13 settembre 2019 - 22:48

Jeffrey Sachs: «La Terra non è dei ricchi. Al mondo serve l’Ue forte»

L’economista al Cortile di Francesco: economia e politica siano più morali

di Paolo Conti

Jeffrey Sachs: «La Terra non è dei ricchi. Al mondo serve l'Ue forte»
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Lei, professor Jeffrey Sachs, è conosciuto come uno dei massimi esperti mondiali di sviluppo economico e lotta alla povertà. Parlerà al «Cortile di Francesco», nella terra del Santo di Assisi. Secondo lei, come è possibile combattere la povertà in un mondo che è tuttora dominato dall’economia di mercato?

«La Chiesa ha affrontato questa questione sin dalla grande enciclica di Leone XIII, Rerum Novarum, nel 1891. La Chiesa insegna che un’economia di mercato può essere sia efficiente che promotrice della libertà, ma che il mercato deve operare entro confini morali. I diritti di proprietà non sono inviolabili. Devono rispettare la dignità umana e le esigenze economiche. La ricchezza privata non deve abusare dei poveri o dell’ambiente. La Chiesa insegna la dottrina della Destinazione universale dei beni: la Terra e le sue risorse appartengono a tutti, per soddisfare i bisogni di tutti, non solo i capricci dei ricchi e dei potenti».

Che cosa pensa dell’insegnamento contro la povertà di Papa Francesco? Ritiene che negli Stati Uniti sia ascoltato dalla popolazione e dai politici?

«Papa Francesco è il leader morale più importante del mondo. Porta su di sé gli insegnamenti sociali della Chiesa, il suo personale splendore e una incredibile ispirazione pastorale. Raggiunge i poveri e loro lo seguono. Molti ricchi negli Usa sono perplessi, certo, ma alcuni stanno ascoltando. Negli Stati Uniti ci troviamo di fronte a una filosofia dell“l’avidità buona” perseguita da decenni e che ha portato il Paese alla sua attuale crisi morale. Dobbiamo ristabilire un quadro morale per l’economia e la politica».

«L’uomo e la terra. Un incontro sostenibile?». Questo è il tema dell’incontro ad Assisi il 18 settembre tra lei e Federico Fubini del «Corriere». Pensa che il futuro economico sia sostenibile per la Terra? E se sì, come?

«L’intera comunità mondiale, con i 193 stati membri delle Nazioni Unite, ha concordato il quadro dello sviluppo sostenibile in due accordi essenziali nel 2015. Cioè l’Agenda 2030, con i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile, e l’Accordo sul clima di Parigi. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibili e l’accordo di Parigi sono realizzabili e fattibili, ma richiedono una nuova filosofia morale e nuovi modi di orientare la vita economica e politica».

E quali potrebbero essere i risultati concreti con questi nuovi orientamenti?

«Con le energie rinnovabili possiamo fermare i cambiamenti climatici causati dall’uomo. Con le nuove tecnologie intelligenti possiamo garantire assistenza sanitaria e istruzione per tutti. Ma dobbiamo anche costruire istituzioni politiche ed economiche che siano giuste, partecipative e veritiere, invece che società ed economie corrotte da grandi somme di denaro e ideologie dannose: come il nazionalismo estremo e il razzismo. Abbiamo soprattutto bisogno di istituzioni regionali solide, a cominciare da un’Unione europea forte e unita, di una cooperazione globale all’ombra della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione universale dei diritti umani. Sfortunatamente gli Stati Uniti sono caduti in una trappola della corruzione corporativa della politica americana. Però abbiamo la possibilità di cambiare e di rinnovare una forte cooperazione con l’Europa e nel mondo, se saremo fortunati nel processo politico».

A cosa pensa che l’uomo moderno dovrà rinunciare per non esaurire le risorse della Terra?

«Dovrà imparare a domare l’ avidità e la brama di potere. Aristotele ci ha già detto questo 2.300 anni fa: aveva ragione e non era un ingenuo. Papa Francesco ce lo ricorda di nuovo. Abbiamo la tecnologia, il know-how, la ricchezza e le conoscenze scientifiche per prosperare, per porre fine alla povertà estrema, salvare il Pianeta, aumentare il nostro tempo per la famiglia e gli amici. Ma dobbiamo mantenere i nostri orientamenti morali e far funzionare la politica per il bene comune. Dobbiamo superare la nostra terribile tendenza a odiare “l’altro” per poter cooperare a livello globale. Non sono semplici banalità ma approcci fattibili e pratici per un mondo che condivide bisogni comuni. Come ha scritto Papa Francesco in Laudato Si’: “L’interdipendenza ci obbliga a pensare a un mondo con un piano comune”».

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