In morte di Barbara Balzerani
Giornali e televisioni nel dare la notizia della morte di Barbara Balzerani, militante delle Brigate Rosse, pongono come in epigrafe che « non si penti mai »!
Ora è piuttosto curioso il fatto che in un mondo di voltagabbana e prezzolati di ogni risma e razza, si trovi strano il fatto che una militante comunista non rinneghi il suo percorso politico.
Scrivo queste note, come per altro ho fatto anche in occasione della morte di Prospero Gallinari, per evidenziare una tesi che ho esposto anche rivolgendomi a Mario Moretti: è sbagliato fare i distinguo sui movimenti politici e ideali delle due generazioni degli anni ’68/69 e quella immediatamente successiva del ’77 del secolo scorso.
Se l’establishment opera una netta separazione tra i movimenti buoni, quelli cioè che protestavano democraticamente, mentre quelli che si definivano combattenti erano terroristi perché si rendevano responsabili di atti di violenza. Peggio che andar di notte per questi secondi che non si sono mai pentiti, fra i quali Barbara Balzerani. E per dare forza al concetto