27 Ott 2021

Crisi energetica: niente scintilla tra i ministri europei

Il mondo in tasca

Sovranismo energetico

Nessuna cessione di sovranità in tema di energia. Questo il risultato del Consiglio dei Ministri europei dell’Energia di ieri, dove si sono discusse le misure per far fronte alla crisi energetica e prevenire possibili shock futuri.

Troppo forti le differenze tra i due fronti interni con Polonia e Spagna a chiedere interventi sovranazionali immediati, a cui si sono opposti i paesi del nord Europa secondo cui l'aumento dei prezzi dell’energia è temporaneo e affrontabile con politiche nazionali. E così niente contratti comuni sul gas a livello Europeo e si è aperto alla possibilità di un approvvigionamento congiunto di scorte di gas solo su base volontaria. Ma le spaccature sull’energia non si limitano a questo.

 

Nucleare my old friend

A dicembre la Commissione presenterà una nuova classificazione delle fonti energetiche passibili di investimenti verdi. Un’occasione per la Francia (70% dell’energia elettrica prodotta da centrali atomiche) che non a caso spinge per ottenere una “patente verde” per il nucleare così da rinnovare i propri reattori tramite i fondi del Green Deal Europeo.

Di parere opposto invece la Germania che dopo il disastro di Fukushima ha avviato la denuclearizzazione del proprio settore energetico e vorrebbe favorire altre fonti energetiche. I segnali degli ultimi giorni sembrano andare nella direzione sperata da Parigi con von der Leyen che ha riconosciuto “l’importanza per il mix energetico di nucleare e gas naturale come fonti di energia stabili”. Insomma un’Europa verde ma fino a un certo punto.

 

Crisi passeggera?

Negli ultimi venti giorni i ministri europei si sono incontrati “a vuoto” cinque volte. Intanto il prezzo del Brent in Europa tocca i suoi massimi degli ultimi 3 anni. Mentre quello del gas naturale segna un +400% da inizio anno complici le forniture ancora basse dalla Russia (-16% nei livelli di stoccaggio europei rispetto alla media degli anni passati).

Il dilemma che Stati Membri e Commissione si trovano ora davanti è lo stesso che caratterizzerà il G20 di questo fine settimana: fino a che punto si può fare a meno dei combustibili fossili? Dalla risposta a questa domanda non dipenderà però solo l’ammontare del caro-bollette ma il destino del pianeta.

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