“Mettiamo in guardia contro la reintroduzione di blocchi e altre misure non necessarie che hanno dimostrato di non rallentare la diffusione del virus. È stato dimostrato che queste misure causano danni irragionevoli”. In una dichiarazione diffusa  ieri il  Consiglio mondiale della salute  (WCH) si oppone al diffuso allarmismo in relazione alla scoperta della variante Omicron visto che sulla base delle informazioni disponibili, questa variante non è più preoccupante di altre. Per chi non lo sapesse  il World Council for Health è stato avviato nel settembre 2021 con l’obiettivo di fornire pareri scientifici imparziali ed è composto da 45 organizzazioni orientate alla salute di ogni parte del mondo. Le raccomandazioni sviluppate dai medici sono progettate per aiutare il pubblico a prendere le migliori decisioni in materia di salute.

Il WCH, in questa grande crisi cognitiva è costretto a sottolineare l’ovvio ossia che tutti i virus mutano e che proprio per questo l’immunità naturale offre una migliore protezione contro le mutazioni virali rispetto alle vaccinazioni a mRna. L’organismo comunque invita i leader mondiali ad ascoltare i funzionari sanitari in Africa, tra cui il virologo Barry Schoub, capo del comitato ministeriale sudafricano sui vaccini Covid-19, e Joe Phaahla, ministro della salute sudafricano. Il dottor. Schoub ha detto che è ” improbabile che si possa sviluppare una malattia più grave “mentre dal canto suo . Phaahla ha descritto i divieti di viaggio per le persone provenienti da otto Paesi africani come una “reazione di cortocircuito ” che ” non ha senso “. Ma bisogna tenere conto del fatto che l’Africa costituisce il grande scandalo della narrazione pandemica e vaccinale, la prova vivente delle sciocchezze inferte alle opinioni pubbliche occidentali: all’inizio di novembre l’Oms non ha potuto sottarsi a celebrarne la specificità essendo l’area meno colpita dal Covid e allo stesso tempo quella in assoluto con meno vaccinazioni. E allora che fare? Dapprima si è tentato di spacciare la tesi che gli africani sarebbero naturalmente più resistenti a questa malattia, ma essendo una vera e propria sciocchezza di fronte a una forma influenzale gonfiata all’inverosimile, ecco che ha preso il via la variante Omicron per ricattare i Paesi del continente e vendere vaccini a tutto spiano e nello stesso tempo rinverdire la paura tra i pallidi e impauriti occidentali.  Del resto  è interessante notare che nella parte dell’Africa sotto l’equatore i picchi delle sindromi influenzali appaiono nei mesi invernali di giugno e luglio, mai in ottobre e novembre.  Ma di certo non sono questi particolari che fermano Big Pharma e i suoi complici, tanto possono dire qualsiasi cosa ed essere creduti da un pubblico di disamante credulità e ignoranza. 

Ad ogni modo il WCH sta dalla parte delle nazioni africane e riconosce la loro capacità e il diritto di decidere da sole ciò che è meglio per la loro gente ed è contrario all’idea che questi paesi debbano essere “salvati” da quelli occidentali che del resto hanno un numero formale di decessi covid, in realtà in presenza di positività che è tutt’altra cosa, enormemente superiore a quelli dell’Africa.  Mentre i produttori di vaccini si affannano a promettere vaccini per questa variante, prima ancora di averne constatato la virulenza, il Consiglio mondiale per la salute ricorda all’OMS, alla FDA, all’MHRA e ad altre agenzie di regolamentazione che ci vogliono circa 10 anni per sviluppare un vaccino sicuro. Altri nuovi vaccini sviluppati frettolosamente da Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson, AstraZeneca o altre aziende farmaceutiche non sono accettabili per le persone in Africa o in tutto il mondo.

Ma è proprio questo che è inaccettabile per i poteri reali occidentali che stanno promuovendo un cataclisma politico facendo leva sulla paura: va detto che le variazioni virali possono essere centinaia e solo quelle a cui viene dato un nome acquistano per così dire una identità e vengono utilizzate per impaurire. Quindi quando si decide di “reificare” una variante  è probabile che questa sia già presente altrove rispetto al luogo presunto della scoperta.