Nel passato più e meno recente, in Italia, l’invocazione alla “resistenza” è risuonata in mobilitazioni diverse. È risuonata nel giugno 1960, nella rivolta contro il convegno nazionale dell’MSI, partita da Genova e poi estesa in tutta la penisola. Dietro lo slogan “ora e sempre resistenza”, che portò alla caduta del governo Tambroni, non c’era solo la difesa dell’assetto costituzionale democratico, ma si intravedeva un nuovo soggetto operaio che con le sue lotte avrebbe contrassegnato il ventennio successivo. Anche negli anni …
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Non c’è pace senza lotte femministe!
di ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO LA GUERRA L’8 marzo noi, Assemblea permanente contro la guerra, sciopereremo, manifesteremo e ci organizzeremo insieme a milioni di donne e di queer in rivolta contro il patriarcato. Ovunque i movimenti femministi stanno facendo dell’opposizione al genocidio in Palestina una parola d’ordine. Ovunque le lotte femministe contestano la militarizzazione della società e i suoi effetti causati dalle guerre in Ucraina e a Gaza. Non solo la logica della guerra si sta diffondendo in tutto il mondo, …
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Appello per un’assemblea online contro la guerra e la sua logica, per una politica transnazionale di pace (24 febbraio, ore 16)
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Sterzare a destra travestiti da agnelli. Sull’approccio tedesco alla guerra, al razzismo e all’antisemitismo
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Da Torino al Tennessee: i dolori dell’auto elettrica tra dismissioni e transizioni
di MATTEO ROSSI Venerdì 12 aprile in piazza a Torino a protestare contro la crisi di Mirafiori c’erano tutti. C’erano colletti bianchi e colletti blu, c’erano sindacati e imprenditori, c’erano cittadini e istituzioni, tutti a chiedere conto a Stellantis del crollo della produzione che negli ultimi mesi ha portato cassa integrazione e licenziamenti non solo in quella che fu la grande fabbrica, ma anche in molte aziende dell’indotto. La partecipazione è stata alta e un corteo sindacale unitario non si …
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Il collasso argentino
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Non c’è pace senza lotte femministe!
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Lavoro. Maledetto lavoro #3. Manovre di guerra
→ Vedi anche «Lavoro. Maledetto lavoro» #1 e #2 Non è una novità che la guerra si imponga con la propria forza e la propria logica sulle possibilità e le forme della lotta tra capitale e lavoro. Non deve sorprendere allora che questa guerra, i cui effetti sono stati da subito mondiali e di cui vediamo moltiplicarsi le linee del fronte, stia contribuendo a redigere di suo pugno i bilanci degli stati, impegnati, ciascuno secondo le sue capacità, a rinsaldare quel …
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Lavoro. Maledetto Lavoro #2. Il salario del lavoro migrante. Tra un salario minimo e uno decente
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Lavoro. Maledetto lavoro #1. Abolire l’odiato reddito, restaurare l’antica famiglia
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Non solo trattori: conflitti nazionali e contraddizioni europee nella transizione verde
di CLIMATE CLASS CONFLICT – ITALY Pubblichiamo un contributo alla discussione collettiva sulle mobilitazioni degli agricoltori in Europa lanciata da Climate Class Conflict all’interno della piattaforma Transnational Social Strike. Il testo sarà disponibile anche in inglese, assieme agli altri contributi alla discussione, sul sito del TSS. A metà gennaio, le principali città europee sono state assalite dai trattori in protesta. Grandi e piccoli imprenditori agricoli che dalla Francia alla Germania, dal Belgio fino all’Italia, alla Romania, alla Polonia e alla …
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I trattori, la transizione energetica e la strada stretta del conflitto climatico di classe
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Scioperare nella transizione: la lotta degli autoworkers nel conflitto climatico di classe
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La sociologia di Émile Durkheim e la risposta al «disagio della critica»
di MAURIZIO RICCIARDI La versione abbreviata di questa recensione è stata pubblicata su «Il Manifesto» del 2 aprile 2024 Per molti anni Emile Durkheim è stato catturato in interpretazioni che ne hanno condizionato la lettura, sia che si trattasse di farne un precursore del funzionalismo, sia che venisse considerato un conservatore non privo di nostalgia per la società organizzata in corpi. Contro questa tradizione sociologica, il libro di Nicola Marcucci, Il dominio dell’ideale. Durkheim e la critica sociologica (Meltemi, 2023, …
