Russia. Elezioni: il partito di Putin al 50%. Comunisti primo partito d’opposizione

di Enrico Oliari

Tra le immancabili denunce di brogli e i reprimenda scontati dell’Unione Europea, è continuato per tutto il giorno in Russia lo spoglio elettorale che ha segnato la vittoria schiacciante del partito di Vladimir Putin “Russia Unita” (49,79%) e del Partito Comunista della Federazione Russa (19,04%), questo primo partito d’opposizione. Per quanto in calo rispetto alle elezioni del 2016, Russia Unita continuerà a godere della maggioranza qualificata, con la possibilità per il presidente russo di governare in modo saldo, se necessario anche attraverso riforme costituzionali. In crescita i comunisti, che cinque anni fa avevano il 13,3%.
Oltre a Russia Unita e al Partito Comunista della Federazione Russa, ad aver superato lo sbarramento del 5% e quindi ad entrare in parlamento sono anche il Partito Liberal-democratico (7,48%), Russia Giusta per la Verità (7,41%) e Gente Nuova (5,36%), una formazione appena nata.
L’affluenza si è attestata al 51,68%, in aumento rispetto alla precedente tornata.
Soddisfazione per il risultato è stata espressa dal presidente russo Vladimir Putin, il quale ha fatto sapere che si tratta di una riconferma della leadership attuale e che al momento non sono previsti rimpasti. D’altronde con la legge elettorale in corso Russia Unita si è assicurata due terzi della Duma, pari a 315 deputati su 450.
Di “risultato falso e stravagante” ha parlato Kira Yarmysh, portavoce del partito di Alexei Navalny, agli arresti. Il blogger, il cui seguito è sovradimensionato in occidente, aveva invitato al “voto intelligente”, ma oggi su Instagram ha scritto che il voto elettronico è stato alterato, e che “andrebbe capovolto”.
Il portavoce del Pesc (Alto rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza dell’Unione Europea) Borrell, Peter Stano, ha affermato che “in Russia c’è stata una repressione dei media indipendenti e dei politici di opposizione,” e che “le elezioni si sono svolte in un clima di intimidazione”. Borrell ha poi espresso il rammarico dell’Unione Europea per la “decisione della Russia di limitare la missione internazionale di osservazione elettorale dell’Osce, cosa che ha di fatto impedito lo svolgimento della missione per le elezioni regionali e locali”, ma in realtà era stata la stessa Osce a ritirare i propri rappresentanti in agosto, come aveva annunciato segretario generale dell’Assemblea Parlamentare Roberto Montella, in quanto la Russia ne aveva concessi 60.
Infine Borrell ha legato l polemica alla controversa annessione della Crimea affermando che “L’Unione Europea è preoccupata per il venir meno dello spazio dell’opposizione e delle voci indipendenti”, e “non riconosce ne’ riconoscerà l’annessione illegale della Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Russia, di conseguenza neppure le elezioni tenutesi nella Crimea occupata”. “L’Ue – ha aggiunto il Pesc – sostiene fermamente l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina”.