Rifiuti a Roma, con la gestione affidata ai privati molti i vantaggi

di Chicco Testa

Il Campidoglio potrebbe tranquillamente mettere a gara gli scarti prodotti dagli abitanti attribuendoli a chi si impegna a trattarli al minor costo e lasciando l’onere del finanziamento e della gestione ad altri soggetti, anche tecnicamente più attrezzati

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Rifiuti in via di Torrevecchia (foto d’archivio/Giuliano Benvegnù)

C’è, mi pare, un ampio accordo sul fatto che il principale anche se non unico, problema dei rifiuti romani sia costituito dalla mancanza di impianti per il trattamento finale. Ragione per cui la Capitale, così come la Regione, è costretta ad esportare in altre Regioni la maggior parte dei rifiuti raccolti. Con costi moltiplicati per i cittadini. Non tornerò se non per un inevitabile accenno sul fatto che fra gli impianti mancanti va annoverato anche il potenziamento della capacità di termovalorizzazione...

L’impianto di Acerra costruito dopo tante polemiche ha salvato Napoli da una crisi senza ritorno, ma pare non avere insegnato molto alla Capitale. Continuiamo a perdere tempo e sprecare i denari dei cittadini. Corrado Clini, già ministro dell’ Ambiente, stima che il costo dell’export romano si sia aggirato sul miliardo e mezzo negli ultimi 8 - 10 anni. Un’enormità. Ma non di solo questa tipologia di impianti manca Roma. Servono impianti per il trattamento della frazione umida prodotta dalle raccolte differenziate. Un totale di almeno 5 - 600.000 tonnellate all’anno di cui meno del 10% viene trattato in casa. Pare di capire che la soluzione individuata sia quella di affidare ad Ama la realizzazione di alcuni degli impianti necessari utilizzando i fondi stanziati dal Pnrr. Onestamente non credo sia la soluzione meno costosa e più veloce. In questa tipologia di impianti vi è una larga presenta di soggetti privati, anche di società quotate con presenza di capitale pubblico, disponibili a finanziarli visto che essi si ripagano tranquillamente grazie alle tariffe di conferimento, cioè a quanto pagano i Comuni per consegnare i loro rifiuti, e nel caso di impianti più complessi anche con gli incentivi associati alla produzione di gas e di metano che ne può derivare.

Il Comune di Roma potrebbe tranquillamente mettere a gara i suoi rifiuti attribuendoli a chi si impegna a trattarli al minor costo e lasciando l’onere del finanziamento e della gestione ad altri soggetti, anche tecnicamente più attrezzati. Naturalmente dovrebbe anche impegnarsi a far sì che le procedure di autorizzazione per questi impianti scorrano velocemente. Problema che si presenta in ogni caso anche con Ama. Insistere su una filiera tutta pubblica nel trattamento dei rifiuti è una strategia perdente e che produce più inefficienze che benefici. Oltre che un tutt’altro che ottimale utilizzo del denari pubblici che potrebbero utilmente essere destinato ad altri scopi. Per esempio al rafforzamento delle raccolte differenziate e degli altri servizi di igiene urbana.

4 gennaio 2022 (modifica il 4 gennaio 2022 | 07:43)