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Alcune domande a La scienza del valore di Michael Heinrich
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Gpa, la realtà e la sua narrazione
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Rompere i fronti, superare i blocchi. Le nostre lotte per una politica di pace
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Si può ancora dire classe? Appunti per una discussione
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Il Pride, le divise e il demone dell’inclusività. Uno sguardo strabico contro la tradizione
di MALOCCHIO MOODY Seguo con qualche interesse il dibattito sulla partecipazione dell’associazione di poliziotti arcobaleno al Pride bolognese, che però mi sembra mancare il punto. Politicamente non condivido la posizione racchiusa nello slogan «il Pride è di tutt*» ma al tempo stesso è veramente difficile non registrare che le cose stiano poi effettivamente così. Mi viene in mente quando non troppi anni fa un rifugiato intervenne dal palco del Pride nella democratica Bologna e fu contestato dalle prime file del …
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Iconografie cinesi
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I dolori del giovane Renzi
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La lotta palestinese vista dall’Iran e i rischi dell’islam politico
di FRANCESCO BRUSA via Dinamo Press Ripubblichiamo questa intervista a Siyâvash Shahabi, attivista iraniano rifugiato in Grecia, compagno dell’assemblea permanente contro la guerra (PAAW) e attivo all’interno del Transnational Migrants Coordination della Trasnational Social Strike Platform. Siyâvash sottolinea come chi sta a sinistra sia chiamato dal doppio compito di riconoscere e sostenere un movimento di liberazione nazionale, senza tuttavia smettere di chiedersi quale prospettiva e quale tendenza dovrebbe avere un tale movimento, interrogandosi su che narrazione comune occorra costruire. *** …
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Sterzare a destra travestiti da agnelli. Sull’approccio tedesco alla guerra, al razzismo e all’antisemitismo
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Rompere le catene coloniali. Intervista a Musaàb Bashir, attivista palestinese
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Europe at War: Fighting Militarism in the Third World War
→ Originally published in Italian ‘Bringing the war home’ was the slogan of the peace movement at the time of the Vietnam War. Today, it is the watchword—albeit with a very different meaning—of European rulers. To them, war should make it possible to govern the disorderly European home in an altogether disorderly world—a world of empires without imperialisms, and transitions without hegemonies. They want to order European societies, where cracks and contradictions in the ailing neoliberal project have been opened …
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Organizing the uprising amidst the impossible stability: towards the TSS meeting in Bologna
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The floods in Pakistan and the gendered effects of climate change. A conversation with Mariam Magsi
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Intelligenza artificiale generativa e trasformazioni del lavoro autoriale
di LIA BRUNA Il recente dibattito scatenato dalle prime applicazioni commerciali dei sistemi di IA generativa, per la prima volta accessibili al grande pubblico nel 2022, ha sciolto ogni dubbio sulla possibilità di usare le categorie marxiane per interpretare le trasformazioni sociali derivanti dall’introduzione della tecnologia nei processi di produzione culturale. Sarà opportuno provare a capire in che cosa consistono queste trasformazioni nella vita di lavoratrici e lavoratori, prendendo in considerazione le mansioni autoriali dell’industria culturale, con particolare attenzione alla …
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SDA Game: Work as you play. Play as you work
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Per Yaya Yafa: logistica, migranti e i limiti del sindacato
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Un lavoretto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
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Stampare lauree honoris causa. Breve storia di Grafica Veneta e delle peripezie del suo padrone