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I tassi scendono, ma non per l'Italia

di Alberto Micalizzi

Un caro amico mi ha preso in contropiede con una domanda apparentemente facile ma non banale e gli ho promesso che l’avrei postata: “come mai dal 2008 ad oggi il costo del debito italiano non è sceso sebbene i tassi di mercato siano crollati fino a rasentare lo zero?”.

Anzitutto sono andato a sincerarmi della cosa. Nel 2014 abbiamo pagato 93,5 miliardi di interessi passivi sul debito pubblico(!), mentre nel “lontano” 2008 pagammo 78,5 miliardi. Ovviamente l’ammontare di debito sottostante è diverso. Nel 2014 il debito pubblico è stato di circa 2.170 miliardi, mentre nel 2008 era di 1.705 miliardi.

Quindi, in termini percentuali l’Italia ha pagato in media il 4,6% nel 2008 ed il 4,3% nel 2014. Negli stessi anni il tasso interbancario europeo, l’Euribor, è passato dal 3,7% del 2008 allo 0,4% del 2014!

Ricapitolando: Dal 2008 al 2014 il tasso di interesse sul debito italiano non è cambiato mentre il tasso di mercato è crollato! IL MIO AMICO AVEVA RAGIONE!

Come si spiega questo? Cerca e ricerca scopri che proprio attorno alla fase acuta della crisi del 2007-2008 l’Italia ha sottoscritto contratti DERIVATI con banche internazionali, IMPEGNANDOSI A PAGARE DEI PREMI A QUESTE BANCHE SE I TASSI SCENDONO.

Giusto per citare fonti ufficiali, l’11 Gennaio 2015 il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo riportando una stima di Padoan il quale confermava che il ministero dell’Economia ha usato gli strumenti finanziari per proteggersi dal rischio di un “rialzo repentino dei tassi”. Lo stesso Tesoro confermava che a fine 2014 “l’Italia era impegnata con contratti da 163 miliardi”.

Ma è Maria Cannata, direttore del debito pubblico presso il Tesoro, che ad inizio 2015 ci ha allertato sul fatto che a fine 2014 questi contratti derivati generavano 42,6 miliardi di perdita per il Tesoro. Si, 42,6 miliardi di extra-trasferimento dalla popolazione italiana alle banche internazionali (oltre al pagamento dei normali interessi su un debito pubblico fittizio…), e poi naturalmente dobbiamo tagliare la sanità, la scuola, la sicurezza per raccattare qualche miliardo che manca al Tesoro.

Peraltro, la stima della Cannata trova riscontro, ad esempio, nel fatto che a Gennaio 2012 la Morgan Stanley si è fatta pagare dal Tesoro italiano 2,6 miliardi su uno di questi contratti derivati, approfittando del taglio del rating Italia concertato delle agenzie di rating che oggi sono sotto processo a Trani per manipolazione di mercato proprio per quella serie di taglio del rating.

Dunque, rispondendo al mio amico, il costo del debito italiano non scende perché il Tesoro italiano ha scommesso sul rialzo dei tassi a seguito delle minacce di attacco da parte di speculatori internazionali. Sta perdendo la scommessa e a fine 2014 doveva pagare oltre 42 miliardi alle banche d’affari, che ogni tanto si fanno vive esercitando clausole di riscatto anticipato di questi contratti, approfittando di atti illeciti di manipolazione di mercato perpetrati da agenzie di rating di cui le stesse banche d’affari sono comproprietarie.

Che dire?

I numeri sono ineluttabili, cosi come la rabbia di vedere ladri impuniti e servi schiocchi – pagati per distrarre la nostra attenzione – atteggiarsi come “riformisti”…. Ma non tutti sono caduti nell’incantesimo. In questo Paese violentato e gettato nelle mani della peggiore classe politico-amministrativa di sempre ci sono ancora menti pensanti, magistrati coraggiosi, professionisti pronti a difendere il proprio Paese.

Non tutto è perduto.

Comments

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Vincesko
Tuesday, 11 April 2017 17:20
Deve essersene accorto anche l'autore o avrà avuto una dritta, poiché nel blog di Alberto Micalizzi dell'articolo non c'è traccia, o almeno io non sono riuscito a trovarlo.
PS: Ne ho approfittato per "postare" un commento all'articolo su Elsa Fornero dell'11 maggio 2015.
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Vincesko
Tuesday, 11 April 2017 16:46
Numeri del Lotto.
Il calo dei tassi è cominciato dopo la famosa frase del "Whatever it takes" di Draghi del luglio 2012 e soprattutto dopo il varo del QE deliberato dalla BCE nel gennaio del 2015 e varato nel marzo successivo. La sostituzione dei titoli di Stato più onerosi con quelli meno cari è ovviamente graduale, interessando ogni anno un ammontare parziale, intorno ai 300 mld, del debito pubblico complessivo, pari al 31.12.2016, al lordo dei contributi straordinari (60 mld) e delle disponibilità liquide del Tesoro (34 mld), a 2.217 mld.
Nel 2014, gli interessi passivi sono stati pari a 74.340 milioni, in calo di 11.779 milioni rispetto agli 86.119 milioni del 2012.
L'incidenza percentuale sul PIL è scesa dal 5,5% del 2012 al 4,0% del 2016.

Fonti:
(1) DEF 2016 http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit--i/Contabilit_e_finanza_pubblica/DEF/2016/DEF-2016-Sez-II-AnalisiETtendenzeDellaFinanzaPubblica.pdf
(2) Scenari Economici https://scenarieconomici.it/scandaloso-litalia-ha-pagato-3-100-miliardi-di-interessi-in-3-decenni-198-del-pil/
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