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one euro

Keynes in Germania

di Elido Fazi

Il 6 gennaio 1932, esattamente 20 anni prima che io nascessi, John Maynard Keynes tenne una conferenza alla International Economic Society di Amburgo. Era stato invitato da un gruppo di economisti tedeschi a spiegare cosa stavano facendo gli inglesi per uscire dalla grande depressione seguita allo scoppio della bolla finanziaria del 1929. Cercò di spiegare loro che se la Gran Bretagna avesse cercato di restare all’interno del gold standard “la posizione dell’economia mondiale nel suo complesso sarebbe considerevolmente più disperata” di quanto non fosse.

“Inoltre, considero molto probabile – e lo spero – che altre valute si accoderanno alla Sterlina nel corso del 1932…in particolare quella sudafricana, quella tedesca e di altri paesi del Centro-Europa …..In ogni caso, quando i vari negoziati ancora in corso saranno finiti, credo che un alleggerimento del grande peso della deflazione e della tassazione che oggi ricade sulle spalle del popolo tedesco sia inevitabile.”

La Germania era stato uno dei paesi europei più colpiti dalla crisi. Nel 1929, nonostante la produzione industriale in Germania avesse raggiunto quell’anno il suo picco dopo la prima guerra mondiale, la disoccupazione era già a 2 milioni. A fine 1931 aveva già raggiunto i 6 milioni. Dapprima la Germania aveva ridotto i tassi di interesse ma poi li aveva rialzati fino al 12%. Un mese prima del discorso di Keynes, il 7-8 dicembre del 1931 il Cancelliere Heinrich Bruning aveva fatto approvare quello che viene ricordato come il “Decreto di emergenza Bruning”, diretto soprattutto a ridurre i salari. La stessa cosa aveva cercato di fare qualche mese prima il governo inglese, ma il popolo si era ribellato.

Il 24 agosto del 1931, a causa della crisi economica il governo del laburista Ramsay MacDonald era stato costretto a dimettersi. Era stato formato un governo di larghe intese appoggiato sia dai Conservatori che dai Liberali oltre che dai Laburisti, una sorta di Governo Monti ante-litteram con l’obiettivo di passare misure di austerità come non si erano mai viste prima. E il 10 settembre Philip Snowden, il ministro del Tesoro, presentò quello che ancora oggi viene definito il “budget infame”. Vi era contenuta la filosofia del Tesoro inglese e cioè l’ortodossia convenzionale che il bilancio dello Stato dovesse essere in pareggio, un’idea che va forte ancora oggi nei paesi germanici e finnici.

Prestigiosi giornali inglesi come The Times applaudirono il grande coraggio del ministro del Tesoro Snowden.

Mr Snowden non si è fatto intimidire nel portare avanti il suo impopolare progetto. Con misure draconiane si accinge a portare il bilancio dello Stato in pareggio. E’ un risultato eroico che lancia un messaggio preciso ai creditori stranieri. Siamo disposti a stringere la cinghia per vivere all’interno dei nostri mezzi…..Non c’è da avere più nessuna paura che la Sterlina possa essere danneggiata dall’instabilità dei conti pubblici.


Sembra di leggere un editoriale di qualche nostro prestigioso quotidiano durante il Governo Monti.

John Maynard Keynes non la pensava allo stesso modo. Così commentò il budget che, secondo lui, non solo era totalmente sbagliato ma, data la situazione economica, demenziale: “I redditi dei ricchi sono stati tagliati tra il 2,5 e il 3,5%. Gli stipendi degli insegnanti del 15%, più le tasse aggiuntive che devono pagare. E’ una cosa mostruosa prendere di mira una classe e discriminare contro di essa, soltanto perché gli insegnanti sono impiegati dello Stato.” Ma non era stato ascoltato. Da più di 10 anni, Keynes era considerato un fastidioso grillo parlante, un outsider a cui non dare ascolto.

Ma mentre gli insegnanti erano una categoria docile, non così si rivelarono i marinai della Royal Navy i cui stipendi erano stati tagliati del 25%. Il 15 di settembre alcuni di loro si ammutinarono, la borsa crollò e il 20 settembre la Sterlina uscì dal Gold Standard.

E’ vero che Keynes si era rivelato spesso una Cassandra, che come noto ha sempre ragione ma nessuno le da mai retta. Sembra incredibile, ma ancora oggi, 80 anni dopo, come se niente fosse, c’è chi continua a proporre budget a-la-Snowden.

Dopo la conferenza di Amburgo, Keynes si recò a Berlino dove ebbe un colloqui di un’ora con il Cancelliere Bruning. Sembra che Keynes fece di tutto per convincere il suo interlocutore che le politiche deflazionistiche del Governo tedesco potevano portare la Germania al tracollo. Ma, come si evince dalle sue memorie, Bruning non si fece incantare da Keynes. Mantenne il suo punto con puntiglio. Politiche monetarie espansionistiche avrebbero messo in pericolo la stabilità dei prezzi e avrebbero potuto portare a una fiammata inflazionistica. Bruning, come molti altri tedeschi, era convinto che fosse stata la moneta stampata dallo Stato, e non quella creata dai privati, come era stato il caso, a portare all’iperinflazione degli anni Venti.

Nell’aprile del 1933 Hitler salì al potere.

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