della ‘’sinistra imperiale’’ è sotto i nostri occhi: la ‘’sinistra’’ sindacale ha strizzato l’occhio ai neonazisti ucraini (un aspetto drammatico ricordato dal puntualissimo Volponi), diventando (di fatto) un Cavallo di Troia del Pentagono. Una ‘’sinistra senz’anima’’ odiata a ragione dal mondo del lavoro; con questa (falsa)sinistra non è possibile, politicamente, instaurare un dialogo.

Segnalo anche questa cronaca di Federico Giusti, Comitato No Camp Darby, sulla presentazione dell’ultimo saggio di Carlo Formenti.


https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2023/04/continuiamo-ad-aggiornare-la-cassetta.html?fbclid=IwAR2kLz9N7tRwKwPZmOawDFKthuUsrOlGSqM3q13tzWFFLdnodruM-MnCe0w

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